07 Bianca. Ho già detto di essere fortunata?

22.6K 734 62
                                    

07 Bianca
Ho già detto di essere fortunata?


È stata una notte terribile. Interminabile.

Continuavo a rivivere quello che è successo nel pomeriggio, ininterrottamente, come un video che ripartiva in automatico.

C'era sempre una parte che mi risultava più chiara di altre e la mia attenzione, nel sogno, si focalizzava sempre su quel momento.

Mi ritrovavo nella mia stanza, Jhonatan mi colpiva sul viso e cadevo sul letto, la guancia in fiamme. Aspettavo con trepidazione il momento in cui avrei afferrato la lampada e gliel'avrei fracassata sulla testa, ma quando mi allungavo verso il comodino, non c'era nulla da usare come un arma. Allora iniziavo ad urlare, ma nessuno aveva chiamato la sicurezza e Lui mi strappava di dosso la maglietta. Cercavo di colpirlo, ma sentivo le braccia pesanti e non riuscivo a muoverle. Guardavo in alto e scoprivo di avere i polsi legati ad un supporto.

Poi, al improvviso, nella stanza c'era anche un'altra persona.

Sapevo che Ryan era lì, ma non potevo vederlo né chiamarlo. 

All'improvviso avevo la bocca tappata da qualcosa e le mani di Jhonatan mi toccavano dove non avrebbero dovuto.  Dove, grazie a dio, non mi hanno toccata.

La prima volta che mi sono svegliata, sono stata presa dal panico.

Ero su un letto, in una stanza buia  e non vedevo nulla.

La prima cosa che ho controllato, è stata di avere ancora i vestiti addosso. Per fortuna erano al loro posto e questo un po' mi ha calmata, ma il sogno era così vivido e realistico, che sentivo ancora addosso la sensazione di essere toccata.

Mi facevo schifo.

So che nella realtà Jhonatan non è mai andato così oltre, non gliel'ho permesso, ma sapere che sarebbe bastato un nulla, per rendere le cose diverse, mi ha spaventata  a morte. Essere toccata , anche solo in sogno, contro la mia volontà, mi ha dato il voltastomaco e mi ha fatta sentire sudicia.

Ho trovato a tentoni l'interruttore della luce e ho riconosciuto a stento la camera di Ryan. Un armadio, un cassettone di legno scuro e una sedia semi piena di vestiti nell'angolo. Avrebbe potuto essere una qualsiasi camera, se non fosse stato per i trofei su una mensola e una foto che lo ritraeva insieme alla squadra di football del liceo.

Mi sono chiesta dove fosse Ryan perché per nulla al mondo volevo restare ancora da sola; la solitudine mi spaventava moltissimo in quel momento.

So che non avrei dovuto comportarmi così,  che non avrei dovuto appoggiarmi a nessuno, tanto meno a lui, ma già una volta mi ha protetta,  e solo poche ore prima, mi ha tenuta stretta e cullata come una bambina per calmarmi e non ne ho potuto fare a meno.  Mi ha ascoltata e fatta sentire al sicuro, per la prima volta dopo tutte quelle ore di angoscia, dove il pensiero e i ricordi continuavano a bombardarmi i sensi.

Penso di non aver mai pianto così tanto in vita mia. Solo quando l'ho visto, sulle scale, in jeans e maglietta, è stato come se un peso mi fosse stato levato di dosso. Con lui sapevo di essere al sicuro.

L'idea che, presto, Jhonatan sarebbe stato scarcerato,  ha continuato a tormentarmi e non posso farci nulla perché la sua famiglia non ci metterà molto a tirarlo fuori di li. Mi spaventava a morte l'idea che possa venire a cercarmi per portare a termine quello che ha iniziato.

Durante il suo delirio, ontinuava a dire che ero una sua proprietà, che dovevo fare come mi veniva detto, ma questo a Ryan non l'ho raccontato.

L'ho guardato pochissime volte, durante il racconto, ma in ciascuna di quelle occasioni,  aveva una faccia spaventosa.

Opposti in Amore. The Colorado Series #1 (COMPLETA e in revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora