CAPITOLO 40.
Il mio bambino è vivo. I suoi occhietti azzurri mi riaffiorano nella mente e la sua vocina mi rimbomba nelle orecchie.La sua dolce vocina e la sua richiesta d'aiuto. Perché? Non lo trattano bene?
Tantissime domande mi assalgono la mente a cui non so dare risposta. È tutto così strano, mio figlio è vivo ed io non lo sapevo.
Sono sdraiata a terra mentre le lacrime scendono copiosamente e bagnano il piccolo orsacchiotto che mi hanno dato.
Perché me l'ha tenuto nascosto? Lei sa quanto io ho sofferto per la sua morte ed invece lui è vivo ed io l'ho anche conosciuto.
Lei lo sa quante volte mi sono data la colpa della sua morte, ma lui è vivo.
È vivo, dannazione ed io non posso vederlo, toccarlo, dirgli quanto mi dispiace di non essere stata presente ma non posso, cazzo.
«Hannah sei qui?», sento dire da una voce all'ingresso, risponderei se solo avessi forze.
«Hannah cos'è successo?», sento dire dalla stessa voce in tono allarmato. Alzo lo sguardo e non è nessuno dei miei fratelli.
Will Fitzgerald. Gli direi tante di quelle cose ma non ho forze, non mi va di parlare ma solo di sprofondare nel mio dolore.
«Hannah chi è quel bambino alla Tv? Mi assomiglia..», sussurra ancora ma ancora non gli rispondo.
È nostro figlio.
Si sdraia accanto a me e continua a fissarmi. Dio, quanto lo odio quando mi fissa. Solo Owen può.
«Nostro figlio», sussurro quasi senza fiato e lui mi guarda confusa.
«Non l'avevi perso, Hannah?», controbatte ed io annuisco.
«Quello che pensavo anche io... Will ci sono cose che tu non sai», replico.
«Allora dimmele Hannah, ti prego. Sono stato un idiota. Tracy ha partorito ed il bambino è nato con la pelle scura, strano perché io sono bianco come il latte. Quindi alla fine ha confessato, sai di chi è il bambino?», scuoto il capo sorpresa dalle sue parole, non tanto per Tracy era quasi ovvio che l'avesse tradito ma perché si sta confidando con me.
«Omar. Il portinaio dell'Hotel sulla 34esima te lo ricordi?», annuisco.
Ci siamo stati quando avevamo fatto l'amore per la prima ed ultima volta.
Era stato tutto bello ma non come con Owen. Con Owen c'erano parole d'amore e mi sentivo a mio agio, con lui no, forse perché il suo carattere è sempre stato così. Scorbutico anche quando fa l'amore.
«Quando mi hai lasciata, sono scappata a Londra e questo lo sai no?», annuisce.
«Sono entrata in un brutto tunnel, anzi due. A sei mesi il bimbo è nato morto. Ma oggi ho scoperto che non è morto ma vivo ed ha bisogno del mio aiuto!», spiego così velocemente che non ho fiato.Will si rabbuia. L'osservo, la sua fronte è contratta ed il muso gli trema.
«È colpa mia... Non avrei dovuto abbandonarti», dal tono sembra davvero dispiaciuto. Alzo le spalle.
«Devo aiutarlo Will, ho bisogno di avere mio figlio fra le mie braccia», spiego ed inizio a piangere di nuovo.
Farei qualunque cosa pur di riavere mio figlio, anche farmi uccidere ma il mio bambino non deve stare un minuto di più con quei due.
«Nostro figlio...», sussurra ed io gli sorrido.
Istintivamente lo abbraccio, anche se i suoi abbracci sono nulla per me ma ho davvero bisogno di una rassicurazione, che tutto andrà bene.
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Restart. (IN REVISIONE)
Literatura Feminina× I libro della duologia Restart × #33 06/08/2016. #45 11/08/2016 #48 25/10/2016 *** Hannah Davis. 19 anni. Vive a Londra, dopo essere fuggita da Los Angeles a causa di una gravidanza non voluta. Finiti gli studi e la gravidanza è andata male, Hanna...