26.

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Entrambi ci fermiamo al costruire sei. È arrivato dopo un periodo di crisi. Nessuno dei due si aspettava che uscendo da amici sarebbe stato difficile gestire il tutto.
Fan che ti chiedevano. Giornalisti pure. Litigavamo per ogni piccola cosa anche una scenata di gelosia che non esisteva per niente.
«questo momento lo ricordo come se fosse ieri. Era un periodo strano, complicato per me, per te, un po' per tutti. Il modo per non pensare era mettermi a scrivere canzoni o cercare di uscire con gli amici. Le giornate senza lavorare se ero solo era un incubo. La gestione del nostro rapporto era insopportabile » dice lele, fissando un punto sul cuscino davanti a lui. Sta cercando di mascherare i sentimenti provati in quel periodo.
«avevo paura che non saremo mai più riusciti a costruire niente. Ogni giorno passava e io ti sentivo lontana. Mi sentivo un uomo che non riusciva a proteggere la sua donna. Non volevo farti sentire sola, lo eri sempre stata prima di me, ma oggi c'ero. Eravamo pecore sbarrire senza una via d'uscita. Senza sapere dove sbattere la testa. » con una mano accarezza la mia gamba coperta dal pantalone nero che uso per casa. È notte fonda non so che ore sono. Noi siamo in un mondo tutto nostro.
« le fan non ci aiutavano. Io ero in crisi. Mi mancavi e non potevo fare nulla. Ci vedevamo poco e niente ed era diventato tutto così surreale.»
Fisso la foto. Era la festa del compleanno di gabri. Io non volevo neanche andare sapevo che ci fosse lui. Eravamo in crisi nera quasi pronti a lasciarci. Ma poi gabri quel giorno mi obbligo a presentarmi; se non ci fossi stata non mi avrebbe più parlato.
«Lele -mi guarda - io non volevo andare alla festa di gabri. Lui mi aveva minacciato di non parlarmi più se non mi fossi presentata.»
«era il mio migliore amico dentro la scuola il mio invito avveniva in automatico. Sapevo bene che avrebbe invitato anche te, volevo vederti, guardarti in faccia dopo mesi che ci parlavamo una volta si e altre mila volte no. »
«quando ti vidi seduto sul divano a chiacchierare in tranquillità con chiara. Ebbi una morsa nello stomaco. Ho sempre saputo che per te esistevo solo io, ma in quel preciso momento la gelosia ebbe la meglio su di me. Non volevo vedere quelle scene, dopotutto ero innamorata. » mi sorride. Mi incita a continuare il racconto. « per tutta la sera mi avevi evitato. Eppure non mi mollavi gli occhi di dosso. Gabriele se la rideva per noi come se per lui fosse tutto semplice »
«quello è un cretino che ti credi! » ridiamo insieme.
«quando sei uscita, decisi di seguirti, dovevamo parlare e il giardino di quella villetta affitata per la festa era il momento giusto. Ti raggiunsi. Eri già sul punto della difesa. »
«si. Ti urlai un "lele vattene." come al solito tu non ti mossi. Avevi questo fatto di non lasciare le cose a metà, è già il fatto di aver trattenuto tutto sto tempo in bilico la nostra storia era tanto. Lo avevi fatto per me. Perché per te venivo prima io di tutti. »
«in quell'istante ti dissi che avevo bisogno di sapere che cosa ne sarebbe stato di noi. Avevo bisogno di chiarire le idee che avevo in testa»
«ti risposi che non lo sapevo neanche io, ma che ti amavo e che mi mancavi»
È vero l'unica cosa che mi veniva da dire in quel momento era "ti amo e mi manchi".
Dopo quelle mie parole parti una canzone. Una canzone che noi conoscevamo bene, gliela avevo dedicata una sera che stavamo insieme. Era una mia canzone. Giorni spensierati. In quell'istante fu tutto molto veloce, il mio ragazzo prese la mia mano; fronti attaccate iniziamo a ballare. Le lacrime scendevano lungo il nostro viso e Gabriele a tradimento ci scatto una foto.
Era un piccolo tassello. Noi non volevamo lasciarci. Noi volevamo continuare a costruire.
« è stato uno dei momenti credo più belli della nostra storia. Io e te. Solo io e te. Ti amo sussurrati e respiri mischiati.»
« le tue mani strette nelle mie» sussurrai io quella sera e anche adesso.
«ti amo» mi sussurra. Chiede l'album lo guardo.
«credo che è ora di pensare un po' a noi. Per oggi abbiamo dato» gli do un colpo sul braccio.
«sei uno svergognato» scoppia a ridere. Amo la sua risata. Gli sorridono gli occhi quando è felice.

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