Restart. |Ero quasi felice.

1.3K 121 25
                                    

CAPITOLO 7.
Owen guida molto silenziosamente ed io sono molto nervosa, infatti continuo a picchiettare le dita sul ginocchio.
«Potresti mettere un po' di musica, questo silenzio mi inquieta più di te!» sbotto facendolo ridere, preme il pulsante dello stereo e parte una canzone. I will always love you di Whitney Houston. Guardo Owen che scoppia a ridere per la mia faccia, un maschio che ascolta Whitney direi che è piuttosto strano.
«Che c'è?» dico fermando la canzone.
«Sei buffa.» dice toccandomi il naso facendomi ridere, arrossisco.
«Non sono buffa.» dico facendo il broncio, ritorna serio e continua a guidare silenziosamente. Finalmente arriviamo allo Starbucks, apro la portiera e Owen cammina più avanti a me. Che strano, prima era sorridente ed ora invece sembra un mulo.
Entro poco dopo di lui e mi accomodo ad un tavolino, si siede di fronte a me ma non mi guarda. Sbuffo sonoramente attirando la sua attenzione, alleluia.
«Scusa.» dice finalmente, lo guardo confusa. «Per il mio comportamento è solo che...nulla, vogliamo ordinare?» mi chiede dolcemente ritornando ad essere l'Owen inquietante.
Annuisco e chiama un cameriere, arriva subito al tavolo. L'osservo ha gli occhi marroni ed anche i capelli ma ha un bel sorriso, guardo l'etichetta che ha sul grembiule, si chiama Roberto.
Mi sorride ma Owen tossisce ed ordina con tono piuttosto infastidito.
«Lei cosa desidera?» mi chiede Roberto gentilmente.
«Quello che ha preso lui, spero non sia the!» dico facendolo sorridere. Owen ci guarda infastidito e continua a grattarsi il mento alzando gli occhi al cielo. «Quindi due cappuccini e due cornetti al cioccolato, arrivano subito.» dice facendomi l'occhiolino, noto Owen sbuffare ed io sorrido.
«Come mai non vuoi il the?» mi domanda ritornando tranquillo.
«Ho vissuto a Londra per tre anni, l'unica cosa che sapevano darmi lì era the! Lo odio.» sbotto facendo una smorfia di disgusto, anche solo il pensiero mi fa schifo.
Sorride annuendo, sembra così tranquillo e così bello. Si, perché dopo tre volte che l'ho visto, oggi sembra più bello. Continuo ad osservarlo e senza accorgermene mi sto mordendo il labbro. Mi guarda con occhi strani e sorride di nascosto.
«Raccontami di te.» dice bevendo il suo bicchiere d'acqua. Cosa vuole sapere? Um mia madre è malata, sono scappata a Londra perché ero incinta di un ragazzo che non voleva il bambino, ho avuto altri problemi ed ora sono ritornata qui e sono a fare colazione con un ragazzo che conosco a malapena. Questo vuole sapere?
«Um...sono Hannah Davis, ho 19 anni, ho vissuto tre anni a Londra ma sono tornata perché mia madre sta male ed ora sono a fare colazione con Mr Owen Smith!» agito le mani mettendo enfasi sul suo nome, lui socchiude gli occhi e mi osserva con un ghigno divertito. Arrossisco, mi sta fissando troppo. Mi succede spesso, qualcuno mi guarda ed io arrossisco.
«Sei molto riservata Miss Davis.» replica lui tenendo quel suo ghigno. Sorrido e scuoto la testa, non sono riservata...è solo che non amo parlare di me, non mi piace.
«Come mai questo invito?» fa spallucce e finalmente arriva l'ordinazione, come al solito Roberto il cameriere fa un occhiolino e Owen lo trucida con lo sguardo.
«Voglio sapere di più su di te Hannah ma so che non mi dirai niente quindi farò in modo che tu ti fida di me.» mi accarezza la mano e come al solito il suo contatto, mi provoca mille brividi.
Bevo il cappuccino e non faccio altro che guardarlo. È così bello. Però ora voglio sapere io di lui.
«Ora dimmi qualcosa tu su di te!» attiro la sua attenzione, inclina la testa e mi guarda sorridendo amaramente.
«Um se ti dicessi chi sono sicuramente non mi parleresti più!»
Cosa intende dire? Cosa è un assassino? Non dovrei parlargli comunque, ha usato Facebook per scoprire il mio indirizzo, ha salvato il mio numero e mi ha mandato un messaggio. Inquietante è poco!
«Provaci.» rimbecco agitando le mani, tira un sospiro e alza le spalle.
«Hai presente Deborah Smith?»
La grandissima donna d'affari di Los Angeles, si che la conosco. Quella donna è la persona più odiosa al mondo, ma che dico dell'universo. Annuisco.
«È mia madre.» Aspetta, cosa? Ora collego il cognome, la bella macchina ed il suo bel cellulare costoso. Però a me non importa chi è sua madre...anche se è la persona più odiosa di questo mondo!
«Interessante..quindi tua madre è la persona più odiosa di questo mondo! Mr Smith non la voglio rivedere più.» dico ridendo toccandomi il mento con l'indice, ride anche lui capendo che il mio tono non è per nulla serio.
«Ripresentati, su.» scuote la testa ridendo.
«Sono Owen Smith, figlio della donna più odiosa di Los Angeles, sono ricco, molto ricco. Ed ora sono in un bar insieme ad una ragazza bellissima.» arrossisco al suo complimento e mi mordo il labbro. È così dolce ma inquietante allo stesso tempo; finiamo la colazione anche se sono le tredici e usciamo dal bar. Paghiamo e dopo aver salutato Roberto ce ne andiamo.
«Che ne dici di fare una passeggiata a Venice?»
Annuisco e ci avviamo con la macchina nel mio quartiere preferito di LA.
Scendo dall'auto e andiamo in spiaggia, tolgo le scarpe e mi siedo sulla sabbia. Resto lì, osservo il mare e chiudo gli occhi dimenticandomi di tutto. Mi dimentico di Will che sta per avere un figlio, di mamma che è malata, di Owen e le sue manie da stalker.
Respiro l'aria marina e la brezza mi accarezza il viso, inspiro ed espiro. Sento qualcuno sedersi accanto a me e apro un occhio ed è Owen. Anche lui osserva il mare e sposta con la scarpa la sabbia facendo una piccola buca.
«Di cosa parlavi con mio fratello?» gli domando facendogli aprire gli occhi ma che subito socchiude a causa del sole.
«Mi ha minacciato di uccidermi se solo ti avessi sfiorata.» dice ridendo, Daniel il solito. «E abbiamo scoperto che ci alleniamo nella stessa palestra!»
Bello, davvero. Ora diventeranno migliori amici ed io non potrò uscire con Owen. Ma cosa dico? Cosa ti sta succedendo Hannah. È stata un'uscita provvisoria, secondo me domani nemmeno si ricorderà di me.
Continuo a pensare osservando il mare, la cosa mi rilassa parecchio.
«A cosa pensi?» domanda distraendomi. Faccio spallucce e rimango in silenzio, mi prende il viso e mi osserva.
«Sei così bella Hannah.» arrossisco e lo osservo anche io, anche lui lo è, pure tanto. Si schiarisce la voce e si alza, pulisce il pantalone e mi tende la mano. La prendo e mi alzo anche io, ci avviamo alla sua auto e mi accompagna a casa. Il tragitto come al solito è silenzioso, nessuno dei due fiata. Arriviamo fuori casa ed apro lo sportello ma Owen lo chiude. Lo guardo confusa e lui si avvicina a me.
«È stata una bella giornata Miss Davis, ci sono ancora tante cose che voglio sapere di te.» dice vicino al mio viso, deglutisco per la tale vicinanza e sospiro faticosamente.
«Beh anche io su di te. So solo che sei uno stalker inquietante, figlio dell'odiosa Deborah.» replico facendolo sorridere, si allontana e mi lascia aprire la portiera.
Mi affaccio al finestrino, lui mi guarda sorridente. «Quindi ci rivedremo?»
Faccio spallucce e scoppio a ridere, scuote la testa e va via suonando il clacson in segno di saluto.
Entro in casa con un sorriso da ebete stampato in faccia; mentre sto per salire le scale, la faccia da idiota di Daniel mi si para davanti.
«Cos'è quel sorriso? Ti ha baciata? Lo castro e poi gli faccio mangiare le palle dal cane dei Jefferson.» sbotta facendomi fare una smorfia disgustata.
«Cosa? No. Non l'ha fatto e non lo farebbe, lo conosco appena!» mi difendo io e lui annuisce.
«Mi piace quel tipo però.» ribatte ed io sorrido salendo su finalmente. Entro in camera e mi getto sul letto a peso morto, passo una mano fra i miei lunghi capelli marroni e penso a questa mattinata passata con Owen. È stato così gentile ma quel suo cambio d'umore mi ha preoccupata e mi ha fatto venire ancora più dubbi. Prendo il cellulare e noto due messaggi. Apro prima il primo ed è da parte di Owen.

Da: Owen Smith.
A: Hannah Davis.
È stata una bella giornata! Scusa ancora per il mio cambio d'umore ma poi ti spiegherò un paio di cose. Sono ancora così spaventoso Miss Davis? :*

Sorrido al fatto che mi chiama Miss Davis e nemmeno ci penso che subito gli rispondo.

Da: Hannah Davis.
A: Owen Smith.
Beh Mr Smith si vedrà... :p

Apro l'altro messaggio ed è Greg, aggrotto la fronte confusa e lo apro.
Da: Greg Seller.
A: Hannah Davis.
Chiamami appena puoi!

Dal tono che ha usato, credo non sia nulla di buono. Lo chiamo subito.
«Hannah!» dice tirando un sospiro di sollievo.
«Che è successo? Tutto bene?»
Silenzio tombale. «Greg sei vivo?»
Sento respirare segno che è vivo, perché non parla? Mi sta mettendo un'ansia terribile.
«Hannah, Jon Ross sta venendo a Los Angeles, da te.»
Rimango scioccata infatti faccio cadere il telefono senza dare una risposta a Greg, tremo; lui è la seconda persona che non voglio vedere. Lui non può venire qui, lui sa cose che nemmeno i miei sanno. No, no, no. Tremante riprendo il telefono in mano e noto che Greg è ancora in linea.
«Co..come mai? Perché sta venendo qui? Che vuole?» gli domando con voce tremante.
«Non lo so, è passato da me stamattina dicendomi che sarebbe venuto da te perché vorrebbe parlarti di quella cosa.» replica tutto d'un fiato. Dannazione. No, non può.
Jon sta tornando, mi getto sul letto iniziando a piangere e neanche oggi, dopo una bella giornata passata con Owen, sono felice.

Restart. (IN REVISIONE) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora