Capitolo 2° - Lo sconosciuto

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La golosità ha sull'amore mille vantaggi. Ma il più importante è che, mentre bisogna essere in due per abbandonarsi all'amore, si può praticare la golosità da soli, anche se l'abate Morellet ha detto: "Per mangiare un tacchino al tartufo bisogna essere in due: il tacchino e se stessi".
(Guy de Maupassant)

(Guy de Maupassant)

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LO SCONOSCIUTO

Ho parcheggiato poco distante da "Les bonnes choses". Non ho voglia di camminare, camminare è uguale a pensare e pensare è uguale farmi il fegato a strisce. Preferisco sedermi subito al tavolino libero che ho già adocchiato fuori dalla pasticceria. E' nero e turchese, in ferro battuto . Sopra c'è appoggiato un vasetto trasparente da cui fanno capolino dei tulipani bianchi con striature azzurre. Dio come amo questa pasticceria, ti fa venire voglia di rimanere circondata da pasticcini e dalle fette di torta per sempre.
I dolci sono la mia fuga dalla realtà, ma anche il mio modo di affrontare la vita.
Mangio due scacchi di cioccolata alle nocciole se torno distrutta dopo il lavoro, sdraiata sul divano, ma poi mi alzo e faccio le pulizie.
Mangio la torta alle mele se litigo con mia mamma, ma poi gliene preparo una in segno di pace.
Mangio gelato alle fragole se fuori piove e sono annoiata, ma poi prendo la scatola del bricolage e occupo il tempo con cose che alla fine mi danno gran soddisfazione.
Oggi non so proprio cosa mangiare però. Cosa si mangia quando si tronca di netto una relazione? Bisogna trovare qualcosa che ti consola ma allo stesso tempo ti da la forza per affrontare la giornata.
Mi siedo al tavolino, la sedia è comoda e mi appoggio allo schienale. Sento il bisogno di essere sostenuta in tutti i sensi adesso . Ero tanto forte due minuti fa, ma adesso cominciò a realizzare quello che è successo.
- Buongiorno signorina, cosa posso portarle questa mattina? – una cameriera di bassa statura con un viso da bambina interrompe i miei pensieri.
- Mi scusi ma ancora non ho deciso – le rispondo prendendo la lista dei dolci affianco al vaso. Ce ne sono troppi per scegliere così velocemente. Devo chiedere alla ragazza di prendere prima l'ordinazione di qualcun altro.
- Scusi ho visto che lei è sola al tavolo e non c'è altro posto libero. Disturbo se mi siedo con lei?- mi chiede un uomo sulla trentina fermo vicina alla sedia di fronte a me. Rimango zitta, non mi vengono le parole. Sembro un salame. "Svegliati Chiara!" mi dico da sola e finalmente riesco a rispondere.
- No prego si sieda – dico, anche se vorrei rimanere sola.
Lui mi sorride e mi ringrazia, poi si rivolge alla cameriera che è ancora in attesa.
- Buongiorno, io gradirei un caffè liscio e il Muffin della casa, grazie-
Il Muffin della casa? Non l'ho mai assaggiato, chissà com'è. L'uomo mi guarda, la cameriera mi guarda, mi sembra che tutto il mondo mi stia guardando.
-Lei ha deciso?- mi chiede cortese la cameriera. Sono nel panico. Voglio tutto e non voglio niente. E' la mia prima colazione da single e non ho nemmeno il tempo di leggere una lista. Mi sforzo di pensare, ma la bocca mi precede.
- Un cappuccino e lo stesso dolce che ha preso il signore- dico frastornata dai miei stessi pensieri.
- Ottima scelta- mi dice la cameriera – Sono subito da voi – aggiunge.
Inizio a guardarmi attorno e pensare che chi non ci conosce deve pensare che siamo una coppia. Il tavolino è piccolo e le nostre ginocchia si scontrano in continuazione, ogni volta che succede la situazione diventa sempre più imbarazzante. Rimaniamo in silenzio, io faccio finta di leggere delle email sul cellulare mentre lui guarda il giornale. Ogni tanto ci scambiamo qualche sguardo o sorriso di circostanza. Finalmente arriva la cameriera con le nostre ordinazioni.
- Mi devo scusare – ci dice – ma il cassiere ha capito male e non ha fatto gli scontrini separati-.
Ci porge uno scontrino con il conto. Sono nove euro e cinquanta. Mi affretto a prendere il portafoglio e dare la mia parte, ma il signore mi precede.
- Non si preoccupi, la signorina è stata così gentile da lasciarmi accomodare che il minimo che io possa fare è offrirgli la colazione – dice porgendole una banconota da dieci euro – tenga il resto-.
- Ma io..- comincio la frase cercando di rifiutare ma lui mi zittisce con un gesto della mano, lo fa in modo carino, ma comunque io non voglio accettare. La cameriera ringrazia e va via.
- Mi permetta di darle la mia parte- dico all'uomo senza guardarlo, frugando nel porta monete.
- Si figuri, mi permetta lei di offrirle questo dolce buonissimo. Non mi renderà certamente povero!- scherza. Sono così preoccupata dal conto che ho dimenticato il muffin. Non l'ho neppure guardato per la verità. Ora lo osservo. Non è un muffin, ma un mostro-ffin! Sembra più una tortina data la grandezza. Sicuramente è al cacao. Sopra però è ricoperto di scaglie al cioccolato e chicchi di caffè tostati. Ho già l'acquolina in bocca, mi dimentico del tipo difronte e do un grosso morso. E' delizioso! Come immaginavo è al cacao, ma dentro c'è anche granella di nocciole, e sorpresa : un cuore di crema al caffè.
- Vedo che ha appetito!- dice l'uomo guardandomi sorridente. Appoggio il muffin sul piattino e mi asciugo la bocca con il tovagliolo. Noto che la sua colazione è ancora intatta. Ma perché non mangia invece che guardarmi? Cosa diavolo vuole?
- Già..- rispondo cortese. Perché non posso godermi questo dolce in santa pace? Deve proprio rompere le scatole a me?. Finalmente lui si decide a mangiare la sua porzione. Da un grosso morso e io mi perdo a guardarlo, è così buffo mentre "affronta il mostro". Anche io gli avrò dato questa impressione? Un po' di crema gli rimane sopra la bocca. Lui mi guarda e io arrossisco abbassando lo sguardo e recuperando il mio cappuccino.
- Ha un po' di...di crema.. qui – Gli dico indicando con il dito il punto sul viso.
- Oh...- dice lui pulendosi con un fazzoletto.
- Così va meglio?- mi chiede. Io do una sbirciatina, è pulito.
- Si – dico annuendo. Ma cosa mi prende? Mi sto rimbecillendo?
- Mangio spesso questo dolce – mi racconta dopo qualche minuto di silenzio – lo reputo il migliore. Qual è il suo preferito?- mi chiede interessato.
- Non saprei – rispondo. E non lo so davvero. I dolci mi piacciono tutti. Ma proprio tutti.
- Suvvia ci sarà qualcosa che preferisce – mi esorta.
- Mi piacciono tutti, nessuno più di un altro..-
Questa mia affermazione sembra divertirlo.
- E' una golosa di dolci?-
- Direi di si, non posso farne a meno – rispondo arrossendo ancora.
- Be dall'aspetto non si direbbe. Io non ne vado matto invece, ed è una fortuna perché se ne mangiassi ogni giorno sarei obeso ormai-.
- Ahahah – rido – E' tutto merito dei geni – dico io – Dai 15 anni non ho mai pesato più di 60 chili, è questione di costituzione- spiego.
-Ho capito – mi dice lui – Viene spesso qui?-
- E' la mia pasticceria preferita – rispondo – vengo quasi ogni mattina-.
- Mi fa piacere, significa che avrò altre occasioni per chiacchierare con lei – mi dice.
Ma ci sta provando? Oh bello, guarda che ho appena interrotto un fidanzamento di quattro anni, non ho voglia, ma proprio nessuna voglia di rimettermi in commercio ok?. Questo però lo penso e basta senza esplicitarlo ed evidentemente sono stata muta troppo a lungo, tanto che lui interviene ancora.
- Guardi che non ci sto provando, è solo che odio fare colazione da solo e la sua compagnia mi ha fatto piacere stamattina – il tutto lo chiude con un sorriso e un "arrivederci", dopo di che si alza e sparisce dietro l'angolo.
Ok sono un'egocentrica portata soprattutto a fare grosse figuracce. Finisco il mio dolce mentre penso a come sono vestita. Non sono truccata, ho una tuta sformata da casalinga, i capelli spettinati.. e ho osato pensare che lui ci provasse con me? Cerco di specchiarmi nella vetrina. Ho proprio un aspetto orribile e quel pover'uomo voleva solo essere cortese dopo aver conversato con una pazza esaurita!
- Hola mi amor!- strilla una donna buttandosi sulla sedia prima occupata dall'uomo e strappando la mia attenzione dalle considerazioni su me stessa.
- Ho letto il tuo messaggio.. sapevo che ti avrei trovata qui! – è Anna, la mia migliore amica. Lei è spagnola, bruna e sexy. Ha anche un sacco di difetti, come per esempio: ritardataria cronica, disordinata, troppo festaiola.. che non fanno altro che renderla ancora più intrigante! Ma il suo pregio migliore è quello di essere una buona amica, e infatti eccola qui.
- Dove potevo andare se non qui?- le chiedo.
- Be non lo so...forse a casa mia?- mi dice lei ironica.
- Scusa, sarei venuta più tardi, prima avevo bisogno di riempire la pancia – le dico.
-Si..la pancia e gli occhi! – mi dice lei, ma io non capisco, le faccio un segno per dirle di spiegarsi meglio.
- Pensi che non ti abbia visto parlare con quel bel ragazzone? Ho aspettato seduta sull' altro lato della strada finché lui non se n'è andato! Allora chi è?? E' per questo che hai lasciato Edoardo?- mi dice lei maliziosa.
- Non hai capito niente testa di rapa!- le dico – Era uno che non trovava posto per sedersi e allora ha chiesto a me se poteva unirsi -.
- Be effettivamente tesoro, guardandoti da vicino...devo dirti che sei messa maluccio, quindi dubito che sia stato folgorato dalla tua bellezza!- mi dice.
- Stronza! – sbotto mostrandole il dito medio.
- Volgare!- mi risponde lei facendomi la linguaccia.
- Edoardo è uno stronzo – le dico con tono afflitto. Anche lei tutto a un tratto smette di scherzare e si fa seria.
- Cosa ha combinato? – mi chiede.
- Due giorni fa ho trovato un cellulare nascosto nella sua auto. Mi sono insospettita subito perché era nascosto nella scatola delle catene da neve-
- Nella scatola delle catene?- mi chiede lei sorpresa – e tu che te ne facevi delle catene in aprile?-
- Niente. Ma stavo mettendo nel cofano le buste della spesa e sentivo vibrare. Ho cercato dappertutto, fino ad aprire quella scatola -
- Bastardo – mi dice lei scattando in avanti – cosa hai scoperto?- .
Adoro Anna, è già dalla mia parte e lo chiama bastardo quando ancora non sa nulla.
- Ho trovato messaggi di una certa Manuela – le dico sospirando – messaggi di quel tipo per intenderci -
-No...- fa lei in modo teatrale – e allora cosa hai fatto?-
- Niente in quel momento. Dai messaggi ho scoperto che festeggiavano il loro terzo anniversario. Ti rendi conto? Il terzo! Noi stavamo insieme da quattro anni, e lui già un anno dopo mi tradiva!- le dico, Anna non parla, è allibita. Io vado avanti.
-Insomma questo anniversario sarebbe stato ieri, allora mi è venuta un'idea. Sai cosa ho fatto? Ho detto ad Edoardo che sarei stata fuori un paio di giorni con te, alle terme. Ho pensato che il furbone per risparmiare avrebbe portato la sua bella a casa nostra se io non ci fossi stata. Ed è proprio ciò che è successo. Sono tornata a casa stamattina e loro dormivano beatamente, nudi e abbracciati nel mio letto. Gli ho scattato un paio di foto, giusto per avere le prove, ho preso il suo secondo telefono e gli ho lasciato un biglietto in cui gli ho detto di sloggiare -
Finisco il racconto ed Anna mi prende una mano.
- Come stai? – mi chiede.
- Per ora reggo il colpo – le dico.
- Sai non me lo aspettavo. Siamo sempre stati bene, tra gli alti e bassi della coppia ovviamente. Ma proprio non lo immaginavo. Pensavo mi amasse- Una lacrima mi scappa e scivola giù per la guancia. Anna l'asciuga con un dito.
- Coraggio tesoro, passeremo anche questa – mi dice dolcemente. E io so che è vero, è vero anche se so che passerò notti a piangere e bagnare mille cuscini, è vero anche se passerò le giornate a ricostruire la mia vita e creare nuove abitudini...so che è la verità: insieme a lei e al nuovo mostro-ffin posso riuscire a fare tutto.

so che è la verità: insieme a lei e al nuovo mostro-ffin posso riuscire a fare tutto

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Grazie di aver letto il secondo capitolo del mio libro. Se ti è piaciuto ti ricordo che puoi votarlo cliccando sulla stellina e puoi commentare per farmi sapere cosa ne pensi, mi farebbe piacere.
Buone letture, un abbraccio.

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