La mano di Jorge si poggiò sulla maniglia della stanza di Martina, lentamente la abbassò chiedendosi ancora dubbioso se fosse la cosa giusta da fare.
Tutte le certezze che aveva acquisito qualche giorno prima ormai erano andate a farsi fottere insieme a tutta la sua tranquillità.
Appena la vide ebbe un tuffo al cuore, la sua pelle pallida lo fece rabbrividire facendogli tornare in mente le parole del dottor Harrison. 'Si sta arrendendo' 'le manca un motivo per cui lottare'.
I capelli della ragazza erano raccolti in una crocchia arruffata probabilmente fatta dalle infermiere,il volto sovrastato da un tubicino trasparente che trasporta l'ossigeno dalla macchina a Martina, Il corpo coperto da un camice azzurro le metteva in risalto la pelle candida e i capelli castani.
Jorge si avvicinò a lei posando le sue mani sulle guance di lei per accarezzarle lievemente lasciandosi sfuggire una lacrima.
Continuò a scrutarla per molti minuti ancora guardando di tanto in tanto il soffitto per non scoppiare a piangere.
Le lasciò un dolce bacio a fior di labbra, anche se poteva sembrare strano, lui lo fece e non avrebbe voluto staccarsi da lei così presto anche se il fatto che lei non ricambiasse il bacio era una sensazione nuova per Jorge, ma lei adesso era incosciente, anche se avesse voluto avventarsi sulle labbra carnose di Jorge non avrebbe potuto farlo.
<<mi manchi piccola, mi manchi da morire>> sussurrò con voce roca al suo orecchio mentre si accomodava sulla poltrona in pelle nera.
<<avrai pensato che ti avessi abbandonato, che ti avessi rimpiazzato>> rise amaramente. <<no piccola, non ti ho dimenticato, come potrei dimenticarti>> la prima lacrima rigò il suo volto. Strinse la presa sulla mano di Martina continuando a sussurrare per non farsi sentire da nessuno. Anche se nella stanza non c'era nessuno oltre a loro due, Jorge era convinto che le cose che avrebbe detto in quel momento sarebbero dovute rimanere tra lui e la sua piccolina.
<<non lo capisco sai? Non capisco come le cose brutte accadano sempre alle persone buone. Non capisco perché adesso siamo qua. Dovremmo essere a casa, a coccolarci sul divano mentre le nostre bocche si incastrano l'un l'altra e i nostri occhi si incrociano provocando i brividi lungo la schiena>> sorrise immaginando la scena mentre al contempo un'altra lacrima gli rigò la guancia cadendo poi sul dorso della sua mano intrecciata con quella di Martina.
<<lo senti il mio cuore piccola? Adesso fa tipo 'hay amor en el aire, acercate a mi, apuesta por lo que siento, hay amor en el aire tu confi en mi, ya ves que no existe el tiempo, solo el destino que a nosotros dos unió, para siempre, para siempre'>> la sua voce si spezzò pronunciando le ultime parole della sua canzone.
<<adesso tu continua a riposarti ma non ancora per molto, tra poco riprenditi cosi torniamo a casa, solo io e te>> le sussurrò. Potevano sembrare le parole dette da un padre a suo figlio, quando i genitori usano parole semplici e fanno quelle vocine buffe che fanno ridere i bambini o le parole dette da un bambino ingenuo a qualcuno a cui tiene, ma dopotutto Jorge dentro era ancora un bambino. un bambino impaurito. Un bambino che vede la sua ragione di vita abbandonarlo pian piano. Un bambino con delle speranze.<<Jorge?>> la voce roca di Ruggero invase la stanza.
Aveva gli occhi semichiusi segno che si era svegliato da poco ed in mano aveva due bicchieri di caffè con un cornetto alla Nutella.
Li poggiò sul mobiletto posto al lato del letto di Martina e dopo averle scoccato un bacio sulla fronte ed averla salutata si accasciò vicino all'amico scuotendolo dolcemente.
La testa di Jorge penzolò assieme al suo braccio per qualche secondo prima che riuscisse ad aprire gli occhi.
<<Ruggero?>> biascicò strofinandosi gli occhi.
<<buongiorno>> quasi sussurrò Ruggero porgendo a Jorge il caffè ed il cornetto. Jorge li afferrò sorridendo prima di voltarsi verso Martina. Sorrise dolcemente prima di incupirsi di colpo, si voltò verso Ruggero ed emise un sospiro.
<<non si è ancora svegliata, vero?>> chiese sperando di non ricevere la risposta che immaginava.
<<no>> disse solamente chinando la testa.
<<buongiorno principessa>> la sua voce si fece sempre più tremolante così come le sue mani. Inspirò una buona quantità di aria per riprendersi e poi le lasciò un dolce bacio a fior di labbra.
Nessuna reazione. Niente.
<<si riprenderà>> la voce di Mercedes ruppe il silenzio della stanza.
<<lei è forte, la persona più forte che io abbia mai conosciuto>> continuò lasciando sfuggire dal suo controllo un paio di lacrime. La gola le bruciava mentre una stretta le fece contorcere lo stomaco. Altre lacrime le rigarono il viso. <<non la voglio perdere, non voglio>> ripeteva. <<andiamo>> Ruggero afferrò Mercedes trascinandola fuori dalla stanza facendo regnare nuovamente il silenzio in quella camera. Solo i loro respiri che si intrecciavano confondendosi l'uno con l'altro e il continuo 'bip' delle macchine collegate al corpo di Martina.
<<sai piccola? Neanche io voglio perderti, non voglio>> confessò. Questa volta non si impose di non piangere, si lasciò andare riempiendo la stanza con i suoi singhiozzi e le sue parole sussurrate.
<<non voglio... non voglio>>
Passarono secondi interminabili prima che Jorge ricominciasse a parlare.
<<tu mi servi Martina, tu mi servi. Mi serve sentire la tua pelle sulla mia, le tue labbra che percorrono il mio corpo, le tue mani che tirano le punte dei miei capelli, le tue parole dolci sussurrate al mio orecchio... Mi servi Martina>>.
Seguì l'assoluto silenzio e poi singhiozzi strozzati, trattenuti. Lacrime che cadono indisturbate l'ungo le guance del ragazzo dagli occhi verdi e le loro mani intrecciate, come a non volersi lasciare andare, come a non volersi perdere. <<ti amo Martina>>.
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Insieme di nuovo
Romance"STORIA COMPLETATA" I protagonisti della storia sono due ragazzi di 19 e 23 anni. Martina e Jorge. Lei è una ragazza forte, durante l'infanzia ha perso la mamma e il fratello (nonché migliore amico di Jorge o per meglio dire ex migliore amico). Jorg...