Restart. |È tutta colpa mia.

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CAPITOLO 35.
Due giorni. Sono passati due dannati giorni da quando Daniel non mi rivolge una parola. Gli altri quattro non hanno fatto storie, hanno accettato questa terribile verità o almeno ci provano mentre lui è arrabbiato. L'ho sentito gridare con Laurence per almeno un'ora e il tutto è finito con una porta rotta. Gli passerà, ha detto Ricky ma non credo. Daniel è così, quando è arrabbiato non ragiona e se non ti perdona nella fase dell'arrabbiatura, non lo farà mai. Ciò mi da una tale morsa allo stomaco, non sopporterei di avere Daniel contro.
Papà lo sa, gliel'ho detto via web chat e la sua reazione è stata una staccata in faccia per poi richiamare di nuovo e dirmi che ne avremmo riparlato quando sarebbe tornato da Vancouver. Era triste e rammaricato, ma non furioso, sa che gliel'ho nascosto a fin di bene.
Ora sono sul mio letto, cosa che faccio da due giorni ed osservo il soffitto. Non mangio e non mi va nemmeno di vedere la luce del sole, sono distrutta. Stava andando tutto fottutamente bene, poi arriva lui e poof... svanito tutto. Da un lato sono sollevata dal non mentire più mentre da un altro sono furiosa. Furiosa con lui. Quel pezzo di merda.
«Non me frega un cazzo Mike! Io gli spacco la faccia a quel deficiente!» sento gridare dalla camera affianco, la voce del mio Owen. Sorrido lievemente al pensiero che è qui, non mi lascia mai. Apro un po' la porta e sbircio. La vena sul collo è rossa, segno che è arrabbiato mentre Mike cerca di calmarlo.
«Owen calmo. Non credi che anche noi, che siamo suoi fratelli vogliamo spaccargli la faccia? Daniel ha rotto una porta..» spiega calmo e sorrido, è sempre il solito pacifista.  Owen annuisce convinto e si alza, sembra avvicinarsi alla mia camera e subito mi infilo nel letto fingendo di dormire. Metto la testa sotto il cuscino e sento aprire la porta. Dei passi ed Owen si siede non molto educatamente sul mio letto.
«So che non dormi Hannah..» sussurra ridacchiando, sbuffo e tolgo il cuscino da faccia. L'osservo, i suoi capelli neri sono trasandati e gli occhi azzurri sono lucidi e rossi, segno che non dorme da parecchio. Infatti mi ha detto Laurence che è rimasto tutto il tempo fuori camera mia, nel caso io volessi qualcosa ma triste come sono, non ho chiesto nulla.
«Dovrai uscire prima o poi ed affrontare Daniel..» continua ed io osservo il bianco soffitto. Non ci riuscirei, gli ho mentito. Ho infranto una promessa fatta col mio Daniel.
«Mi odia..» sussurro con voce spezzata, ho incrociato il suo sguardo ieri ed era tutt'altro che propenso di perdonarmi. Owen scuote il capo e si avvicina a me, mi prende in braccio e mi poggia sulle sue gambe. Mi accarezza i capelli umidi dal sudore e mi bacia la guancia, come al solito riesce a calmarmi.
«Daniel non ti odia... È solo triste che tu non gli abbia parlato..» sussurra continuando ad accarezzarmi i capelli, annuisco e cerco di convincermi che sia così... Ma lo so che mi odia. Io e Daniel siamo diversi ma c'è sempre qualcosa che ci completa. Ci siamo fatti una promessa, una grossa promessa ed io l'ho infranta e lui ha tutto il diritto di essere incazzato con me. È sempre colpa mia, come con Jacob, penso. Jacob... Lui è finito in riabilitazione per colpa mia e non osate dirmi che non è vero perché si. Sono un fottuto disastro. Rovino la vita alle persone solo per stare bene io.  Solo Dio sa quanto stavo bene nel veder soffrire Jacob o Jon e poi? Loro fanno del male a me ed io mi lamento. Sono una fottuta idiota! Owen dovrebbe stare con qualcun'altra, non con me. Con qualcuno che non lo riduca così.
«Io non ti merito...» sussurro e lui mi alza e confuso mi guarda. I suoi occhi azzurri sono lucidi. Non piangere per me Owen.
«Cosa dici Hannah. Tu non meriti me.» dice calmo accarezzandomi il viso con le sue mani che amo.
«Non meriti di stare così, soprattutto per me. Sono un casino Owen. Tra Jon e le sue manie da minatore, i casini con mio fratello, tu meriti qualcuno che ti faccia sentire un uomo fiero perché lo meriti..» sussurro tremante, mi prende il viso e mi lascia un dolce bacio sulle labbra. Le sue sono bagnate e solo ora mi accorgo che sta piangendo. Per me?
«Hannah voglio te, ora e sempre..» sussurra sulle mie labbra ed io sorrido lievemente.
«Anche con questo?» dico indicando i suoi capelli trasandati. Annuisce ridacchiando.
«Prendiamo che questa è la nostra sfida ed io l'accetto.» dice fiondandosi di nuovo sulle mie labbra facendomi cadere sul letto, rido per la prima volta in due giorni. Lo amo, dannazione.
«Mr Smith...» dico dolcemente. Amo chiamarlo così.
«Si Miss Davis?» risponde lanciandomi un'occhiata divertita.
«Credo di amarti...» sussurro, sorride e si avvicina un po' di più a me.
«Anche io Miss Davis anche io..» sussurra dandomi piccoli baci, si alza.
«Vado a farmi una doccia e torno va bene?» Annuisco ed esce. Decido di alzarmi, mi faccio una doccia e scendo. Controllo prima che non ci sia Daniel e vado in cucina per prendere qualcosa da mangiare. Dopo aver mandato giù un bel panino, decido di fare una passeggiata, ho bisogno di pensare un po'. Grido che esco, sempre se ci sia qualcuno e cammino per il vicinato. È una cosa che amavo fare da piccola con mamma. Uscivamo presto la mattina per andare al mercato che facevano al centro e con la scusa passeggiavamo. Mano nella mano parlavamo di tutto, delle mie cotte oppure quando lei cercava di insegnarmi lo spagnolo. Erano risate quando non riuscivo a capirla ed urlavo in strada:"Mamma ma cosa dici?" E lei rideva. Mi manca. Dovrei andare a trovarla. Arrivo al parco e mi siedo sul prato verde ad osservare i bimbi felici che giocano, mi ricordano me. Venivo spesso qui con Daniel, si perché con la scusa di accompagnarmi, si metteva a guardare i sederi delle mamme. Ripeteva:"Dillo alla mamma o ti sequestro le Barbie!" Ed io tenevo la bocca chiusa, perché era la nostra promessa, mai svelare i segreti degli altri e mai dire bugie. Ed io ho infranto una di queste. Sospiro pesantemente e noto una figura laggiù che mi osserva. Jacob?

Caro Diario,
Ho conosciuto un ragazzo ma non dirlo a Jon o si incazzerà. Ero in mensa e l'ho incontrato, sembra così buono. Ha detto che è sobrio da 8 anni e non beve, beato lui. Io non sarò mai sobria.

Caro Diario... L'ho fatta grossa; per colpa mia Jacob beve e fuma, per colpa mia ora è in riabilitazione di nuovo ma siamo insieme, quindi facciamo queste cose insieme ma se lo scopre Jon mi uccide, l'ha detto stesso lui.

La sua figura lontana, ora è più vicina. Si siede accanto a me senza fiatare, stringe i pugni, perché?
«È colpa tua..» sussurra ed io lo guardo confusa ma so perché lo sta dicendo.
«È soltanto colpa tua... Jon, quel Jon mi ha minacciato. Quel tipo che a Miami ti ha quasi violentato, l'ho mandato io a detta sua.» dice tranquillo, spalanco la bocca. Cosa? Incazzata strappo un po' d'erba e rido amaramente.
«Non dico che mi dispiace perché tu mi hai reso la vita un inferno, ma... Era un bell'inferno.. Mi sono sentito vivo per un po'..» continua ed io lo guardo, il suo labbro inferiore trema ed d'istinto l'abbraccio. Mi sento cosi colpevole, è sempre colpa mia. Sempre. Sono un disastro.
«Mi dispiace...» sussurro e lui scuote la testa e si alza. Mi saluta e va via. Mi alzo anche io e ritorno a casa, dove mi butto sul divano. Mi addormento.
***
«Hannah, amore mio... Hannah cazzo rispondi!» sento urlare dalla voce di Daniel. Non ci riesco, sono sveglia ma non riesco a parlare. I muscoli mi si sono bloccati.
«Papà ha gli occhi alzati al cielo, dannazione. Non risponde!» grida qualcun altro. Cosa mi sta succedendo? Io li riesco a sentire ma il mio corpo intero è bloccato. Mi sento alzare e dopo...nulla, il buio.

Cosa sarà mai successo? *risata cattiva mode on*
Ve se ama! TANTO.
Baci
Anna 💗

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