Cap 10 Lex

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Foto di piazza Duomo con la Fontana dell'Elefante e la Cattedrale di San'Agata.

                                
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Nell'istante in cui sento le chiavi nella serratura di casa i miei muscoli si rilassano.
Bea è stata fuori tutto il giorno, quando stamattina ho sentito chiudere la porta mi sono alzato per fare quello che mi ero prefissato, tra cui trovare un mezzo a due ruote per muovermi a Catania, non avevo intenzione di affrontarla di mattinata, è per questo che ho aspettato che uscisse.

Quella ragazza mi incuriosisce ma allo stesso tempo mi agita.
Quando sono vicino a lei sento come delle scariche elettriche e non mi piace affatto.

Ieri sera al pub chiunque entrasse non aveva occhi che per lei, ho beccato più di un ragazzo guardarla insistentemente, anche Alberto aveva la bava alla bocca, questa cosa mi ha innervosito e non poco.

Non voglio abituarmi a Bea, non voglio che si avvicini a me più del dovuto, ho chiuso con le ragazze, l'amore porta solo una grande sofferenza.

Sono quasi le nove e mezzo di sera quando rientra: ma dove cazzo è stata per tutto il giorno?
Ho provato a chiamare un paio di volte Mia ma senza risultato, non ha mai risposto.

Quando entra in cucina fa un cenno di saluto e va diretta in camera sua.
Indossa i soliti vestiti di ieri e si è raccolta i capelli; che sia bellissima non ci sono dubbi.

Adesso che Bea è tornata posso finire di cucinare e cenare, ho una fame da lupi, oggi ho anche saltato il pranzo troppe cose da fare.

Fortunatamente sono riuscito a trovare una moto, me l'ha venduta un amico di Ture il pesciaiolo. Sono riuscito a strappargli un prezzaccio e per come è messa ho fatto un vero affare, devo solo aspettare qualche giorno per i documenti e poi posso andare a prenderla.

"Vado a fare una doccia se per te non è un problema che occupi il bagno."
Non avevo sentito Bea tornare in cucina; ha un beauty-case in mano e l'aria accigliata.

"Vai pure io sono apposto."

So di essere glaciale quando parlo con lei ma non riesco a comportarmi diversamente.
Bea va in bagno e io inizio a cenare.

Quando sento l'acqua della doccia chiudersi mi affretto per uscire di casa, non voglio incontrarla, Enrico mi ha chiesto di andare a fare una bevuta ed ho accettato.

BEA

Quando esco dal bagno trovo la casa vuota e un gran disastro in cucina, i miei nervi che in genere sono ben saldi, rischiano di esplodere.

Non so davvero come comportarmi con Lex, mi evita come se avessi la peste.
Quando ero sotto la doccia mi sono ripromessa che avrei cercato di fare conversazione con lui, ma naturalmente non me ne ha dato modo, se continua con questo comportamento la convivenza non sarà per niente facile.

Al contrario con Mia oggi è andata molto bene: subito dopo aver pranzato abbiamo fatto una lunga passeggiata dentro la villa Bellini tra fontane, giardini decorati in modo straordinario e la via degli " Uomini illustri," è stato interessante.

Ma la nostra giornata non si è fermata lì, perché con mio grande entusiasmo Mia ha deciso di farmi da cicerone e in un solo giorno sono riuscita a vedere una parte importante di Catania.

Da piazza Duomo, con la sua magnifica Fontana dell'Elefante, a la chiesa di Sant'Agata e la Fontana dell'Amenano. Siamo andate a piazza Università dove si trova palazzo Università sede del Rettorato: la piazza è molto ampia ed è una delle più suggestive del centro storico.

Abbiamo camminato lungo la via Etnea e Mia ha insistito nel farmi assaggiare parte delle bontà di questa città.
Tra un arancino, una granita e un cannolo, sono riuscita a vedere anche Palazzo Biscari.

La giornata è volata via, sono molto stanca ma odio il disordine, così decido di dare una sistemata in cucina, nonostante non abbia cenato.
Devo riuscire a trovare un compromesso con Lex ho impazzirò presto.

Finito di mettere in ordine mi chiudo in camera mia e mando un messaggio a Giorgio.
Mi manca mio fratello e mi manca la vita di prima, ma non mi manca Mattia, non penso mai a lui durante il giorno, quando capita, è solo perché la mia vita prima ruotava intorno a lui.

Mi giro e mi rigiro nel letto senza riuscire a dormire.
Prendo l'unico libro che sono riuscita a portare via e inizio a leggere per la quattordicesima volta Piccole Donne.
Pian piano, sento le mie palpebre farsi pesanti, finalmente mi abbandono al sonno.

Tu sei il mio destino Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora