Dopo ore di viaggio sono arrivata a Torino. Non voglio stare qui.. Roma, voglio stare a Roma. Ah, la mia Roma.
Sul treno ho pensato, un po' a tutto. A Leo, a Stefano, a Riccardo e agli altri. Sono giunta ad una conclusione: se non ritornassi a Roma loro andrebbero avanti con le loro vite e si scorderebbero di me; io, invece, non vivrei, resterei bloccata nei miei ricordi. Sei/sette mesi senza di loro.. credo che mi scorderanno al terzo mese. Può essere eh. Alcuni lo fanno..Leo ormai non c'è più da diversi anni, quasi nessuno sa davvero la sua storia.
Io la so a memoria, ormai.
È morto a vent'anni, io ne avevo sedici. Già, quattro anni di differenza.
È morto la mattina del primo gennaio, lasciando un biglietto. "Inizierete un anno senza di me, ora sarete felici". Be', io non ero tanto felice e nemmeno gli altri..
L'ho conosciuto quando io facevo il primo superiore, lui faceva il quinto, non stavamo nella stessa scuola, lui frequentava un istituto vicino al mio.
Stavo andando verso la fermata del pullman, ma Leo mi venne addosso, facendomi cadere e con me anche i miei libri. Li raccolsi tutti, tranne quello di fisica, che lo prese lui e me lo riportò il giorno dopo.
Raccontai a Stefano di quel ragazzo e lui mi disse che era suo amico. Me lo fece conoscere e poi ci siamo messi insieme.
Una bella storia ehh.
Mi ricordo che al mio quindicesimo compleanno Leo si inginocchiò davanti a me e disse "Quando farai diciotto anni ti sposo". Be', ora a diciotto anni me ne andrò da Torino per ritornare a Roma.
La vita è strana e crudele allo stesso tempo. Ti fa incontrare le persone; esse diventano importanti per te e poi la vita li porta via da te. Come un uragano, o come una tempesta. In questo momento sono io quella che è stata "risucchiata" dall'uragano, o quella che sta in mezzo alla tempesta. Sono lontana da quella che è la mia famiglia. Non che mi dispiaccia stare qui, però è strano e brutto abbandonare tutto e tutti.《Ele! Finalmente sei qui! Oddio, quanto sei cresciuta?》 Dice mio padre, risvegliandomi dai miei pensieri. Mio padre è un bell'uomo. Alto, capelli neri e lisci, occhi marroni. Ho ripreso pochissimo da lui.
《Ciao, pa'!》dico, poi lo abbraccio. Mi è mancato e anche tanto.
《Mi dispiace non esser venuto al funerale della mamma..》 Già, lui non è venuto. Ma non poteva, aveva una riunione di lavoro, almeno credo. Dal suo viso si vede che è triste, lui amava veramente la mamma. Ho una foto loro, di quando erano ancora fidanzati, si amavano per davvero.
《Non fa niente, papà. È stato brutto vedere tutti quei parenti che non vedevo da anni ormai. Che non si sono mai fatti vivi in questi anni. Che non hanno sentito mai la mamma, nemmeno a Natale, essere tristi per la sua morte. Mi hanno fatto schifo, per davvero. Luisa e Stefano mi sono stati accanto..》
Dopo aver detto questo andiamo nella sua casa, anzi nella mia casa per i prossimi sette mesi.A casa ho salutato Sonia e la compagna di mio padre. Mi sono mancate anche loro. Sonia è cresciuta tantissimo. La compagna di mio padre è sempre una bella donna, sembra più giovane e non si fa le plastiche o le lampade. Lei è una donna acqua e sapone.
Mi ha fatto piacere stare con loro.
Ora sto in giro per Torino, voglio fare amicizia, devo stare qui per sette mesi, non posso stare da sola. Prendo una sigaretta dal pacchetto, mi accorgo di non aver l'accendino. Mi guardo in giro per vedere se c'è gente che fuma. Vedo due ragazze, una fuma e l'altra no. Mi avvicino a loro e chiedo l'accendino. Me lo danno e poi glie lo rendo.
《Sei nuova?》 Mi chiede una di loro. Annuisco e faccio un tiro.
《Sono Cris, lei è Alexandra》 dice una di loro. Cris ha i capelli lunghi, castani, con le punte blu. È magra e alta.
Alexandra è magra, alta. Al contrario della sua amica non ha i capelli lunghi, ma corti e biondi. In testa ha una corona di fiori viola.
《Elettra》 dico. Stranamente non ridono del mio nome, anzi dicono che è bello.
Cominciamo a parlare e ci scambiamo i numeri di telefono. Sono davvero simpatiche! Hanno la mia età. Cris va al linguistico, invece Alexandra va all'artistico. Voglio vedere assolutamente i suoi disegni!
Mi vibra il telefono, è un messaggio.
Accendo lo schermo e vedo un messaggio di Riccardo.Mi manchi, Ele.
Ti amo.
Tuo Riccardo.Ciaoo.
Visto che in questi giorni mi annoio, che ne dite se nei commenti mi fate delle domande? Mi annoio troppo. Fatemi divertiree!
Al prossimo capitolo.
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Vicini Di Casa |Riccardo Ridolfi|
Fiksi Penggemar《Elettra, moriresti per me?》 《No》 《Vivresti per me?》 《No. Vivrei con te》