La sigaretta è finita.
Ritorno nello skate park, sono stata una stupida ad andarmene.
Faccio un giro, mi voglio distrarre dal gruppo di ragazzi di cui Riccardo ed Edoardo fanno parte.
Non credevo che Riccardo frequentasse posti del genere, pensavo che frequentava posti meno affollati. Invece frequenta posti del genere, non che mi dispiaccia, ma aspetta.. è solo il mio vicino di casa. Lo rivedrò pochissime volte, però se Stefano e Anastasia cominceranno a uscire più spesso, lui comincerebbe anche ad uscire con Riccardo. Stefano mi farebbe uscire con lui e con quel gruppo, ne sono sicura.
《Ele dov'eri andata?》questo non è Stefano, no, non lo è per niente. Ho sentito poche volte la sua voce, ma la riconosco: è Roccardo.
Mi giro e lo saluto. 《Vieni con noi, dai》mi chiede, quasi supplicandomi. Perché vuole che vada con lui, conosce solo il mio nome. Perché vuole che io venga con lui? Per lui non sono nessuno, sono solo la sua vicina di casa.
《No》gli rispondo, un po' troppo fredda, ma io sono fatta così. Cerco di non essere fredda, ma non ci riesco.
《Perché?》mi chiede. Sembra un cucciolo abbandonato. Non mi fa pena. Ho solo una domanda: perché vuole che io vada là con lui?
《Non mi conosci, perché dovrei venire?》 《Perché.. ehm.. per conoscerti meglio》 《se mi vuoi conoscere meglio usciamo solo io e te》L'ho detto per davvero? Con che coraggio l'ho detto? Dio..
《Allora domani ti vengo a prendere e usciamo, solo io e te. Per le 16:00 devi essere pronta》dice e se ne va. Che cazzo ho fatto. Ora devo uscire con Riccardo. Cazzo di Budda.
Sono scioccata. Mi ha invitata ad uscire con lui! Alle 16:00..
E mo come lo dico a Stefano?! Non ci devo pensare.
Vado di fuori, questa volta non ritornerò dentro, non voglio combinare altri casini. Mi accendo una sigaretta, mi metto le cuffie e comincio a camminare. Parte: Telefono senza feeling di Shade. Amo questa canzone, è la mia preferita. Amo anche Shade.
Comincio a sorridere come un ebete, Shade mi fa quest'effetto.
La sigaretta è finita, la butto per terra. Vado al parco. Mi siedo su un'altalena e mi comincio a dondolare. Tutto questo mi ricorda quando ero piccola, venivo qui con mio padre. Mi sedevo su un'altalena e lui mi spingeva, mi sentito grande, non so il perché. Venivo qui con Stefano, alcune volte mi lasciava da sola per stare con i suoi amici ed io mi sedevo su un'altalena. Mi piace stare su di essa, mi sento al sicuro, forse perché caratterizza la mia infanzia.
Mio padre mi manca, non è morto, sta a Torino, i miei si sono separati. Non lo vedo da anni.
Controllo l'orologio che ho al polso. 18:30, è meglio che vada a casa*
《È meglio quello rosso o quello nero?》 Chiedo a Stefano alzando due vestiti.
《Che te lo metti a fare un vestito?》dice. 《Per parere elegante》dico girandomi verso lo specchio. 《Elegante? Per chi? Per il tuo vicino? Ma non fammi ridere!》dice ridendo. Lo sapevo che avrebbe fatto così.
Accendo il telefono per vedere l'orario: 15:20. Cazzo, mi devo ancora vestire, truccare e sistemarmi i capelli. Sto andando nel panico. Stefano se ne accorge e va verso l'armadio, prende un paio di pantaloncini neri e una maglia bianca.
《Mettiti questi》dice porgendomi i vestiti. 《E le...》 non riesco a finire la frase che lui mi dice 《converse bianche》Lo amo. Mi ha sempre aiutato. È un po' troppo geloso, però non lo fa apposta sono la sua piccola. Mi tocco i capelli, i miei capelli ricci. Li vorrei piastrare, ma Stefano scuote la testa in senso di negazione. Mi legge nel pensiero?
Non mi piacciono i miei capelli, sono neri e ricci. Tempo fa mi sono fatta rossa, ci stavo bene, me lo dicevano tutti, però dopo un po' quel colore mi aveva stancato e mi sono fatta castana. Alla fine mi sono fatta crescere i capelli e mi sono tagliata la parte castana, rimanendo nera.
Ad alcuni piacciono, a me no. Non dico che li voglio lisci. Mossi, li voglio mossi. Però non li posso avere, quindi mi accontento.
《Mi trucco?》 Chiedo a Stefano. Lui ride e scuote la tesa, come prima, per dire di no. Annuisco e vado al bagno a cambiarmi.
Quando esco Stefano mi abbraccia sussurrandomi un "se ti fa soffrire lo ammazzo". Il mio gelosone. Okay, forse no..
Sono le 16:00 precise e suonano alla porta. Apro e mi ritrovo davanti Riccardo. È puntualissimo. Ah, vero. Siamo vicini di casa.
Sorride. Ha un bel sorriso.
È vestito con degli Skinny neri e una maglia del medesimo colore. Ai piedi ha delle vans, sempre nere. Mi sa che il suo colore preferito è il nero.
《Andiamo?》 Mi chiede. Annuisco e saluto Stefano. Quest'ultimo mi ha detto che rimane un po' a casa mia, non so il perché, ma ormai casa mia è anche casa sua.
Quando usciamo dal nostro palazzo mi dice che sono bellissima. Gli dico che lo è anche lui.
《Dove andiamo?》 Chiedo, ansiosa. 《Vedrai》 Già ho l'ansia, ci si mette anche lui con questa risposta.
《Parlami un po' di te》 dice. Comincio a parlare e a dire ciò che sanno tutti su di me.《Mi chiamo Elettra ho 17 anni e vado al liceo delle scienze umane. I miei sono divorziati, vivo con mia madre, invece mio padre abita a Torino. Poi non so che dire.》dico imbarazzata. Odio raccontare di me. 《Che genere di musica ascolti?》 《Rap》dico senza pensarci. Amo il rap.
Gli faccio la stessa domanda che lui mi ha fatto all'inizio.
《Mi chiamo Riccardo Rifolfi, canto e suono la chitatra in una band. Il genere che suoniamo è il pop punk. Non vado più a scuola》dice. Suona in una band, interessante.
《Sei fidanzata?》 Mi chiede. Mi giro di scatto. Cosa?!
《Eh?》Dico quasi urlando. 《Sei fidanzata?》ripete tranquillo. Come può essere tranquillo? Io.. io non lo capisco. 《No, tu?》dirà di sì, non è possibile che un ragazzo così carino sia single. 《No, sono single》
![](https://img.wattpad.com/cover/76351790-288-k834643.jpg)
STAI LEGGENDO
Vicini Di Casa |Riccardo Ridolfi|
Fanfiction《Elettra, moriresti per me?》 《No》 《Vivresti per me?》 《No. Vivrei con te》