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"La mia storia, beh... c'è molto da dire in realtà. Ho già provato a raccontarla ad altre persone, ma poi se ne sono andate. Non ho paura di parlarne con te comunque. Anche se mi hai davvero ferito, non sono arrabbiato. Sei diverso con me.

Comunque, sono nato a Sydney, e vivevo con mia madre e mio padre. Non mi hanno mai amato, ho fatto il possibile per far sì che succedesse il contrario. Abusavano di me, non mi cucinavano mai niente, e mi chiudevano anche in camera per giorni. Mi è stata diagnosticata la depressione all'età di 8 anni, e a 9 anni mi hanno dato via. Mia mamma morì un anno dopo. Sono stato mandato in un orfanotrofio, e subito mi sentii fuori posto. Ero il più grande di tutti, non avevo nessuno con cui parlare, tranne per un giovane ragazzo di nome Ashton che andava a trovare sua madre al lavoro qualche volta. Quando qualcuno era intenzionato ad adottare un bambino si guardava intorno, e così noi pulivamo la nostra parte di stanza, per essere scelti. Io rimanevo sveglio per ore il giorno prima solo per pulire, volevo così tanto apparire come quello più responsabile e ordinato. Volevo che mi scegliessero, ma non è mai successo. All'età di dodici anni iniziai a tagliarmi. Non ero abbastanza per essere adottato. Ero costretto a guardare i bambini che ormai avevo imparato ad amare, lasciarmi. Poi un bel po' di ragazzini arrivarono tutti insieme. Cominciammo a restare senza spazio, cibo e soldi. Io ero sempre l'ultimo a ricevere qualcosa, ma vedevo quanto sembravano infelici tutti i bambini lì, e perciò non mi interessava. Ero sempre trascurato. Le persone venivano per adottare, ma a me non importava più. Ho smesso di provarci. Vedere quanto tutti non fossero felici, mi fece riflettere. Continuo a provocarmi dolore, ma non ho mai permesso a nessuno di vedere come sto male. Quando è iniziato il liceo, mi sono comportato come la persona più felice del mondo. Volevo far capire alle persone quanto fossero importanti, e volevo farle sentire come se avessero qualcuno su cui contare. Facevo i complimenti a tutti, così che si sentissero bene con loro stessi. Non sono mai stato ricambiato comunque. Non mi è mai importato, o non ho mai pensato di non piacere alle persone, finché l'intera scuola disse che mi odiava. Mi sono arreso a rendere felici le persone. Mi sono arreso a nascondere le mie emozioni.

Ritornando all'orfanotrofio, continuiamo ad essere poveri. Non abbiamo abbastanza roba per tutti. Sono sottopeso di almeno 30 chili rispetto alla mia altezza, perché mi rifiuto di mangiare finché non sono sicuro che tutti i bambini non abbiano più fame. Amo ognuno di loro con tutto il mio cuore, e non vorrei mai vederli tristi. Ogni volta vado nel loro letto e gli rimbocco le coperte, tranne a Jeydon, ha 14 anni. E dico a tutte le bimbe che sono bellissime, e a tutti i maschietti quanto sono fichissimi. E' davvero commovente vedere le loro facce illuminarsi. 

Inoltre non possiamo permetterci nulla per Natale, quindi creiamo dei bigliettini e mangiamo biscotti, seduti intorno all'albero di natale. Si divertono molto, tutti quanti. Ciò che amano di più fare è andare nelle case di riposo e cantare ai più anziani. E' una cosa molto semplice, ma bella.

Ora, quando delle persone vengono per adottare, faccio loro da guida. Racconto ogni cosa su tutti i bambini, sperando di essere carino abbastanza per farmi adottare. Continuo a voler una casa. Continuo a voler dei genitori o dei fratelli. Continuo anche a tagliarmi, ogni volta, ed alcuni lo notano e così decidono di non scegliermi. Quello che non sanno però è che tutto ciò di cui ho bisogno è un posto dove essere accettato"

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blackveilmuke © all rights reserved.

christmas orphan // muke (traduzione italiana)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora