capitolo 42

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Sono alla cassa a pagare, tiro fuori il portafoglio poi all'improvviso sento spari e gente che urla.

Cazzo Ana è di fuori!

Corro di fuori , c'è un gruppo di persone .

Ana, Ana , Ana dove sei.

Vado verso quelle persone e il cuore si blocca.

Anastasia è a terra in una pozza di sangue!

<< ANASTASIA!>>

Mi getto sul suo corpo, immobile.

<< Anastasia ! >>

Non riesco a dire altro che il suo nome!

Mi sento male, ho il cuore in gola, le mano mi tremano.

Stringo a me il suo corpo , è freddo.

<< No, no, no! Non puoi lasciarmi!>>

L'ambulanza la carica e andiamo all'ospedale.
Per tutto il tragitto gli tengo la mano.

Gli hanno messo una mascherina per l'ossigeno , il suo corpo è collegato da tanti piccoli tubicini.

<< Amore mio ti prego riprenditi!>>

<< Signor Grey attenda nella sala, dobbiamo operarla di urgenza. Le faremo sapere.>>

Ma vaffanculo! Odio aspettare! Io voglio stare lì con lei. Lei si deve svegliare, lei deve riaprire quei splendidi occhi ancora una volta. Ora che tutto va bene non può lasciarmi !

Faccio delle chiamate, devo scoprire chi cazzo è stato a sparare alla mia Ana!

Le ore sono infinite, è la dentro da tanto!

<< Signor Grey>>
<< Come sta?>>

<< La situazione è critica, vogliamo il consenso per far nascere il bambino, una pallottola è passata li vicino, ma se non lo facciamo nascere morirà.>>

Oh mio dio! Anche il mio bambino!

<< Ma non è troppo piccolo? E se non si salva?>>

<< Non si preoccupi, abbiamo macchinari per tenerlo in vita. Allora abbiamo il suo consenso?>>

<< Si, fatelo nascere.>>

Attendo , nel frattempo la mia famiglia e quella di Ana vengono .

<< Tesoro! Dio mio!>>
Mia madre mi abbraccia e versa qualche lacrima.

<< Si riprenderà ! Bisogna solo scoprire il bastardo che gli ha sparato!>>
Dice Elliott.

Mi prendo la testa tra le mano e mi siedo.

Anastasia, devi vivere, per me, per nostro figlio... ma soprattutto per TE!

Dio quanto la amo, non glielo mai detto, dovevo dirglielo prima. Invece l'ho sempre lasciata con il dubbio , l'ho sempre vista titubante su ogni gesto o parola.

<< Signor Grey, la signorina Steele è fuori pericolo, ed anche il bambino.>>

<< Posso vederla?!>>
Chiedo con il fiato spezzato.

<< Lei non ancora, stiamo facendo gli ultimi accertamenti, ma se viene le mostro il bambino.>>

Camminiamo lungo questo corridoio.

Attraverso un vetro c'è un bambino dentro a un'incubatrice, è così piccolo, magrolino, i suoi capelli sono tanti , gli occhi non saprei.

<< Signore mi serve il nome del bambino>>

<< Theodore, Theodore Grey.>>

Vorrei prenderlo in braccio, sentire il suo corpicino sulle mie mano, le sue piccole manine aperte e non chiuse in piccoli pugni.
Già ha preso un mio vizio.

Poggio la mano al vetro e rido.
Poi ritorno alla realtà , la mia Ana sta morendo. E io non posso permetterlo.

Passano ancora le ore, siamo davanti al vetro che ci separa dal mio bambino.

<< È così bello.>>
Mi sussurra Mia attaccata al mio braccio.

<< Anastasia vivrà . Lei è sempre stata forte e sopravvivrà>>

Mi dice Kate con le lacrime.

Nami invece è seduta e non parla, ha lo sguardo perso nel vuoto.

<< Signor Grey , Steele è nella sua camera , può vederla.>>

Il cuore è in gola.

Corro verso la sua camera .

Anastasia è stesa sul lettino, è pallida, il suo corpo è pieno di fasciature , il contorno dei suoi occhi è nero, e le sue splendide labbra hanno preso il colore di viola scuro.

Mi avvicino cautamente . Prendo la sua mano e la porto alla mia bocca , baciandola delicatamente.

<< Anastasia, apri gli occhi. Fammi vedere il cielo che trasmettono, fammi udire la tua voce, fammi sentire ancora il calore delle tue labbra..>>

Una lacrima mi riga il viso e cade sulla sua mano, fredda e morbida .

<< C- Christian...>>

Alzo la testa e lei ha parlato!

<< Ana... Anastasia ! >>

Fa fatica ad aprire gli occhi e a parlare.

<< È ... è la prima volta che ti vedo piangere...>>

<< Io... io non me lo perdono non sono riuscito a salvarti!>>

Stringe con una debole forza la mia mano..

<< Sei... venuto per me... m-mi basta questo ...>>

La sua bocca si curva in un debole sorriso.

Tra le lacrime di gioia, agonia e paura gli dico ciò che avrei dovuto dirgli 5 anni fa.

<< Ti amo, ti ho sempre amata.>>

Dai suoi occhi chiusi escono delle lacrime.

<< Ti ho sempre amato anch'io ...>>

Anastasia è viva.
La mia unica ragione di vita è VIVA!

<< Theodore è vivo?>>

<< Si, ed è bellissimo... come te.>>

Un altro sorriso molto più accentuato si fa strada sul suo viso bianco neve.

Ed ora, sarà caccia aperta al bastardo.

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