"Nel tempo dell'inganno universale dire la verità è un atto rivoluzionario" (George Orwell)
LA VERITA'
Quando riesco a smettere di piangere come una bambina, ma ancora scossa dai singhiozzi, riesco anche a riprendere pian piano il controllo su me stessa. Edoardo, fino a quel momento rimasto in silenzio, mi cinge tra le sue braccia con delicatezza. Sento il suo fiato caldo mentre mi sussurra piano all'orecchio "shhh.....shhh piccola è tutto ok" e la sua mano leggera scivolava su e giù per la mia schiena tranquillizzandomi. Mi sciolgo piano da quell'abbraccio e riesco finalmente a guardarlo in faccia, anche se un po' mi vergogno di quello che è appena successo, non era il caso di sfogarmi in mezzo alla strada, e soprattutto fra le sua braccia. Ma la vergogna ha poca durata, viene subito sostituita dall'incredulità.
Edoardo è visibilmente dimagrito, le occhiaie segnano i suoi occhi spenti e apatici, è evidente che non dorme da giorni. La faccia è perennemente contratta in una smorfia, come provasse un dolore costante che non gli da pace. Anche il suo sorriso, che è la caratteristica che lo contraddistingue, è sparito.
- Io non sono messa per niente bene – gli dico – ma tu...sembri uno zombie- sentenzio.
- Lo so – risponde lui con un sorriso accennato.
Realizzo all'istante che quello che mi era stato riferito su di lui dopo la nostra rottura è vero, soffre come un cane. Non nego che una parte di me sta pensando che ben gli sta e che sia la giusta conseguenza....ma l'altra parte, quella che lo ha amato con tutta me stessa per anni ceca davanti all'evidenza, è dispiaciuta. Provo pena per lui al pensiero di cosa sta passando in questi giorni, anche perché io so in prima persona cosa significhi.
- Va meglio ora?- mi chiede.
- Si, grazie. Scusa se ti sono crollata a dosso così, ma non è un bel periodo- rispondo cercando di giustificarmi.
- Tranquilla, non preoccuparti. Lo capisco – cerca di rassicurarmi lui, mostrandomi un altro sorriso sghembo.
- Allora...dove andiamo?- gli chiedo mentre mi asciugo gli occhi ancora bagnati con un fazzoletto.
Per un momento lui sembra illuminarsi, ma non ho il tempo di verificare perché mi ha già dato le spalle e con un passo è già arrivato alla sua macchina dove apre la portiera e rimane in attesa che io salga per poi richiuderla dopo il mio passaggio. Salito in macchina anche lui gli ripropongo la domanda, sperando che questa volta mi risponda.
- Quindi dove stiamo andando Edoardo?-
- Vedo che la tua curiosità non muore mai..- mi prende in giro lui mentre si immette nella strada.
- Si, mi conosci. Dai dimmi dove stiamo andando!- insisto.
- Non puoi avere un po' di pazienza?- mi chiede lui fingendosi scocciato.
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Muffin a colazione
ChickLit"Sei un viscido bastardo, ti voglio fuori da qui entro stasera". Questo è il biglietto che sto lasciando al mio fidanzato questa mattina. Per essere precisa lo lascio in bagno. Un bel post-it giallo attaccato al suo spazzolino. Quel maniaco dell'ig...