Prologo

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C'è voluta tutta la forza e il coraggio che posseggo per riuscire a essere qui stamattina.
Sono davanti la porta della stanza di ospedale dove si trova Luce, la ragazza di cui mi sono innamorato e che a causa mia stava quasi per morire.

Sono sempre stato un bastardo egoista, mi sono sempre sentito in diritto di trattare di merda chiunque, compreso lei.

Non mi ha mai dato la confidenza che io pretendevo, ha sempre cercato di starmi alla larga e si è innamorata dell'unico ragazzo del quale sono sempre stato geloso.

Tutto questo, unito al mio carattere di merda, ha quasi ucciso quell'angelo che mi ha travolto completamente il cuore.

Stamattina la dimettono per trasferirla in una clinica di riabilitazione, avrà un percorso lungo da affrontare e non posso fare a meno di darmi tutta la colpa per quello che è successo.

Faccio un bel respiro e busso alla porta, entro lentamente notando subito il viso sorpreso e stanco di Luce.

È seduta su una sedia a rotelle: la testa rasata è coperta da un cappello di cotone che nasconde la cicatrice, fino a qualche mese fa i suoi capelli erano biondi e lunghissimi, è stata operata alla testa dopo l'incidente. I suoi occhi verdi, in genere pieni di vita, in questo momento sono spenti, a vederla così il mio cuore si sbriciola ancora di più di quanto non lo sia già, ma è quello che merito.

" Lex? Che ci fai tu qui?"
È chiaro che non è felice di vedermi.

"Ciao Luce, mi hanno detto che oggi ti avrebbero dimessa dall'ospedale, ho pensato di passare per vedere come stavi."
Lei si acciglia ancora di più.

"Sto bene come puoi vedere anche tu!"

"A me non sembra, non hai una bella cera e il fatto che stai su quella sedia dimostra il contrario."

Rieccolo il solito stronzo che esce fuori: come faccio a farle capire che posso cambiare se mi comporto così?

"Sei venuto per analizzarmi per caso? Se è così puoi anche andartene."

Mi rattristo e cerco di essere più sincero possibile con lei, devo farlo, o non potrò mai chiudere questo capitolo della mia vita.

"Luce voglio scusarmi con te, è solo colpa mia se stai passando tutto questo inferno, non avrei dovuto farti correre quella sera."

"Lex è stato un incidente, nessuno poteva prevedere che la ruota posteriore della moto scoppiasse, tantomeno tu."

La guardo e vedo in lei così tanta bontà che ancora mi stupisco.

"Perché lo fai?"

"Faccio cosa?"

"Perché trovi sempre una parola buona per chiunque, anche se ti ha fatto del male. Da quando ti conosco ti ho sempre trattato di merda, concedimi il termine, non ho mai avuto una parola gentile per te, anche quando mia cugina è impazzita e voleva sfigurare il tuo bel viso tu non hai fatto niente che potesse compromettere la mia famiglia, al contrario, hai insistito perché Cammi fosse aiutata. Tu sei così Luce, hai un animo gentile, ed io non ho fatto altro che calpestarlo."
Lei sembra sorpresa.

"Lex.."

"Aspetta, fammi finire, devi sapere alcune cose e voglio dirtele prima di partire."

"Te ne vai?"

"Si, mi sono preso un anno sabbatico da tutto, voglio girare l'Europa, non ci sono mai stato; abbandonare San Diego è l'unica cosa da fare in questo momento."

"Perché?"

Prendo un bel respiro e le dico quello che non sono mai riuscito a dire prima.

"Perché starti lontano anche se viviamo nella stessa città mi sta uccidendo."
Lei sembra non capire.

Tu sei il mio destino Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora