3. Selene

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Era difficile sopravvivere sulla terraferma. Come facevo a procurarmi da mangiare, se qui chiedevano di pagare in monete ben diverse da quelle che si usavano in mare?

Passai la giornata a girare per la città, cercando per strada la ragazza che mi stava rovinando la vita. La notte la passai in spiaggia, sdraiata sugli scogli a guardare le stelle, com'ero solita fare quando ero ancora una sirena.

Il mattino dopo mi svegliai con un caldo tremendo e mi alzai di scatto. Ripercorsi il tragitto che avevo fatto, tornando per strada. Vedevo una massa di ragazzi, che potevano avere l'età della biondina che cercavo, che andava verso una direzione e mi chiesi dove conducesse.

Li seguii titubante, vedendo poi, davanti a me, un edificio grande. Alcuni ragazzi mi spintonarono e mi decisi ad entrare.

Mi osservavano con sguardi curiosi, ma a me non importava nulla. Se c'erano così tanti ragazzi in un edificio, doveva esserci anche lei, giusto?

Entrai, non curandomi dei sussurri che sentivo e mi diressi verso un corridoio pieno di studenti. Mi guardai attentamente intorno, vedendo come tutti fossero indaffarati a prendere le cose da delle scatole di metallo o a chiacchierare tra di loro.

Sentii delle risate e guardai verso destra. Una ragazza bionda era appoggiata ad una di quelle scatole e osservava il ragazzo che avevo visto ieri. Seth, se non sbaglio, si allontanò dalla ragazza e passò davanti ad un piccolo lavandino nel corridoio.

Alternai lo sguardo dalla ragazza al ragazzo, vedendo poi un getto d'acqua che si era azionato da solo. Il mio sguardo si puntò sulla bionda, vedendo il polso seminascosto dalle sue gambe.

La guardai in viso e mi accorsi che fosse proprio lei!

Feci uno scatto in avanti, volendola raggiungere, ma lei si guardò la mano come spaventata e corse via. Rimasi ferma ad osservare Seth che si guardava scioccato e mi chiesi cosa succedesse tra i due.

Sentii un trillo e tutti i ragazzi nel corridoio iniziarono a spintonarmi. Ma qui era solito far inciampare la gente e spingersi?

Vidi tutti gli studenti entrare dentro delle stanze e mi chiesi come facessero a non sentirsi in gabbia. Entrai nella prima che mi capitò sott'occhio e vidi tanti occhi guardarmi. Raggiunsi il primo tavolo che trovai libero e mi accorsi di un ragazzo accanto a me, intento a scrivere qualcosa su un foglio.

Mi osservai intorno, vedendo qualcuno bisbigliare e quasi indicarmi. Ma che problemi avevano?

Ritornai con lo sguardo sul ragazzo e picchiettai sulla sua spalla. Forse conosceva la ragazza che stavo cercando e mi poteva spiegare cosa ci facessimo qui.

"Scusa" si voltò e notai degli occhi scuri come i miei. "Senti, volevo chiederti.. cosa si fa esattamente qui?" Indicai l'area della classe, facendo ruotare il dito. Ma non mi bastava la scuola delle sirene per controllare i poteri, anche questa?

"È l'aula di geografia" girò velocemente il foglio che stava scrivendo, ma colsi delle parole che sembravano fossero una poesia "Sono Jordan" mi porse la mano che io guardai titubante. Cosa dovevo fare? Forse stringerla. Porsi la mia, completamente disorientata dalla situazione.

"Selene"

"È un bel nome, molto particolare" è naturale, è un nome tipico delle sirene, al massimo.

Ma se gli chiedessi della ragazza bionda? Forse se gli citassi del ragazzo che prima era con lei..

"Ascolta, conosci una ragazza bionda e con gli occhi verdi? Prima era nel corridoio con un ragazzo. Seth, se non sbaglio" cercai di non sembrare troppo curiosa ma era una cosa tipica delle sirene, la curiosità. Forse era anche questo ciò che ci rendeva malvagie agli occhi degli umani, facendo capovolgere la situazione a nostro favore. Erano gli uomini, poi, a diventare curiosi, tanto da coprire la nostra e portarli alla morte.

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