eighteen

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Poco dopo una settimana i medici permisero a Steve di uscire dall'ospedale. Gli avevano detto che le ferite ci avrebbero messo un po' a guarire e che avrebbe dovuto portare il gesso per circa un mese. Il biondo er a alquanto scocciato da questa cosa,che avrebbe fatto se una minaccia incombeva? Avrebbe guardato gli altri combattere mentre lui era costretto a starsene seduto? Non esisteva. Era stato cocciuto e aveva insistito fino all'ultimo secondo senza cedere. Bucky continuava a dirgli di non preoccuparsi,di starsene buono e non combinare guai ma lui faceva il contrario. Una volta lo aveva trovato seduto a terra a mangiare un pacco di patatine. Si era distratto due secondi,ma veramente due. All'inizio era irritato,avrebbe potuto farsi male,ma poi ci rise su. Aveva una faccia buffa,lì seduto a terra con le gambe stese un pacco di patatine in mano e le guancie piene come se fosse un criceto. Lo aveva guardato con una faccia colpevole,come se sapesse già di aver fatto una cosa che non doveva. Il moro approfittò di quel momento scattandogli una foto. Il capitano continuava a dirgli di cancellarla ma l'altro non ne voleva sapere niente. Bucky aveva chiesto più volte a Steve di fargli vedere le ferite dell'incidente ma si rifiutava. Si era rifiutato anche di rispondere alle domande che riguardavano in qualche modo Sam. Era strano,quei due erano migliori amici eppure adesso non ne voleva sapere nulla e la cosa che lo faceva rimanere perplesso era che Steve non era mai rimasto arrabbiato con qualcuno per più di due minuti,a parte che con lui ovviamente. Quindi sapeva che era qualcosa di serio e se non voleva dirglielo era qualcosa che lo avrebbe fatto arrabbiare a morte. Smise di fare domande a lui e cominciò a farle a Sam che gli ripeteva che non era nulla e stava solo esagerando. Gli diceva di non preoccuparsi,ma infondo lui come poteva stare tranquillo? Steve non era stupido e non sprecava lacrime su faccende idiote. Poi si ricordò che nella stanza con loro c'era Natasha. Lei non sapeva tenere un segreto con lui,gli diceva tutto,nom avrebbe detto di no a Bucky. Quella mattina andò speranzoso in cerca della rossa e qundo la trovò non le fece subito la domanda,parlò con lei,cercò di far spuntare l'argomento a caso. Natasha si accorse del suo comportamento ed era irritata dall'insistenza del moro.
-Ti prego,devi dirmelo- piagnucolò.
-Va bene,ma non devi farne parola con nessuno dei due. Bucky giuramelo- lo guardò seria e aspettò davvero che giurasse. -Tu sai quanto Steve tiene a te e sai anche che la cosa più preziosa che ha è il suo diario. Quel diario non deve essere toccato a meno che non è lui a dirti di farlo. Tu sei stato l'unico che ha potuto leggere qualcosa. Sam era geloso,lui è il suo miglior amico e doveva sapere anche lui qualcosa in più su Steve e lui non voleva saperne nulla. Hanno cominciato a litigare,uno urlava da un lato e l'altro dall'altro. Sam poi ha fatto una cosa assolutamente sbagliata. Erano davvero infuriati,Steve era rosso in viso e Sam continuava a scagliare parole su parole e io cercavo di fermarli. Poi ha preso il diario,si è messo in un angolo dove lui non potesse arrivare con le mani e ha iniziato a strappare le pagine. Una ad una sotto gli occhi di Steve. Pagine irrecuperabili. Ho cercato di fermarlo ma è stato inutile. Poi ha gettato il diario a terra e se ne andato. Steve ha quel diario da tempo,mi ha detto che è stato il tuo primo regalo per lui...Ci teneva-.
Alzò lo sguardo cercando gli occhi azzurri di James. Aveva i pugni stretti,si vedeva che era arrabbiato.
-Avevo fatto tanto per farlo sorridere quel giorno e lui ha distrutto la mia impresa. Grazie Nat. Devo andare,se puoi va a controllare Steve mentre sono via-. Sapeva dove andare. Eccome se lo sapeva. Come si era permesso? Come aveva potuto tradire così il suo Stevie? Lo sapeva. Sapeva bene quanto ci tenesse eppure lo ha strappato senza pensarci. Aveva anche pensato bene di dirgli una grossa cavolata, "non è nulla,sta esagerando". No che non esagerava. Non si sarebbe risparmiato. Come da ragazzo,le avrebbe suonate a chiunque pur di proteggerlo. Si presentò alla sua porta e la prima cosa che fece fu tirargli un bel pugno sul naso. Dritto in faccia. Falcon lo guardò pietrificato ma gli ci volle poco per capire che stava succedendo. Richiuse la porta con violenza,cercando di evitare lo scontro con Bucky.
-Esci fuori se ne hai il coraggio! Avanti! Non ho intenzione di rompere qualcosa qui,se non la tua faccia!-. Non sarebbe uscito di lì e lui aveva appena mentito. Con le buone non stava funzionando,quindi doveva usare le cattive. Ma una voce,una voce soffice,dolce,lo chiamò. Non era quella di Steve,non era di qualcuno che lui conosceva. Una manina soffice si posò sul braccio di metallo e due occhioni verdi puntarono i suoi.
-Ti fa male?-. Era una bambina. La prima cosa che Bucky pensò fu "ma che sto facendo?". Quegli occhi dolci fecero spegnere la sua rabbia. Quel visino era riuscito a fargli tornare la ragione. Si accovaciò accanto a lei,con dolcezza gli sfiorò la guancia.
-No,non fa male. Come ti chiami?- la bambina non aveva un bell'aspetto. Aveva un vestitino rovinato,un po' sporco e portava due scarpe diverse.
-Mi chiamo Melanie,signore- rispose timida.
-Io sono Bucky...Dimmi Melanie,ti sei persa? Dove sono i tuoi genitori?-. Il tono della sua voce si fece preoccupato.
-Non ho un papà...nemmeno una mamma- si sentì così triste sentendo quelle parole uscire dalle sue labbra. Una bambina così piccola era stata lasciata in strada. Quanti anni poteva avere? Sei? Sette? Non lo sapeva,ma non poteva lasciarla sola. Lo aveva colpito così tanto,era rapito dalla piccola.
-Buck! Non..Bucky?- questa era la voce di Steve. Si girò verso di lui,era accompagnato da Natasha.
-Sei una spiona,diglielo Melanie- la bimba lo guarò confusa e divertita. Steve la guardò sorridente. Il suo animo buono si stava facendo largo ed era pronto ad aiutare quella graziosa bimba in tutti i modi,ma la domanda del moro lo spiazzò.
-Possiamo portarla con noi a casa?-.

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