Capitolo 11

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Mi chiudo la porta della mia stanza alle spalle in attesa di sentir sbattere quella di casa ma quando, dopo qualche minuto non sento nulla, decido comunque di mettermi a letto. Se ne andrà quando ne avrà voglia. Di sicuro non c'è pericolo che possa intrufolarsi nel mio letto nel cuore della notte; questo mi sembra evidente.

Mi svesto ed indosso il pigiama e decido che è arrivato il momento di iniziare a staccarsi da quella felpa ma come qualunque disintossicazione vera e propria, deve essere una cosa radicale. Per stasera mi accontenterò di farla indossare ad uno dei miei cuscini. Con qualche difficoltà riesco a chiudere la cerniera e mi metto a letto. Mi giro e mi rigiro per qualche minuto e finalmente trovo una posizione che mi sembra abbastanza comoda: mi rannicchio su me stessa tirando le ginocchia al petto e abbraccio il cuscino con braccia e gambe poggiando il viso sul tessuto della felpa. Non so se Isaac sia ancora qui o sia andato via ma probabilmente non l'avrò sentito uscire.

Questa sera sembra che il sonno abbia deciso di farmi visita e quando sto per lasciarmi andare tra le braccia di Morfeo, uno spiraglio di luce illumina la stanza. Isaac se ne sta lì, sulla soglia e mi osserva; il cuore prende a battermi all'impazzata nel petto e prima che lui possa accorgersi che anche io ho posato lo sguardo su di lui, chiudo gli occhi fingendo di dormire.

Sento il pavimento scricchiolare sotto le sue scarpe, segno che si sta avvicinando e dopo qualche istante sento il materasso abbassarsi sotto il suo peso. È vicino, così vicino che posso sentire il suo calore nel punto in cui le nostre braccia quasi si sfiorano.

Per fortuna l'oscurità della mia stanza cela il rossore sulle mie guance e quando lui si cala leggermente verso di me, ho davvero paura che il cuore possa esplodermi nel petto. Sento il suo respiro sul viso e poi si sposta sul mio collo. Nel momento in cui le sue labbra entrano a contatto con la mia pelle mi sento in Paradiso: e la mia mente inevitabilmente mi fa pensare a cosa avrei provato se avesse toccato le mie labbra. Quando si stacca e la sensazione di freddo che sento mi fa rabbrividire. Dopo qualche secondo la sua mano si posa tra i miei capelli e le dita mi accarezzano il capo: probabilmente potrei passare ore e ore a farmi accarezzare da lui.

"Quante cose vorrei dirti" sussurra prima di staccarsi e alzarsi dal letto. Rimane qualche attimo sulla soglia e poi se la richiude alle spalle; appena sono al sicuro, al buio, i miei occhi si spalancano e le mie dita corrono nel punto in cui prima c'erano le labbra di Isaac. E domani? Domani come dovrei comportarmi? È la prima volta che lui si avvicina a me e lo ha fatto solo perchè pensava che stessi dormendo. Probabilmente non dovrei fare nulla e conservare questo ricordo, come un bel momento.

E così alla fine mi lascio andare al sonno con il mio cuscino stretto tra le braccia.

***

Mi sveglio più tardi del solito; in realtà è solo una mezz'ora ma per me è davvero strano tutto questo. Mi sento più... rilassata. Oggi ho il turno di pomeriggio alla libreria e ho tutta la mattina per dedicarmi alle faccende di case. Mi vesto con qualcosa di comodo e dopo aver bevuto una tazza di latte e sgranocchiato qualche biscotto, sono pronta a cominciare. Mi tiro su le maniche e noto che i segni intorno ai miei avambracci sono più scuri di ieri; mi fanno anche un po' male, ma meglio non pensarci.

In poco tempo mi porto a buon punto ma non avevo ancora preso in considerazione l'idea di un incontro con un ragno. Dio, non esiste qualcosa più schifoso dei ragni e questo è grosso e scuro e ha deciso di costruire la sua bella ragnatela proprio dietro il mio armadio. Ma ha pensato male. Su di me non ha avuto effetto il proverbio "Ragno porta guadagno" quindi questo essere deve uscire di qui. Apro la finestra, impugno la scopa e dopo averlo catturato, lo obbligo a suicidarsi.

Non sentendomi per niente in colpa per questo ragnicidio, continuo a pulire e visto che mi è rimasto persino un po' di tempo, preparo l'impasto per la pizza per la cena di stasera: è da tanto che non la mangio e preferisco non spendere soldi per comprarla quando posso prepararmela da sola. Per pranzo mi accontento di un'insalata mista con tutte le verdure che trovo in frigo e un panino. Prima di tornare a casa, dopo, devo proprio fare un salto al supermercato.

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