three.

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Si era svegliato sul divano di Tony ed era scappato via. Non voleva dare spiegazioni,per lui era stato un momento di debolezza che non si sarebbe ripetuto. Quel giorno aveva la sua missione. Doveva essere forte.

"Non so come cominciare questa pagina,perciò racconterò a te,questa giornata. Eravamo in missione,avevamo fatto un disastro e ci eravamo ritrovati ad essere ricercati. Ricercati da un assassino che chiamano il fantasma. Ricercati da un ragazzone con un braccio in metallo. Ricercati da uno che voleva ammazzarci. Ricercati da Bucky. Eh si,da Bucky. Stavamo combattendo sul ponte,aveva il volto coperto dal naso in giù,non riuscivo a vedere chi era e poi una volta volata la maschera,me lo sono trovato davanti. Non mi ha riconosciuto. È stato un dolore lancinante al petto. I suoi occhi che una volta erano così azzurri e splendenti ora sono ricolmi di rabbia,orrore e non brillano più. Che cosa era successo? Che cosa mi ero perso? Perché? Lo avevo visto cadere,io lo avevo visto con i miei occhi. Ma non è stata la cosa peggiore. La cosa peggiore è stata doverlo affrontare sull'helicarrier,io che non volevo fargli del male e lui che mi prendeva a pugni. Proprio mentre stavo per farcela,mi ha sparato. Due volte. Ma io ci ero riuscito e mentre tutto andava a pezzi lui continuava a tenermi fermo e a tirarmi pugni con quel braccio di metallo. Cavolo se ha fatto male. Sai,sono anche caduto in acqua e poi mi sono ritrovato dove sono ora. In ospedale. Sto scrivendo adesso perché voglio sfogarmi qui,non con gli altri. Quello che è successo ieri notte è stato sbagliato. Da oggi riprenderò a scrivere,da oggi riprenderò a riempire le pagine di lui,di me e dei miei amici. Da oggi riprenderò a scrivere le emozioni e non lasciarle passare dal mio viso quando sono con gli altri." chiuse il diario in fretta quando sentì le risate di Natasha e Sam. -Capitano! Come va?-
-Sto bene ragazzi,non c'era bisogno di portarmi qui- rise,anche se di divertente non c'era nulla. Per un attimo i suoi amici,di fronte a lui si guardarono. Nat si avvicinò a Steve. -Se vuoi andiamo a cercarlo- gli prese la mano e la strinse. Steve guardò la sua mano stretta in quella della rossa. -Volevo cercarlo da solo,ma se volete aiutarmi non ve lo impedirò ragazzi-.
-Io sarò sempre con te Steve,non sei solo il mio capitano,ma anche mio amico- sorrise sentendo quelle parole,Sam gli voleva bene e anche lui gliene voleva. -Grazie Sam-.
Uscì da quel posto dopo una settimana e pochi giorni dopo si mise a cercare il soldato. Aveva passato tanto tempo a scrivere ed era divenato bravo a farlo. Ogni nuovo dettaglio della ricerca veniva appuntato,anche se insignificante,sul libretto dalle pagine un po' ingiallite. Aveva speranza. Aveva il cuore colmo di speranza. Voleva davvero riuscire a trovarlo,avrebbe rischiato la sua vita pur di poter incrociare ancora una volta quegli occhi,lo avrebbe trovato.

Passarono due anni. Niente tracce. Continuava a scrivere pagine e quel giorno,gli venne l'idea. Come aveva fatto ad essere così stupido? Si alzò dal letto in piena notte con il sorriso stampato e cominciò a cercare ovunque il libretto e una volta trovato si sedette a terra. Rilesse con attenzione ogni pagina da quando le ricerche erano cominciate.
" 24 Marzo 2014
Abbiamo seguito delle tracce lungo la riva del fiume su cui mi hanno trovato. C'erano delle armi buttate lì,scariche,c'era quella che era la sua maschera e in più c'erano delle impronte,solo che quelle erano quasi sparite. Le abbiamo seguite,ma sono finite nel bel mezzo del bosco." andò avanti frettolosamente cercando le cose più importanti su cui focalizzarsi ed eccolo lì. Aveva trovato un dettaglio importante ben due anni fa e lo aveva visto solo ora. "Nelle perlustrazioni aeree abbiamo rilevato attività esattamente dall'altra parte del bosco,c'è una casa,ma non penso lui sia andato lì a vivere,non aveva soldi o altra roba,non avrebbe mai fatto il barbone!". Erano le due e chiamò Sam. -Che diavolo ti succede sei pazzo? Sono le due Steve!-
-Ascolta,non ci crederai mai,ma penso di averlo trovato!- agitò la mano libera in aria. -Ma che dici? Che diamine hai bevuto?-. -No,ascolta,ho ricollegato tutti i posti in cui potrebbe essere stato,ma non avrebbe senso! L'unico posto sotto i nostri occhi. È lì che è andato. Nella casa dall'altro lato del bosco!- sentì il suo amico ridere di gusto. -Ma per favore,un super soldato che si nasconde in una baracca che non esiste e sopratutto in un bosco? Devi proprio dirmi cosa ti sei preso per impazzire-.
-Sei uno stronzo- e attaccò in faccia a Sam,arrabbiato come una ragazza con il ciclo. -Uscirò da solo e gli proverò che è lì. Non posso sbagliare questa volta.- sussurrò a se stesso. Si vestì,prese la giacca in pelle,prese la moto e andò al bosco. Parcheggiò dalla parte opposta del bosco,aveva paura di farlo scappare. Accese una torcia e iniziò a camminare. Più si addentrava e più aveva paura,sarebbe dovuto andarci di giorno,ma lui si era fatto prendere dall'euforia. Camminava piano cercando di capire da che parte andare. Si sentiva strano,con una gioia nel cuore,come se stesse andando ad un appuntamento con il suo amato e invece stava per invadere la sua casa. Si era trovato sporco di terra. Era caduto,si era poggiato di schiena ad un albero,abbattuto come non mai. Si era perso lì in mezzo,girava in tondo. -Ma quale razza di scemo va in un bosco la notte? IO! Porca miseria sono proprio uno stupido- non aveva voglia di alzarsi e fare qualcosa,non l'avrebbe trovato,non ci credeva più.
Iniziò a sentire dei rumori. Si guardava in torno e pregava che fosse un animale.
-Ti sei fatto male?- sussultò e alzò la testa verso chi aveva parlato. Era Bucky...Lo guardava immobile,stupito. -Ti sei morso la lingua? Vieni ti porto via di qui,non è sicuro-. Si alzò ancora scosso,lo aveva riconosciuto? Era diverso da quando due anni prima aveva cercato di ucciderlo. Bucky sapeva perfettamente dove andare,girava sicuro,come se conoscesse quel posto come le sue tasche. Quindi Steve aveva ragione...Lui era sempre stato sotto il suo naso.
-Come mai eri qui di notte?-. Steve ignorò la domanda -Come facevi a sapere che ero lì?-. -Non lo sapevo- alzò le spalle in modo innocente.
-Tu ti ricordi di me? Sai chi sono?- a quelle parole Bucky si fermò,fece un respiro e lo guardò. -Mi sono preso due anni per capire chi sei,sono stato nei musei,sono stato in giro e a volte sono stato nel tuo appartamento mentre eri via. Nella mia testa ci sono ricordi confusi di me e te. Ricordo che eravamo amici e vivevamo in una piccola città; Ti chiami...Steve?-. Al capitano non sembrava più così entusiasmante averlo ritrovato. AMICI. Si era ricordato che erano solo amici. Doveva aspettarselo,ci aveva messo troppa speranza. -Si,esatto. Perché ti sei nascosto? Nel mio appartamento cosa ci hai fatto?-.
-Mi sono nascosto perché mi serviva del tempo e non dovevo far male ad altra gente con...questo-alzò il braccio in metallo- e sta tranquillo,non ho fatto niente lì dentro. Sei disordinato amico.- Steve adesso si sentiva male. -Vieni con me in città! Posso aiutarti a ricordare,posso aiutarti a ricominciare una bella vita Bucky!- ecco,con quella frase si sentì un pazzo! Aveva appena chiesto a quel ragazzo che ricordava poco e niente di lui,di andare in città insieme e di fargli vivere una nuova vita. Steve aveva proprio un buon cuore,ogni volta che aveva la possibilità di fare del bene,lo faceva. Aiutava davvero tutti,anche le persone che tutti ignorano,lui è lì per aiutarle. Gli piaceva vedere la speranza negli occhi delle persone,gli piaceva il sorriso che gli porgevano quando finiva di aiutarli,gli piaceva sentire la gioia attraverso gli occhi degli altri,gli piaceva vedere quella luce negli occhi che lo faceva sentire bene. Era troppo buono,è vero,infatti a volte ci aveva sbattuto la testa ma lui continuava ad aiutare tutti senza mai arrendersi. Al ragazzo bruno brillarono gli occhi e il biondo rivide quella luce stupenda nell'azzurro dei suoi bellissimi occhi. -Tu...Tu vuoi davvero aiutarmi? Non mi porterai in uno di quei centri per malati...vero?-. Steve rise,in quel momento il suo amico sembrava un bambino indifeso. -Non preoccuparti,non potrei mai portarti lì! Quindi? Vuoi venire?-. Il soldato sorrise annuendo e cominciò a correre indietro prendendo il braccio del capitano. Steve si sentiva di nuovo un ragazzino. Sentiva il vento sul viso e sentiva il suo braccio bruciare sotto la stretta di Bucky. Era come quando erano ragazzini,il bruno andava a casa sua,lo prendeva dal braccio e correva fuori per andare a giocare. Il suo cuore si alleggerì da tutta la tristezza e si sentì sicuro. Si,si sentiva sicuro con lui. Lui era la sua casa. -Ho visto dove hai parcheggiato,forse ti stavo seguendo- disse il soldato ridacchiando e interrompendo i pensieri del biondino.
Arrivarono alla moto ed erano in piene energie. Uno si sentiva bene perché stava avendo l'occasione di ricominciare una vita come si deve e l'altro aveva ritrovato la persona più importante per la sua vita. Steve aveva dato il suo casco a Bucky e gli aveva detto di tenersi forte a lui. Il moro lo stringeva e guardava meravigliato intorno a se. New York era un luogo inesauribile, un labirinto di passi senza fine: e per quanto Steve l'avesse esplorata, arrivando a conoscerne a fondo strade e quartieri, la città lo lasciava sempre con la sensazione di essersi perduto. New York era costituita da milioni di persone diverse, e tutti andavano lì in cerca di qualcosa. Qualcosa che potesse renderli speciali. Steve era lì per caso,proprio come Bucky. Quel posto era casa loro,ma il soldato non aveva mai avuto il tempo di guardarla con occhi diversi,con occhi di un bambino,come faceva in quel momento. Lì si concentrava tutto, popolazione, arte, teatro, letteratura, editoria,
import, affari, assassinii, aggressioni di strada, lusso, povertà. Era tutto di tutto. Andava avanti tutta la notte,era instancabile. Era troppo per crederla vera;così complicata, immensa, insondabile. Steve lo portò sul Queensboro Bridge e Bucky non aveva mai visto così tanta bellezza. La città vista dal Queensboro Bridge era sempre la città vista per la prima volta, nella sua prima, selvaggia promessa di tutto il mistero e di tutta la bellezza del mondo.
-Non avevo mai visto niente del genere-.
-Da oggi vedrai spesso cose così belle,tu non ricordi molto,ma vedrai che ce la farai. Buck,devi sempre tenere in mente che da oggi non sarai più da solo perché io sarò sempre con te,anche se tu non mi conosci-. Si guardarono. -È vero,non ti conosco,non ancora,ma sento che posso fidarmi di te. Steve,in me c'è qualcosa che mi dice di fidarmi e anche se non so cosa è,io mi fiderò-.
Risalirono sulla moto e andarono nel piccolo appartamento del biondo per andare a riposarsi.

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