Cap 5 Lex

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Siamo già a sabato; questi giorni sono volati via velocemente, non ho avuto tempo di fare nient'altro che lavorare.

La casa è un disastro e non sono ancora riuscito a trovare un paio d'ore per andare a cercare un mezzo a due ruote per muovermi in città, penso di farlo lunedì, il giorno di chiusura del pub.

In queste sere tutto è andato liscio senza mai intoppi o ritardi nel servire la gente.
Gli incassi sono stati più di quello che mi aspettassi e i ragazzi sono stati tutti impeccabili.

Mia, Alberto ed Enrico, di comune accordo hanno deciso che avrebbero fatto una sera per uno a stare dietro il banco con me, stasera sarebbe toccato ad Alberto.

Mi muovo bene con tutti e ci capiamo al volo. In cucina non metto nemmeno piede, i miei cuochi sono irascibili quando lavorano e poi non hanno certo bisogno di me.

Stasera ci sarà un compleanno e quindi abbiamo dovuto chiamare i rinforzi, sono studenti che hanno già servito ai tavoli, in più sono amici di Enrico e io mi fido ciecamente di lui.

Faccio una doccia, mi infilo i jeans neri una maglietta del solito colore ed esco di casa per andare al pub.

Sono le quattro del pomeriggio quando arrivo in piazza Teatro, mi avvicino alla saracinesca e la trovo aperta; strano, manca sempre un ora all'arrivo dei ragazzi.

Apro lentamente la porta, il mio cuore inizia a battere all'impazzata; spero non ci siano i ladri.
Entro nella grande stanza ma non c'è nessuno, lentamente mi dirigo verso la porta di quello che per adesso è il mio ufficio: è accostata, io di solito la chiudo prima di andare via.

Molto lentamente la apro, seduta alla mia scrivania china su un grosso libro c'è Mia.

"Che ci fai qui a quest'ora? Non dovresti riposarti prima del turno di lavoro?"

Lei sembra sorpresa di vedermi lì.
Si toglie gli occhiali e mi guarda con quegli occhi grigio- verde, tanto belli quanto tristi.

"Ho un po' da studiare, non pensavo che non si potessero portare libri a lavoro."

"Mia, non era un rimprovero ma solo curiosità, non mi aspettavo di trovarti qui."
Lei sembra gradire la mia spiegazione.

"Cosa studi?"

"Medicina veterinaria."

"Wow, è tosta?"

"Abbastanza."

È il massimo che riesce a dirmi, decido di lasciarla studiare e non fare altre domande, penso che lei ne sia sollevata.

Mia è una brava ragazza, così mi ha detto Edo, ma nessuno sa niente di lei, non parla granché e quando i ragazzi cercano di andare un po' sul personale lei cambia subito argomento, ma questo non compromette il suo lavoro, sl contrario, si fa in quattro quando entra qui dentro e so che spesso in passato ha chiesto ad Edo di fare degli straordinari; forse non se la passa bene economicamente, ma non sono affari miei.

Vado in magazzino e mi accerto che ci sia tutto
per stasera, sono molto pignolo, non vorrei mai ritrovarmi all'ultimo a non avere una birra oppure un condimento, non mi piacerebbe affatto.

Mi immergo nel lavoro fin quando non arrivano i ragazzi e vado ad aiutarli a sistemare i tavoli.

Nel momento in cui apriamo al pubblico una flotta di sedicenni in gita assalgono il pub e così inizia un altra serata piena, senza mai avere il tempo di alzare gli occhi.

Alle dieci in punto arrivano i ragazzi che hanno prenotato per il compleanno, li accolgo e li conduco al loro tavolo.

"Ciao sono Lex, il gestore, per qualsiasi cosa rivolgetevi alle nostre ragazze Anna e Mia, vi lascio alla vostra serata divertitevi."

L'ho visto fare a Edo quando qualcuno prenotava il tavolo e mi è sembrato normale seguire i suoi metodi.

                                    ***
    
Per tutta l'intera serata è un via vai di gente, alle quattro e mezza del mattino decido di chiudere per potere pulire.
Siamo tutti molto stanchi, il compleanno è durato fino alle tre quando Gio', il festeggiato, non è stato trascinato fuori con forza dai suoi amici; ha preso una bella sbronza.

Anch'io in passato ho esagerato spesso con gli alcolici e non solo, quando succedeva diventavo una brutta persona, ancora più brutta di quando ero al naturale.

Su questo sono migliorato moltissimo, è da molto tempo che non mi ubriaco, posso bere una birra ma niente di più, così è facile tenere a freno la mia linguaccia.

Finiamo di pulire che è l'alba, pago i ragazzi che mi hanno aiutato stasera e dò un extra anche ai dipendenti. Finalmente posso andare a dormire.

Apro il grande portone grigio ed entro nel grosso entrone, salgo le scale e vado diretto all'appartamento n 3.

Quando apro la porta di casa noto che ci sono delle cose che non vanno, per esempio, l'appartamento è pulito e io avevo lasciato un gran casino.

Accendo tutte le luci e senza avere il tempo di capire mi ritrovo a terra con un dolore fortissimo alla spalla.
Mi giro lentamente e rimango allibito davanti a questa sconosciuta.

"Chi cazzo sei tu?"

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