CAPITOLO 1.
«Cos'è questa storia che torni in America?»Sussulto.
Lily sta dando di matto.
Mi strofino gli occhi e impreco per il brutto modo in cui la mia migliore amica mi ha svegliata.«Allora?», continua lei agitandomi un foglio in faccia. Lo guardo cercando di capirci qualcosa, ma lo agita così velocemente che non riesco a comprendere nulla.
Glielo strappo dalle mani.
È una lettera di mio fratello dove esprime il suo entusiasmo per il mio ritorno in America.
«È vero», le dico alzandomi dal letto. Lei mette le mani sui fianchi e mi fissa duramente.
«Quando avevi intenzione di dirmelo?», mi domanda accarezzandosi i boccoli neri.
Mai, non gliel'avrei detto mai. Sarei partita senza dire nulla e le avrei lasciato un biglietto. Odio gli addii, specialmente se a dirci addio siamo io e lei.
«Te lo avrei detto», mento, ma lei sospira e scuote la testa.
«Non me l'avresti detto mai, Hannah», borbotta.Ed eccola la Lily che sa tutto.
È sempre stata così, ha sempre saputo cosa provassi o cosa pensassi. Ricordo che quando ci siamo conosciute pensavo fosse una specie di medium, o quelle che leggono la mente, ma alla fine ho capito che era solo brava a capire le persone e a capire me, in quanto sua migliore amica.Sospiro dirigendomi al bagno dove credo di avere un po' di pace, ma invece Lily mi segue anche lì.
La guardo spazientita ma lei mi incenerisce con il suo sguardo furente.
«Hannah ti prego. Perché vuoi andartene?», mi implora col suo adorabile accento britannico.
Sospiro e mi lavo il viso e dopo averlo asciugato con la tovaglietta, alzo lo sguardo e la trovo ancora lì a fissarmi.
Dio, la odio quando fa così.
Sbuffo.
«Mia mamma ha bisogno di me Lily, ed anche mio padre ed i miei fratelli. È malata, potrebbe andarsene da un momento all'altro e non voglio essere la figlia che non voleva tornare solo perché la sua migliore amica glielo ha proibito!»Bugiarda.
In effetti non è solo quello. Londra sta diventando troppo piccola per me, pur essendo una magnifica città. Mi sento un pesce fuor d'acqua, non sono inglese. Non bevo tè alle cinque del pomeriggio, anche perché lo odio. Non mi piace guidare all'altro lato e non sopporto le vecchiette sul loro mobility scooter. Ho rischiato di investirle non so quante volte.Ma questa città, nonostante ciò, per un po' mi ha fatto sentire protetta. Mi ha aiutata quando sono arrivata. Ero una povera ragazza americana scappata dagli zii perché incinta. All'inizio rimasero un po' sconvolti da quella scoperta, infatti per loro una ragazza sedicenne incinta era un sacrilegio, poiché sono molto religiosi, ma nonostante ciò mi hanno accudita e mi sono stati vicino quando la gravidanza non è andata bene.
Come dicevo, mi sento oppressa ed ho bisogno di aria. L'aria di Los Angeles. La mia casa. Anche se quella casa... Mi ha portato tante sofferenze.
L'abbraccio e le accarezzo i capelli neri. «Ti voglio bene Lily», sussurra un 'anche io' e tira su col naso.
Mi avvio nella mia camera e tiro fuori qualcosa da mettere.
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Restart. (IN REVISIONE)
ChickLit× I libro della duologia Restart × #33 06/08/2016. #45 11/08/2016 #48 25/10/2016 *** Hannah Davis. 19 anni. Vive a Londra, dopo essere fuggita da Los Angeles a causa di una gravidanza non voluta. Finiti gli studi e la gravidanza è andata male, Hanna...