Cap 12 Bea

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Foto del Porticciolo di Ognina.

                                       ***

Io e Alberto abbiamo dieci minuti di ritardo con il turno di lavoro, so già che quando varcherò la porta del pub Lex ci farà una partaccia, ma non importa, mi sono divertita e rilassata.

Alberto è un ragazzo di compagnia oltre ad essere molto bello. Avevo veramente bisogno di qualcuno come lui oggi, per la prima volta da settimane mi sono sentita un pochino più leggera.

Dopo aver mangiato cibo d'asporto in villa Bellini, mi ha proposto un giro con il suo scuoter, ha insistito per farmi vedere il lungo mare di Catania ed io non potevo non accontentarlo.

Ognina, così si chiama il lungo mare, è ricco di storia.
Basta guardare il Porticciolo dei Pescatori, una volta chiamato il Porto di Ulisse, che per i catanesi rappresentò un importante scalo marittimo.

Negli anni cinquanta il porto deteneva il primato nella costruzione d'imbarcazioni e grazie alla sua posizione geografica, era diventato punto d'incontro delle vie marittime del mediterraneo.

Oggi però è rimasto ben poco del grande Porto di Ulisse, è stato sepolto da un eruzione, ed ecco che è stato costruito il porticciolo di Ognina.

Alberto si ferma e parcheggia il suo SH. Scavalchiamo un piccolo cancello arrugginito e troviamo uno scoglio dove poterci sdraiare. Per un po' ci siamo goduti  la splendida giornata di sole in silenzio.

Siamo quasi ad aprile e le temperature sono molto diverse dalla fredda e nebbiosa Milano. Non ero mai stata al mare in questi periodi dell'anno e potrei anche abituarmi.

"Tutto okay?"
Mi sento chiedere da Alberto.

"Si, ho solo paura di Lex."
Lui fa una risata e scuote la testa.

"Non dovresti, Lex sembra burbero ma è solo apparenza."
Mi acciglio a quella dichiarazione e apro la porta entrando sorridente nel locale.
Come prevedevo ad aspettarci c'è Lex.

Il suo sguardo è indecifrabile, sembra che debba scoppiare da un minuto a l'altro, ma stranamente non lo fa.
Si alza dallo sgabello dove è seduto e snobbandomi si avvicina ad Alberto.

"Ricordatevi di avvertire la prossima volta che ritardate."
Dal viso di Alberto si capisce che non se lo aspettava.

"Sul serio Lex? Abbiamo ritardato dieci minuti non mi sembra un dramma."
Lex sembra non gradire e senza dire altro gira le spalle e va via.

"Cosa dicevi prima? Ah già, sembra burbero..."
Alberto scoppia a ridere e va a cambiarsi.

Anch'io lo imito, devo prepararmi mentalmente stasera mi tocca servire ai tavoli. Fortunatamente sarò affiancata da Mia almeno non dovrò sopportare la presenza infastidita di Lex.

Stamattina sono stata molto dura con lui, ma il suo comportamento è assurdo, non riesco mai a capire cosa gli passi per la testa, in più mi confonde, non mi fa affatto bene stare accanto a lui.

Cerco di farmi tornare il buon umore come quando ho varcato la porta del pub, buttandomi a capofitto nel lavoro.

                                  LEX

Che cazzo di reazione ho avuto lì fuori? Non è da me, ma vedere Bea entrare al pub con il viso arrossato dal sole e con il sorriso sulle labbra, mi ha dato alla testa.

Ha fatto scatenare in me quella cazzo di sensazione che tanto odio e che da tanto tempo non provavo per qualcuno; la gelosia.

Odio sentirmi così, mi sento vulnerabile e non so gestire questi sentimenti.
Oggi, quando sono uscito dal bagno e ho trovato la casa vuota, ho pensato che Bea avesse bisogno solo di allontanarsi da me e mi andava più che bene, meno ce l'ho tra i piedi e meglio stiamo tutti.

Non avevo però programmato il mio stato di agitazione nel non vederla arrivare dopo un ora.

Trascorse le due ore ho deciso che fosse meglio uscire a cercarla. Per un attimo, mi sono illuso di fare tutto questo perché Bea è la sorella di Giorgio e l'ho pensato fino a quando non ho chiamato Mia.

Nel momento in cui lei mi ha detto che Bea era in compagnia di Alberto, sono quasi esploso dalla rabbia.

Sapevo che dovevo calmarmi prima di andare al pub, così ho fatto un lungo giro in moto, un po' è servito, infatti sono riuscito a non spaccare la faccia a un ragazzo che in poco tempo è diventato mio amico. Ma poi che diritto ho io?

Devo tenere Bea il più lontano possibile da me o le farò del male, esattamente come è successo con Luce.

Io non so amare, nessuno mi ha mai insegnato a farlo, forse perché nessuno ha mai amato realmente me.

Devo riuscire a concentrarmi e non pensare più a queste cose, ho un intera serata da affrontare e lo stato d'animo è sotto terra in questo momento, fortunatamente non sono uno che sorride abitualmente, dovrò sforzarmi poco in mezzo alla gente.

***

Per essere un venerdì sera la situazione è abbastanza tranquilla e Bea si sta comportando molto bene.
Dalle casse esce il suono di una musica familiare, sono i Nirvana con ' Smells Like Teen' uno dei miei gruppi e brani preferiti.

Un ragazzo seduto al bancone con una birra in mano canticchia le parole della canzone, stranamente sto per unirmi a lui, ma un forte tonfo mi distrae facendomi spostare lo sguardo nella direzione opposta.

Bea è immobile con mani tremanti, tutti i vetri dei bicchieri rotti ai suoi piedi.
Chiedo a Enrico di andare a prendere la scopa, tranquillizzo i clienti e mi avvicino a lei.

I suoi occhi guardano fissi davanti a se. Seguo il suo guardo ed è allora che mi accorgo del ragazzo davanti la porta del pub.
Chi cazzo e' questo, Lapo ElKann?

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