Restart. |Guarda in faccia la realtà, Hannah.

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                    CAPITOLO 38.
|Nella foto il bellissimo ma dannato, Jon Ross|
***
«Hannah...», sussurra confuso continuando a leggere  i messaggi minatori che Jon mi ha mandato. La sua espressione è furiosa, più del solito.

«Io veramente gli spacco la faccia a quello stronzo!», sbotta ridandomi il cellulare ma io lo fermo. Non serve a nulla, può anche picchiarlo ma Jon non si ferma, lui è qualcosa di straordinariamente fastidioso. Quando cerchi di distruggerlo, lui lo fa prima di te.

«Non serve a nulla Dan... Ti prego!», lo supplico tenendogli il braccio, sospira e annuisce. Mi prende la mano e solo ora mi accorgo di avere ancora il livido che mi ha fatto Jon, lo guardo e Daniel se ne accorge ma non dice nulla.

Continua a tenere i pugni chiusi, così stretti da far diventare le nocche bianche.
«Andiamo in caserma, ora. Non voglio obiezioni!», sbotta irritato ed io mi ritrovo ad annuire, meglio non contraddirlo o picchierà anche me. Piano, lo seguo, cammina a passo svelto, di solito diciamo che è molto lento.

Sono veramente stufa di tutto questo, sono stanca di continuare a lottare contro qualcosa che vincerà sempre, perché si, Jon Ross non perde. Non sopporta le sconfitte. Volevo denunciarlo una volta ma i poliziotti, mi hanno rimandata a casa. L'ho lasciato ed ha spifferato la nostra relazione a tutta la scuola. Ho un nuovo ragazzo e lui sta facendo di tutto per intralciarmi. Jon Ross è terribilmente fastidioso, già lo immagino sorridere sghembo che si prende gioco di me con Lily, la mia (ex) migliore amica. Come ha potuto?

I pensieri mi hanno distratta, siamo già in macchina per andare alla caserma di polizia.

Ritornando a Lily, non riesco ancora a crederci, mi ha tradito. La mia migliore amica è qui a Los Angeles con Jon Ross, dopo tutto ciò che mi ha fatto. Gli ho dato tutto e lei mi ripaga così, scrollo le spalle quando un senso di pianto mi affligge e ritorno a guardare Daniel che guida.

Il suo viso è totalmente sulla strada e tiene saldamente le mani sul volante. È apparentemente calmo, ma so che non lo è. Lo conosco, è incazzato nero.

Quando la macchina si ferma e ciò significa che siamo arrivati in caserma, il panico prende forma. Ho paura, la farà franca. Lo so.

Scrollo le spalle e mi tengo al braccio di Daniel che velocemente entra in caserma.
«Salve, vorremmo denunciare una persona», chiede gentilmente ad una poliziotta, molto bella direi. Capelli biondi con sfumature rosse, la gonna le fascia il sedere che Daniel apprezza perché si morde il labbro a guardarla. Gli do una gomitata e lui ritorna alla realtà.

Gentilmente la signorina annuisce e ci fa accomodare nel suo piccolo ufficio.
«Okay, ditemi tutto», dice e Daniel si mantiene le parti basse. Alzo gli occhi al cielo e mi maledico per esser venuta, sarei dovuta venire con Owen o Greg, non con quest'uomo virile.

«Vorrei denunciare Jon Ross», prendo io la parola perché Daniel ormai è perso.

La ragazza cerca il nome sul computer e appena legge, annuisce. Prendo la mano di Daniel e la stringo per esser rassicurata. Mi sorride e continua a fissare la ragazza.

«Jon Ross di Londra?», chiede ed io annuisco.
«Ha una fedina penale pulitissima», spiega ed io scoppio in una fragorosa risata. Questo lo so, ma è una fottuta bugia. Jon Ross è uno sporco manipolatore, può pagare chi vuole per non sporcarsi la sua fama da buon uomo!

«Signorina, lui è uno stronzo, mi scusi il termine. Mi ha maltrattata, ha mandato un ragazzo per violentarmi ed in più mi minaccia», dico tutto d'un fiato. La signorina impallidisce ed annota, sorrido soddisfatta. In più allungo il polso e glielo faccio vedere.
Dopo che ha finito di scrivere, si alza e ci sorride gentilmente.

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