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"E poi cerco di chiarire con te. Mi chiedi cosa devi fare per far si che tutto torni come prima, mi chiedi come fare per riprendere la fiducia che hai perso. Ti guardo ma tu non capisci. Così mi fermo ti guardo e ti chiedo "leggimi negli occhi"•

«leleeee apri questa porta!! Tanto lo so che sei la dentro?» continuo a bussare alla porta della sua camera. Ma non ricevo risposta, sono le tre di notte e io non sopporto più questa situazione. Appena finita la cena io e Gabri abbiamo fatto una passeggiata a Trastevere. La mia testa si trovava in un altro pianeta.
«leleeee sono le tre. Tanto lo so che sei sveglio. Apri adessooo» sembro una pazza che urla in un corridoio. La porta si apre di botto, mi guarda entro come una furia.
«hai smesso di fare tutto questo casino?»
«ora tu mi ascolti »
«non ne ho nessuna intenzione. Sono le tre di notte, stavi così bene con Gabriele e Stefano perché non sei rimasta li» mi chiede nervoso. Si sfrega le mani e si siede sul letto.
«abbiamo finito la cena e c'e ne siamo andati via. Lele io non ho fatto nulla di male»
«non hai fatto nulla di grave? Ah beh per te non scendere ieri è nulla ok »
«Lele che palle! veramente sei assurdo. Ti avevo già spiegato il motivo per il quale non sono scesa»
«si hai preferito Gabriele a me. »
«Ma che stai dicendo?? Stai dando i numeri Lele!»
«fino a poco fa stavi da dio no? E allora perché sei tornata da chi ti rompe le palle. Io non sono nessuno a quanto pare»
«sei tu che non sei venuto alla cena. Nessuno ti ha obbligato a fare quello depresso nei social »
«ma chi sta facendo il depresso? Elodie io sto male! Tu non riesci a capire davvero. Da quando siamo usciti dalla Casetta che non stiamo insieme. Io sto impazzendo avevo solo bisogno di vederti,di stare con te. »
« il fatto che io non sia scesa ieri non vuol dire che non avevo voglia di starti vicino le»
Alza lo sguardo. Mi guarda. I suoi occhi sono dentro i miei. Mi inginocchio alla sua altezza.
«non sono brava a dimostrare lo so»
Lui continua a non parlare. Come se volesse davvero farmi capire il suo stato d'animo attraverso gli occhi. Cerca di parlarmi senza aprire bocca un po' come facevamo dentro la casetta.
Cerco le sue mani che però sposta. Come se non volesse un contatto con me. Questa cosa mi ferisce.
«se solo una volta tanto provassi anche tu a leggermi dentro come in questo momento avresti capito tante cose» mi dice con una voce triste. Si alza dal letto evitandomi. Si affaccia alla finestra. Mi avvicino, appoggio la mia testa sulla sua spalla.
«ho fatto solo quello che avevo deciso di fare. Ti ho ferito ho sbagliato. » dico. «Le ti prego?? »
«che cosa??»
«guardami » si volta. Mi guarda.
«Ti amo»
«io ti odio perché non posso far altro che amarti» decido di abbracciarlo. Lui non mi stringe anche se le sue braccia non esistano ad avvolgermi.

*spazio autrice: prometto che la tortura non di questa litigata non durerà molto. Voglio solo dare un po' di vita alla storia se no ripeto vi annoiate e non va bene.
Il sereno tornerà non vi preoccupate. Un bacio a tutte buonanotte ❤*

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