Cheyenne's Chapter |10|

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«Non voglio alzarmi..» borbottai.
«E invece devi, oggi si torna a scuola!» mi gridò Gabriel dalla cucina.
«Mmh..» mormorai in risposta, e con malagrazia scesi dal letto e mi fiondai in bagno, dopodiché tornai in camera da letto, che tra parentesi ormai era diventata di mia proprietà -Gabriel non voleva ancora che io tornassi a stare da sola- e applicai eye-liner e mascara, riuscendo discretamente nella mia impresa.
«Sono pronta!» sbadigliai 10 minuti dopo dirigendomi alla porta di casa.
Gabriel mi stampò un bacio sulle labbra:«attenta a non addormentarti sulla moto!»
«Impossibile, visto come guidi tu.» sorrisi.

In 10 minuti eravamo già arrivati a scuola: tantissime persone corsero a salutarmi, probabilmente tutti gli invitati alla festa avevano saputo dell'accaduto. Tra loro mi raggiunse anche Edward, seguito da Martha.
«Ehilà!» li salutai.
Martha corse ad abbracciarmi di slancio, e Edward si limitò a sorridere imbarazzato.
«Come stai?!» trillò lei.
«Molto meglio!»
Ehi, aspetta. Quei due si tenevano la mano.
«Non vorrete dirmi che..» indicai le loro mani intrecciate.
Sorrisero entrambi imbarazzati.
Quei due stavano insieme!
«NON POSSO CREDERCI, OK, POSSO ORGANIZZARE IL MATRIMONIO?» Finalmente Martha aveva trovato qualcuno che la meritava, e non il solito coglione.
Cominciai letteralmente a saltellare dalla felicità, credendo di poter svenire da un momento all'altro.
Sì, mi facevo facilmente prendere dall'euforia.
«Ferma, ferma!» cominciò Edward, ridendo.
«Pretendo che mi raccontiate tutto..»
Ecco il trillo della campanella che segnalava l'inizio delle lezioni.
«..a ricreazione.»
Io e Gabriel, che rideva ancora della mia reazione, ci avviammo frettolosamente in direzione della mia classe.
Mi salutò con un bacio, e corse verso la sua classe mentre io rimanevo a guardarlo con occhi sognanti.
Era sempre come la prima volta, i sentimenti non cambiavano: alcuni dicono che dopo un po' l'amore "passa", ma per me è tutto il contrario: mi innamoro ogni giorno di più, di ogni suo piccolo dettaglio, delle smorfie che fa quando suona, di come si rilassa quando gli accarezzo il volto..
Entrai, distogliendomi dai miei pensieri, e fortunatamente il professore di scienze ebbe il buonsenso di non fare domande sul perché delle mie tante assenze.
***
Era suonata, finalmente!
Schizzai fuori dalla classe, e dopo aver salutato le mie amiche (avevo notato l'assenza di Jade) mi diressi in corridoio per cercare Gabriel.
«Tesoro!» Judas, che teneva Alexa a braccetto, mi fece cenno con la mano di raggiungerli.
«Chi si vede!»
Salutai Judas, ma quel momento il mio sguardo si posò su Alexa. Era sciupata, e anche se aveva tentato di nasconderli con del fondotinta, aveva dei segni sulla faccia.
Mi si gelò il sangue.
«Cosa..?»
Spalancò gli occhi, e non ebbi neanche il tempo di girarmi per vedere cosa stava succedendo che Andrew la sbattè contro la parete.
«MA CHE CAZZO FAI?» urlai con quanto fiato avevo in gola.
Lo presi per la collottola della camicia e lo tirai indietro, Alexa era a terra, io e Judas davamo sfogo a tutta la nostra rabbia.
Uno, due, tre pugni, era a terra, volevo ucciderlo, ma qualcuno mi prese le mani e mi fermò poco prima che cadessi, probabilmente per la mancanza di forze, Gabriel mi ripeteva di stare calma mentre guardava Andrew con disprezzo.
***
«..e questo, signora preside, è il racconto della vicenda.» conclusi abbassando gli occhi.
«Grazie mille, signorina Miller. Lei e il suo amico potete andare. Prenderemo provvedimenti in merito al signor Smith.» ci congedò, e io e Judas ci avviammo verso la porta.
Appena la chiusi lui esplose:«E se ne esce così? "Prenderemo provvedimenti in merito al signor Smith". Staremo a vedere! Non permetterò che quel coglione la passi liscia.» concluse con sguardo quasi assassino.
Lo guardai seria.«Non lo farà, stanne certo.»
Non avrei mai e poi mai permesso che accadesse di nuovo una cosa simile.
Mandai un messaggio per tranquillizzare Gabriel, che era in classe:"È tutto a posto. Ci vediamo alla fine delle lezioni. Baci."
La risposta mi arrivò pochi secondi dopo:"Va bene principessa, a dopo."
***
Stavo aspettando che Gabriel uscisse da scuola, appoggiata ad un muretto lì vicino.
Stavo guardando l'orario sullo schermo del mio iPhone, quando vidi Rose che si avviava verso di me. Aveva uno sguardo preoccupato.
«Jade è andata via. Con Harry. Non sappiamo dove, né quando. Ha mandato un messaggio a Christine, dove le dice di non preoccuparsi, e che ci vuole bene. Ha scritto "devo inseguire il mio sogno."»
Rimasi attonita da quella notizia. Sapevo che quella ragazza aveva qualcosa in mente, ma non mi aspettavo che questo "qualcosa" fosse andare via senza dare spiegazioni.
Ma del resto, era quello che avevo fatto io quando ero fuggita dalla mia famiglia, quindi la capivo.
«Avrà i suoi motivi. Grazie per avermelo detto.» sorrisi tristemente, la sua assenza si sarebbe sentita.
«Vorrei fare visita ad Alexa. Sai se..?» scoppiò in un singhiozzo.
«Oh, no..»
«Scusa, è che..prima tu, adesso Alexa..»
La abbracciai, Rose era davvero sensibile.
«Ehi, tranquilla, stiamo entrambe bene. Penso che domani potremo andare da lei.»
«Okay.» mi sorrise asciugandosi gli occhi.
«Io devo andare, Cheyenne, a domani!» mi abbracciò e corse via.
In quel momento adocchiai Gabriel che scendeva le scale, e così gli feci un cenno con la mano.
«Com'è andata?»
Gli raccontai tutto mentre ci dirigevamo verso la sua moto.
Era disgustato.«Ma come..»
«Lo so. Fa schifo anche a me.»

Tornammo a casa, e visto che ero esausta crollai subito addormentata sul letto.

«Ma che ore sono?»
«Le 17:00» avvertii distintamente la sua voce.
«Ho dormito per 3 ore..» mi strofinai gli occhi. «pensi che sia normale?»
«Certo, dopo tutto quello che hai passato oggi.» mi baciò la guancia e proseguì fino alle labbra.
Sorrisi, in quella settimana avevo sorriso un sacco.
Mi tirò in piedi e mi strinse stretta.«Ti amo.»
Il mio cuore accelerò i suoi battiti, e appoggiai la testa sulla sua spalla.
Lui mi prese il viso con la mano che non era sulla mia schiena, e lo portò vicino al suo.
«Sei cosí bella..» avvicinò le sue labbra alle mie in un dolce bacio.
Me lo ripeteva sempre, e forse stavo iniziando a crederci anche io. Per lui ero bella in qualsiasi caso, truccata o no, pronta per uscire o in pigiama.
Le mie mani cercarono i suoi capelli, e mentre li accarezzavo sentivo tante emozioni dentro di me.
Dischiusimo le labbra e sentii la sua lingua cercare la mia, trovarla, ed iniziare uno strano movimento, come un gioco, che ci prendeva sempre di più.
Leccò il contorno delle mie labbra e io posi fine al bacio, godendomi il suo sguardo un po' triste.
Sorrisi e mi lasciai andare, una mano sulla sua spalla e una sul suo viso, con le dita che segnavano il contorno della mascella, avvicinando di nuovo la mia bocca alla sua.
Ripresimo il nostro gioco, sempre con più sicurezza, le sue mani sulla mia schiena, che scendevano sempre di più.
Portai le labbra dalla sua bocca alla guancia, continuando a lasciare baci umidi sul collo, vedendolo chiudere gli occhi e sospirare. Lasciai l'impronta della mia lingua su e giù per il suo collo, poi risalii lentamente di nuovo per baciare ancora le sue labbra, desiderosa di continuare a scoprirlo.
A quel punto fu lui a prendere il controllo, mi fermò e mi sussurrò:«rilassati» con quella sua voce calda e suadente che mi piaceva tanto, cercò la mia lingua e ricominciò a giocarci, mentre io cercavo di stare sempre più stretta a lui, cercandolo desiderosamente, non volendo che finisse.
Sentii il suo respiro sulla mia pelle, iniziò a baciarmi con più decisione e scese sempre di più, mentre io ero in estasi.
Mi portò verso il letto e mi fece mettere a cavalcioni su di lui, le sue mani che mi stringevano ancora, io con le mie affondate nei suoi capelli così ribelli che adoravo, che continuavamo a baciarci con passione, godendoci ogni attimo di quel contatto così intimo, senza voler smettere, bisognosi l'uno dell'altra.

Loves, hates and passions.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora