To be happy and smile aren't the same

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Sono in bus, e sto andando da Simone. È incredibile che si sia dimenticato del mio arrivo a Napoli. Credo di cominciare già a stancarmi, ma credo ne varrà la pena. Sto quasi per arrivare e quando scendo dal bus, vedo l'ospedale. Cammino verso il bar, ma con mia sfortuna, non vedo nessuno seduto sui tavoli.
Dove sarà?
Mi chiedo. Provo ad entrare dentro al bar ma vedo solo due anziani seduti sul tavolino e un uomo con gli occhiali vicino al bancone.

"Mi scusi, ha per caso visto un ragazzo abbastanza alto, con un ciuffo castano venire qui con una persona?"

Il barista mi scruta dalla testa ai piedi, e poi comincia a pensare per soddisfare la mia richiesta.

"Mh...no, ragazzo, non ho visto nessuno."

"Ne è sicuro? Mi hanno detto che qui, alle dieci ci sono state due persone, il primo come ve l'ho descritto prima, ed un'altra, non so chi sia, ma credo sia una donna." Rispondo velocemente, aspettando un'altra risposta dal barista che ci mette troppo per rispondermi e la cosa mi sta dando parecchio sui nervi.

"Ehi calma ragazzo, non mangiarti le parole..o dovrei dire.."non mangialti le palole" " Mi dice prendendo in giro la mia erre moscia, completando il tutto facendo una grassa risata.

Sospiro infuriato, cercando sempre di rimanere calmo, e ribatto in risposta.

"Mi sta prendendo in giro? Guardi che non ho tempo da perdere." Il tocco d'arte sarebbe stato un dito medio dritto in faccia, ma ovviamente non l'ho fatto.

"Dai non te la prendere..comunque se ti può rendere felice, ho visto un ragazzo con una ragazza andare nel bar dell'ospedale dall'altro lato a sinistra." Mi dice, stavolta con una faccia seria.

"Cosa? Mi state dicendo che questo non è il bar dell'ospedale?" Chiedo assumendo un aspetto sorpreso. Nella mia testa maledico me stesso per non aver chiesto indicazioni e fatto di testa mia.

"No,non lo è." Mi dice, sorridendomi. Alcune volte pare che mi stia prendendo in giro, quello è fuori di senno. Esco dal bar adirato, non solo Simone non si è fatto vedere, ma non mi ha neanche chiamato.
Ops.

Ho dimenticato che avrei potuto chiamarlo anch'io.. sono un totale cretino. Ma forse è perché nemmeno io ci sto più con la testa dopo la rottura con Claudia e la situazione imbarazzante di oggi.
Prendo di nuovo il bus per tornare a casa di Simone, e decido di chiamarlo, anche se lo avrebbe dovuto fare lui.
Mentre digito il suo nome, mi arriva una chiamata da Nunzia, che butta praticamente tutto all'aria.

"Pronto? Nunzia?"

"Sì, sono io. Volevo avvisarti che Simone è tornato a casa, gli ho detto che eri arrivato e che lo stavi cercando, ma lui mi ha detto che non ce n'era bisogno e ti ringrazia comunque."

"Ah,okay. Sto tornando." Stacco immediatamente prima che Nunzia possa dire ciao. Ma che significa?!
Che razza di risposta è? Oggi mi prendono in giro tutti o cosa?
L'ho cercato invano e lui, invece di scusarsi, mi ringrazia.

Intanto il mio stomaco brontola, ho una fame che non ci vedo più.
Arrivo e busso nuovamente, sentendomi un cretino.

"Ehii Riccà!" Mi apre Simone tutto sorridente e poi mi abbraccia sull'orlo della porta, stringendomi fra le sue braccia contro il suo petto.

"Ehii."Credo sia la sensazione più bella del mondo. L'abbraccio dura poco ma ho già dimenticato perché ero arrabbiato con lui. O forse no.

"Ma dov'eri?" Faccio finta di non sapere nulla.

"Ah..ero da Giulia." Mi dice, non avendo paura di parlarmene.

"A casa sua?" Rispondo stuzzicandolo.

"No, al bar dell'ospedale. Non te lo ha detto mia sorella?"

"No..cioè si..ma credo di aver capito male." Quant'è brutto tenere tutto dentro. Ma non ce la faccio a sfogarmi con lui ora come ora.

"Allora, stai bene? Cioè..dopo la rottura." Mi chiede Simone, guardando da tutt'altra parte.

"Più o meno. Non ne parliamo per ora." Gli faccio un sorriso forzato.

"Sei venuto qui per parlarne e ora mi dici che per ora non dobbiamo farlo? Certo che sei proprio strano tu!" Mi dice e fa una piccola risatina.

Non gli rispondo.

"Hai fame?"

"Tu si che mi capisci." Gli rispondo sorridendo.

Io e Simone andiamo in una pizzeria di Napoli e prendiamo entrambi una pizza con le patatine. Ci sediamo uno accanto all'altro sul tavolino e cominciamo a mangiare.

"Sbaglio o a te non piaceva la pizza eh Simò?" Gli dico, ricordandomi che lo aveva detto quando facemmo un video insieme.

"No, ovviamente preferisco il bollito di minestrone, ma quando sono con gli amici la prendo." Mi dice ridendo alla fine e mordendo un pezzo della sua pizza.

"Oggi comunque non mi hai aspettato a casa tua, non avresti dovuto farlo." Brontolo e metto il broncio come un bambino.

"Te l'ho detto..ero con Giulia." Cerca di giustificarsi mettendo una mano dietro alla testa.

"E di cosa avete parlato? Ti ha perdonato?" Lo guardo mentre mangio la penultima fetta di pizza.

"Beh..mi ha praticamente detto di avermi sognato, e ha detto che se non lo faceva, non mi avrebbe mai perdonato."

"Cosa? Non ha fottutamente senso" Rido sperando in una risposta normale.

"Ha detto che quel sogno era proprio un segno, è ciò la ha aiutata a capire che doveva perdonarmi. L'ha visto anche su internet. Capiscile tu a 'ste donne.." Ride Simone dandomi una pacca sulla spalla.

"Ma davvero? Anche io ho fatto un sogno..c'era Claudia e.."

Simone mi mette l'indice sulla bocca in segno di silenzio. "Nessuno te l'ha chiesto." Mentre sorride.

"Dai ma quanto puoi essere stronzo?" Gli dico ridendo, poi lo facciamo insieme.

"In realtà era solo per non farti pensare a Claudia. Voglio solo aiutarti..insomma." Mi guarda, stavolta davvero preso da questo suo "impegno". Quando fa così è tenero.

"Sì..cioè, grazie, davvero." Sono in procinto di piangere, perché sto ripensando a Claudia.

Simone si accorge della mia espressione non molto felice, infatti sto per scoppiare.

"Riccà..lo so che è una situazione difficile, però dovresti pensare di andare avanti, a dimenticarla, che ne so, prova a cancellare tutte le foto con lei sul cellulare." Mi dice Simone ridendo.

"Sei molto divertente..già, divertentissimo." Scoppio in lacrime poggiandomi su Simone senza curarmi delle persone che possono vedermi e pensare chissà cosa.
Simone mi dà delle pacche sulla schiena, consolandomi come meglio riesce a fare, ma io non riesco a pensare di dimenticarla.

"Riccà, a volte quando sei con me mi fai sentire così gay. Dice Simone ridendo, mentre guarda in alto.

Obsession - Dosawed☆Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora