Restart. |Sei il mio sole.

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CAPITOLO 17.
«C'era una volta, una bellissima principessa di nome Elizabeth...» riprendo i sensi e guardo Owen che è concentrato ad inventarsi questa storiella, gli sorrido.
«Vuoi davvero raccontarmi una favola?» Biascico, fa spallucce ed io sorrido asciugandomi le lacrime.
«Allora dicevo, Elizabeth era una principessa un po' triste, piangeva spesso. Un giorno però mentre Elizabeth stava facendo la spesa, si scontrò con principe Harry. Harry era un bel maschio, un grosso pompato sicuramente si allenava in palestra, Elizabeth all'inizio era molto scorbutica con Harry ma un grande giorno al ballo reale, quest'ultimo prese Elizabeth e la portò in una grande avventura. Elizabeth era la solita scorbutica mentre Harry era dolce e premuroso..» si ferma un po' per osservare la mia faccia, io sarei Elizabeth? Non sono scorbutica.
«Ad Harry piaceva tanto Elizabeth, tanto da portarla a vedere le stelle. Harry pensò che per farla innamorare doveva dire le solite cazzate, allora le disse "Sei la stella più bella", un po' esagerato no? Elizabeth rise e disse "Prova di nuovo." Allora il principe decise di pensare a qualcosa che alla principessa potesse piacere e finalmente disse "Carissima principessa, so di esser l'uomo perfetto ma soffro anche io, soffro quando ti vedo piangere e soffro quando qualcuno ti fa del male. In passato ho anch'io sofferto, tanto ma non quanto te principessa, le vedi le stelle? Sono così belle eppure loro muoiono, quindi tu non sei una stella ma un sole, il mio sole. In cuor mio so che non ti fidi di me, di questo bel principe ma dovresti, mia cara principessa."» si ferma un attimo per guardare nei miei occhi stanchi ma innamorati di quella storia, un po' strana.
«Perché tu sei il mio sole Hannah. Non sto qui a dirti quelle cose dolci che tutti vorrebbero sentirsi, perché credo tu non ne sia il tipo. Ma ti dico che da quando ti ho incontrata in aeroporto, mi hai illuminato la vita. E so che è difficile per te fidarsi per qualche strano motivo o persona. Ma ti prego, parla con me. Tu mi hai stregato, mio sole.» finisce questo monologo accarezzandomi il braccio freddo per l'aria di notte di Miami.
Mi ritrovo ad annuire a quelle sue parole, forse dovrei. Dovrei provarci. Sono stata così cretina le ultime volte e lui sicuramente non è Will o Jon. Will nel momento del bisogno mi ha abbandonata, Jon no però. Jon era accanto a me in riabilitazione ma la nostra relazione era malata, io non vivevo più. Facevo sesso con lui per poi trovarmi la mattina nel letto da sola. Forse Owen è diverso. Con Owen potrà essere diverso.
«Okay ma non sono scorbutica!» dico dandogli un pizzicotto sul braccio facendolo imprecare ma scoppia a ridere.
«Ti fiderai di me?» chiede speranzoso.
«Forse..» dico allargando il mio sorriso, non so come ci riesca ma sa farmi stare bene in poco tempo.
«Ora andiamo a dormire.» dice prendendomi in braccio come prima e ci dirigiamo verso camera mia.
Una volta nel letto, Owen mi scruta e mi sorride alzandosi. La paura prende il sopravvento di me, se facessi un altro incubo? Quello era bruttissimo magari gliene parlerò.
«Owen?»
«Dimmi Hannah.» replica alzando il viso verso me.
«Dormiresti con me?» chiedo sperando dica di si.
Annuisce e noto che le sue labbra sono  curvate in un bellissimo sorriso.
«Buonanotte stellina.» dice chiudendo gli occhi, lo osservo e ogni volta rimango senza fiato per la sua bellezza. Mi avvicino più a lui e poggio la mia testa sul suo petto, noto che la sua pelle si è accapponata al mio tocco e sorrido. Riesco a sentire il suo cuore battere e ciò mi fa rilassare, mi addormento finalmente.

Caro Diario,
Jon è qui con me. Non mi lascia un secondo.
«Il dottore ha detto che devo stare con te!» urla quando gli ho chiesto se poteva lasciarmi sola. Nell'ultimo periodo non fa che urlare. Facciamo sesso, mi do completamente a lui e mi ringrazia così, urlando. Mi sento così vuota. Così triste. Ho bisogno di una dose di droga, non sono più io. Senza quella roba non mi sento più io. Ne ho bisogno caro diario, stamattina Jon era arrabbiatissimo. Ha iniziato ad imprecare perché vuole che io stia bene. Tsk è colpa sua se sto così. Se mi avesse lasciata stare mesi fa, io non sarei qui. Non vogliono capire che io sto bene. Sto benissimo. Quella pesantezza nel cuore...significa che sto bene Caro Diario? STO BENE?

Mi sveglio e noto che accanto a me Owen non c'è, quindi decido di farmi una doccia e scendere di sotto. Nella doccia i pensieri prendono il sopravvento, sono così paranoica. Owen ha mostrato interesse nel sapere cosa mi stesse succedendo ed io come la cretina mento sempre. Sono così stanca di farlo. Ricky conosce parte della storia ma non sa tutto, papà e i miei altri fratelli sono all'oscuro di tutto. Londra mi ha trasformato in una bugiarda cronica.
Finisco la doccia e scendo, trovo Owen alle prese con la cucina. Sorrido alla visione di lui che cerca di accendere un fornello e all'imprecazione che fa quando si scotta.
Mi avvicino a lui e prendo l'accendino accendendo il fornello, mi sorride grato e continua a cucinare qualsiasi cosa sia. L'impasto ha un buon odore sperando sia così anche il gusto.
«Hai fame?» domanda asciugandosi le gocce di sudore sulla fronte, solo ora mi accorgo che è senza maglia. Quei pettorali catturano la mia attenzione, ha un fisico perfetto. Delle spalle possenti e addominali scolpiti. Lo prenderei per il David di Michelangelo. Scuoto la testa per cacciare i miei cattivi pensieri ed annuisco alla sua domanda.
«Dormito bene?» domanda posizionando dei pancakes nel mio piatto.
Annuisco ed inizio a mangiare.
«Mi hai riempito di calci!» dice ridendo, oddio davvero? È una cosa che facevo da piccola, Daniel voleva mozzarmeli i piedi. Si svegliava sempre con i mal di schiena per colpa mia.
«Continuavi a ripetere Jon..» sto per strozzarmi e Owen mi da un colpetto dietro la schiena.
«Davvero?» domando tossendo e lui annuisce confuso. Quindi riempivo di calci Owen immaginando fosse Jon? Magari avessi riempito Jon di calci!
«Um...Jon era il mio professore di filosofia al liceo a Londra..» inizio a dire attirando la sua attenzione, ha il viso contratto, sembra così attento.
«Avemmo una relazione che si rivelò essere molto malata...»
Owen mi guarda tristemente e non parla, lo vedo che si tortura le mani e agita la gamba.
«Dopo che ho perso il bambino...io ho perso la testa, letteralmente Owen. Non ragionavo più. Ormai l'unica cosa che mi teneva in piedi era la droga. O l'alcol.»
Sbarra gli occhi e deglutisce, continua a guardarmi con pietà e gli direi di smetterla ma ho preso coraggio a dirgli queste cose e non mi fermo.
«Non l'amavo più. Ma lui credeva di si, anzi ne era sicuro perché mi chiese di sposarlo. Ero così ubriaca che gli dissi di si, quando mi mandò in riabilitazione capii infondo che io non provavo nulla per lui se non attrazione fisica. Quindi lo lasciai. Reagì malissimo infatti disse a tutta la scuola che io mi ero scopata un professore.»
Finisco il mio discorso tralasciando l'overdose ed il bambino, non glielo dirò adesso. Owen non parla, è rimasto ammutolito. Si alza e va da qualche parte in quella grande casa, non è la reazione che mi aspettavo. Pensavo che mi avrebbe detto qualcosa ma nulla, è andato via. Non so perché ma inizio a piangere. Sarà la frustrazione o non lo so, ma piango. Appoggio la testa sul davanzale della cucina. Sento due mani avvolgermi le spalle ed è Owen.
«Perché piangi?» domanda asciugandomi le lacrime, cosa che fa spesso ormai.
«Tu...pensavo fossi arrabbiato. Con me.» biascico per le lacrime.
«Lo sono.» dice ed io sbarro gli occhi spaventata, ora se ne andrà anche lui.
«Ma con quel tipo, non con te.» continua facendomi rilassare.
«Già volevo spaccargli la faccia, ora di più. Dannazione, come si fa? Come si fa a farti del male così? Sei così bella. Dentro e fuori Hannah. Dannazione. E come potevi farti del male così? Ma non ti vedi? Tutti vorrebbero averti! Quegli occhioni azzurri. Quelle labbra. Quel sorriso che mi manda a puttane i pensieri. Non provare mai più a fare quelle cose okay?» sputa fuori tutto e ci ritroviamo viso e viso. Respiro faticosamente, nessuno mi ha mai detto queste cose. Mai. Non so cosa mi spinge a farlo ma lo bacio. Un bacio lento e passionale.
Forse anche tu sei il mio sole, Owen Smith.

SI SONO BACIATI! Finalmente starete pensando ahahah ma non cantate vittoria, sono cattiva lol. Volevo ringraziarvi perché yes!
Kisses
|ANNA🙎|💋

Restart. (IN REVISIONE) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora