Cap 35 Bea

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Sono quasi due ore ormai che sono in viaggio, a breve il treno si fermerà a Messina per traghettare e da lì, dirò addio a questa bellissima terra.

Penso che un giorno tornerò a Catania, ma adesso l'unica soluzione che vedo è scappare via da qui.

È stata dura dire addio a Mia, anche perché ha fatto di tutto per convincermi a non partire.
Pensa che mi pentirò della scelta di tornare dai miei genitori e in tutta franchezza lo penso anch'io, ma non ho nessun altro posto dove andare in questo momento.

Mi accorgo che il treno sta rallentando, questo vuol dire che siamo quasi arrivati a Messina e che tra meno di un ora avrò lasciato definitivamente la Sicilia, i miei amici e Lex.

Nonostante il dolore che provo non riesco ad avercela con lui, lo amo troppo, vorrei solo che trovasse un po' di felicità, anche se non con me.
Mi sento vuota senza di lui, ho creduto così tanto nel nostro amore.

I miei occhi si riempiono di lacrime, non voglio piangere, non sono sola in questo vagone e non voglio farmi vedere così dai miei compagni di viaggio occasionali.

Chiudo gli occhi e metto le cuffie facendo partire la musica sperando così, di schiacciare via i brutti pensieri.

LEX

Quando arrivo a Messina sono le sette passate.
Sono sicuro che il treno sul quale viaggia Bea è già pronto per traghettare, devo sbrigarmi se non voglio perdere l'occasione di poterle spiegare tutto.

Nonostante il traffico della sera, riesco ad arrivare agli imbarchi in pochissimi minuti.
Parcheggio la moto e mi fiondo all'ufficio informazioni.

Una donna dai capelli bianchi e con un ciuffo viola sta parlando al cellulare e non presta attenzione al fatto che io sia di fretta.

Busso al vetro che separa me dalla donna e le chiedo gentilmente un secondo del suo tempo.
Lei sembra infastidita, ma chiude la telefonata e domanda di cosa ho bisogno.

Le spiego velocemente che sto cercando il treno su cui viaggia la mia ragazza e che devo assolutamente raggiungerlo se non voglio perderla per sempre.

In quel momento il viso della signora si illumina e con un grande sorriso mi da tutte le informazioni di cui ho bisogno.
La ringrazio velocemente e corro verso il binario quattro.

Il problema adesso sta nel trovare il vagone giusto.
Sicuramente non ha preso la prima classe, troppo costosa, vado quindi dritto alla seconda classe urlando il suo nome, sperando così che possa sentirmi e affacciarsi dal finestrino.

L'effetto non è quello che desideravo: una flotta di gente incuriosita si affolla ai finestrini ed io non riesco a vedere dentro i vagoni.
In quel preciso istante mi viene un idea.

Vado al carretto dei panini e chiedo al ragazzo se può prestarmi il suo megafono.
Lui inizialmente si acciglia, come la signora delle informazioni, ma quando gli spiego a cosa mi serve non fa storie e me lo porge.
Sposto il pulsante e inizio a urlare.

"Bea, ti prego, so che sei su questo treno, ho solo bisogno di parlare cinque minuti con te."
Mi guardo intorno per vedere se la noto ma niente.

"Beatrice Ferretti io ti amo e ho bisogno di te. Non lasciarmi prima ancora di averti potuto spiegare cos'è successo ieri."
A queste parole vedo una signora che si agita da un finestrino.

"Ehi giovanotto vieni qui, avvicinati."

Io faccio come dice e la raggiungo.
Arrivato di fronte a lei la vedo che sorride.
Poi si sposta dal finestrino per mostrarmi una ragazza dai capelli rossi con indosso le cuffie e che tiene gli occhi chiusi.

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