Cap 27 Lex

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Sono le sei del mattino e Bea non è ancora tornata a casa.
L'ho cercata ovunque e ho provato a chiamarla, ma non sono riuscito a trovarla.
Sono sicuro che il motivo di questa fuga è la mia lunga assenza immotivata.

Sarà furiosa, ma ho intenzione di darle tutte le spiegazioni senza tralasciare niente.
Ha il diritto di sapere il motivo per il quale sono sparito, ma se non torna a casa sarà difficile spiegarle tutto e farmi perdonare.

Qualcuno sta bussando alla porta, anzi, sta cercando di buttarla giù.
Ma chi cazzo può essere a quest'ora del mattino? Bea sicuramente no perché ha le chiavi.

Non faccio in tempo ad aprire la porta d'ingresso che una furiosissima Mia mi si scaraventa addosso colpendomi a pugni.

"Sei un bastardo."
Mi urla contro.

"Come hai potuto farle così male."
Mia continua a urlare senza farmi capire a cosa si stia riferendo.

Urla che è solo colpa mia se adesso è in un letto d'ospedale, che non merito l'affetto di nessuno, ma io continuo a non capire.

Afferro Mia per i polsi, cercando di non farle male ma con il solo scopo di farla calmare.

"Non capisco di che cavolo stai parlando."
Lei si arrabbia ancora di più.

"Non lo capisci dici? Allora ti ragguaglio io.
Bea ti ha cercato ovunque in questi ultimi due giorni, senza mai dormire o riposare in nessun modo. Era preoccupatissima per te. Ieri pomeriggio, stava rientrando a casa dopo aver perlustrato per l'ennesima volta l'intera città, e indovina chi ha visto davanti al portone di casa con una bella ragazza rossa al suo fianco? "

Io rimango a bocca aperta dallo stupore. Non avevo la più pallida idea che mi avesse visto, non ho nemmeno pensato a questa opzione.

"Grazie a questa tua bella bravata, lei ha pensato bene di andare ad una festa sulla spiaggia e ubriacarsi. Suppongo per dimenticare la scena patetica che si è ritrovata ad osservare qualche ora prima."
Mia parla e mi guarda con disprezzo.

"Vuoi sapere come ha concluso la serata la tua ragazza?"
Ho paura di sentire il resto ma sono troppo preoccupato e sprono Mia a parlare.

"Bea in questo momento è in un letto di ospedale priva di sensi."
Io mollo la presa sui polsi di Mia e mi allontano da lei come se avessi preso la scossa.

"Che cazzo è successo a Bea?"

"Non lo sappiamo, è stata ricoverata all'ospedale Garibaldi.
Dopo che io e Alberto l'abbiamo trovata priva di sensi sulla spiaggia, siamo corsi al pronto soccorso, lì ha avuto un arresto respiratorio. Il caso ha voluto che Daniela fosse di turno in ospedale, così ha fatto in modo che tutta l'equipe medica fosse a disposizione di Bea."

Il mio cervello assimila in fretta tutto quello che sta dicendo Mia e la mia preoccupazione ormai è incontrollabile.

"Dobbiamo andare. Devo starle vicino in questo momento, portami da lei."
Mia ha un espressione contrariata.

"Non penso che quando si sveglierà vorrà vederti Lex. È non sarà facile digerire tutto quello che le è successo."
Non capisco.

"C'è altro che devo sapere?"

La vedo stringere i pugni con forza e lo sguardo diventare furente.

"Hanno cercato di violentarla Lex."

A questo punto la rabbia prende il sopravvento su tutto, ed inizio a spaccare qualsiasi cosa trovi a portata di mano.
Mia urla di fermarmi, ma sono troppo incazzato per farlo, così inizio a prendere a pugni l'anta della cucina.
Smetto solo quando il sangue che scorre dalla mia mano mi fa capire che ho perso completamente il controllo.

Tu sei il mio destino Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora