Cap 16 Lex

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"Eh dai Lex vedrai che domani andrà meglio, la gente dimenticherà tutto e il Terzo Cerchio tornerà a brillare."

Nonostante il tono positivo di Enrico, io non riesco a non pensare di aver fatto una grande cazzata.

Edo e Giorgio rimarranno delusi quando verranno a sapere che grazie alla mia impulsività, il loro pub rischia di perdere un mucchio di clienti.

Sono passati due giorni dalla rissa e il locale è vuoto.
Ci sono pochissimi tavoli occupati, questo non promette niente di buono.

È domenica, di solito non abbiamo mani per fare resti, come dice un vecchio detto, invece il pub è vuoto, tutto questo è solo per colpa mia.
Non avrei dovuto prendere a pugni Mattia davanti ai clienti, non che mi dispiaccia avergli spaccato naso e sopracciglio, ma non avrei dovuto farlo in pubblico.

La gente si è spaventata nel vedere tutto quel sangue e adesso non entra più qui dentro. Come se non bastasse, con Bea è un vero e proprio disastro.

Ci evitiamo ancora più di prima, lei non mi rivolge parola e nemmeno uno sguardo, è come se io non esistessi.

Questa sua indifferenza mi sta logorando dentro, so che sono stato io a volerla, ma fa male. E fa ancora più male il fatto che Alberto le sta sempre appiccicato e lei sembra gradire tutte queste attenzioni.
Me la sono cercata no?

                                    BEA

Sono seduta sugli scalini di pietra bianca semicircolari della fontana dei Delfini, a farmi compagnia c'è Mia.

Ascoltiamo in silenzio la musica che proviene dal locale di fronte al nostro.
Purtroppo da due sere il pub è vuoto.
Se non avessi permesso a Mattia di entrare in quel dannato ufficio, non ci troveremmo in questa situazione.

"Mi sento in colpa da morire."

"Basta Bea! Non è colpa di nessuno. La gente fa finta di avere paura alla vista di un po' di sangue e ne fa una tragedia immotivata. Vedrai che tra qualche giorno tutto tornerà alla normalità, almeno per quanto riguarda il pub ovvio."
Io mi accigliò.

"Che vuoi dire?"

"Bea, anche un cieco si accorgerebbe che c'è qualcosa tra te e Lex."

"Si come no, ma se nemmeno ci parliamo? Sei fuori strada Mia fidati."

"Se lo dici tu..."
Sto per risponderle ma vengo interrotta.

"Ciao Bea, che ci fai qui fuori? Non dovresti essere a dare da bere alla gente?"

Beppe è davanti a me con il suo bellissimo sorriso, sulla spalla imbraccia una chitarra.

"Ciao Beppe, che ci fai tu qui? È mezzanotte domani non hai scuola?"
Lui fa un espressione seria.

"Bea sembri mio padre, ti fa male frequentarlo."
Ride della sua stessa battuta e io mi unisco a lui.

"Ero al fondo a provare con la mia band."

"Tu hai una band?"
Dico meravigliata.

"Diciamo che ne faccio parte. In realtà chi ha dato il via a tutto è il mio amico Nino, lui è il cantante della band."
Sono molto sorpresa.

"Come mai siete qui fuori, non hanno bisogno di voi lì dentro?"

"No purtroppo, il pub stasera è vuoto."

"Il Terzo Cerchio non è mai vuoto, da quello che ne so è il posto più frequentato di Catania. Cos'è, hai fatto scappare tutti i clienti?"

Beppe cerca di fare dell'umorismo ma la sua battuta non fa altro che peggiorare il mio umore.
Lui se ne accorge ed io gli racconto tutto quello che è successo un paio di sere fa.

Tu sei il mio destino Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora