Capitolo 10° - Una cena diversa

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AMOREsostantivo maschile1.Dedizione appassionata ed esclusiva, istintiva ed intuitiva fra persone, volta ad assicurare reciproca felicità, o la soddisfazione sul piano sessuale: a. casto, platonico, sensuale; un a. appassionato, travolgente; desiderio, tormento d'animaVicenda amorosa o avventura galante."gli a. di Casanova"

UNA CENA DIVERSA

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UNA CENA DIVERSA

Mi do un pizzicotto, dal male capisco che sono ancora viva. Strano, vista l'aria che ho inalato nell'ultima mezz'ora, così poca e rarefatta che mi chiedo: come diavolo faccio ad avere un circolo sanguigno così buono da farmi diventare rossa ogni due per tre?

Mentre faccio questo ragionamento e aspetto di finire a gambe all'aria da un momento all'altro, Tommaso paga i muffin salati che abbiamo preso per cenare. La nostra cameriera di fiducia gli infila dentro un sacchettino di carta rosa con il logo del negozio e me li porge.

- Buona serata – mi dice e mentre lui si gira lei mi fa l'occhiolino. Deve aver capito tutto, d'altra parte lei ha visto l'inizio di questa conoscenza. Chissà cosa si è immaginata. Penserà che ci abbiamo già dato dentro in camera da letto? Porca miseria...Ma che dico dannazione? Sono fuori di me. Devo darmi un contegno.

- Come è andata la tua giornata? – mi chiede lui gentile.

- Abbastanza bene – dico sorridendogli in risposta.

- Stai bene con questo nuovo taglio – mi dice mentre mi mette una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Oh santo cielo, giuro che adesso che li ha toccati non mi laverò più i capelli!

- Grazie- cerco di dire con nonchalance anche se mi riesce tremendamente difficile.

-La giornata è andata bene ma in realtà sono un po' preoccupata – gli dico sospirando, ripensando alla mattina con il mio capo.

- E' per questo che ti ho scritto ancora. Non era per sembrare una stalker, ma semplicemente sono preoccupata per tuo nonno..- mi fermo e non so se andare avanti. Adesso mi sembra tremendamente sbagliato dire a Tommaso quello che mi ha semi confidato suo nonno. Dovrei limitarmi a dire che è solo stato male?

- Cioè? – mi dice lui curioso e preoccupato al contempo.

- Quando sono arrivata in negozio stamattina l'ho trovato seduto dietro il bancone che si massaggiava il petto, lui dice che non è niente, ma non sono convinta. Passo con lui ogni giorno molte ore e ormai lo conosco. C'è qualcosa che non va, qualcosa che lo preoccupa...e ho il sentore che a parte il cuore nella sua preoccupazione centri anche tu- svelo tutto d'un fiato.

- Io? – dice lui perplesso.

- Si, mi ha detto che non hai avuto una vita facile e il tuo futuro lo preoccupa -

Lo vedo incupirsi, la sua mascella si stringe. Forse ho parlato troppo, maledetta la mia boccaccia, ho fatto un casino.

- Non mi ha detto altro, ognuno di noi ha un passato con cui combattere, penso solo che siano preoccupazioni da nonno, da persona che ti vuole bene – dico per cercare di salvare la conversazione.

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