Capitolo 3

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- Cosa sta facendo qui?? Lei non può girare per l'ospedale così a quest'ora, in questo reparto poi! - mi urlò l'infermiera che probabilmente doveva essere di turno. Era un donnone alto più di me di mezza testa, e larga almeno il doppio. La guardai sgomento, non sapendo cosa dire.
- N-no mi...mi scusi è c-che mi sono p-perso e non ricordo più...beh non so in che piano è la mia camera e... -
- Questo è il reparto di degenza dei pazienti in stato di coma, e lei mi sembra abbastanza sveglio! - continuó.
- Si lo so però cioè io le ho detto...me só perso me deve scusare ma o me dice a che piano devo annà o vado a dormire sulle panchine de ferro che stanno al piano terra! - risposi io, cercando di non alzare troppo la voce. Temevo che l'anima gemella di Nico potesse polverizzarmi da un momento all'altro.
- Ok, per cosa si trova qui lei? - mi chiese, spazientita.
- Sono caduto e ho battuto la testa, vede... - dissi io, indicando il cerotto che avevo in fronte.
- Secondo piano, l'accompagno - disse infine She Nico.
Prendemmo l'ascensore e andammo al secondo piano.
- Bene, si ricorda qual'era la sua camera? -
Guardai confuso il corridoio. No. Non lo ricordavo affatto, quelle porte sembravano tutte uguali, e non potevo mica aprirle tutte!
- Eh, veramente... Sa, ho preso una bella botta... - dissi. Lei mi guardò malissimo.
- Cognome? -
- Come scusi? -
- Ho detto cognome? Qual è il suo cognome?? Così posso controllare il numero della sua camera! -
- Ah eh si, Mengoni! -
- Mengoni... - ripeté, prendendo una cartellina dal cassetto del bancone del reparto.
- Mengoni, Mengoni, Mengoni... Mengoni Marco? -
- Esatto! -
- Camera 22, vada fino in fondo e poi a destra! -
- Oh bene la ringrazio Nica eeeeeh cioè dottoressa, grazie e mi scusi ancora! -
La gigantessa tornò all'ascensore e io tirai un sospiro di sollievo.

L'indomani mattina fui svegliato da Marta.
- Marco! Oh Marco! -
- Ciao Marta - mormorai sbadigliando.
- Come ti senti? -
- Mal di testa...ma sto bene ora! -
Mi alzai, ma mi resi conto che invece non stavo affatto bene. Non caddi, ma avvertii un senso di vertigine poco piacevole.
- A me non sembra tanto... È meglio che vada a parlare con il medico! Tu aspettami qui! -
- E chi si muove... -
Marta tornò dopo poco con uno dei dottori del reparto. Mi fece un paio di domande, dopodiché mi disse che sarebbe stato più sicuro se fossi rimasto un altro giorno in ospedale per accertamenti.
- Sarà prudente fare una TAC - disse - ma stia tranquillo, è un controllo di routine! -
Quando se ne fu andato sbuffai.
- Marco ha ragione il medico! Hai battuto forte la testa ed è meglio se rimani a fare qualche controllo in più! -
- Ma Marta io devo andare in studio! Ho il nuovo album su cui lavorare, non posso restare così con le mani in mano! -
- Il tour è appena finito! In ogni caso avevi bisogno di qualche giorno di relax, vorrà dire che ti prenderai una vacanza forzata! E poi il disco nuovo potrà aspettare un giorno? -
Ok, quella del lavoro in studio era una scusa. Non volevo stare ancora in ospedale, mi metteva ansia.
- Ho trovato il caricatore del tablet! Visto che ti preoccupi del disco, magari puoi cercare di buttar giù qualcosa mentre sei qui! Chissà che non ti venga l'ispirazione! - mi prese in giro Marta.
- Lo so io di cosa mi sta venendo l'ispirazione! Piantala se non vuoi una dimostrazione pratica! - ribattei io, altrettanto ironico.
Dato che l'orario disposto per le visite era terminato, mi ritrovai da solo. Non avevo voglia di finire America Beauty, ma mi stavo annoiando. Mi tornò in mente la ragazza della notte prima, a quanto avevo capito si trovava in coma. Tentai di ricordarmi che CD fossero quelli che avevo visto nella sua stanza. Uno era senza dubbio #prontoacorrereilviaggio, la sagoma del grosso cofanetto di cartone che non rimaneva chiuso era inconfondibile. C'era anche l'ultimo album dei Muse.
Sapevo che spesso le persone in coma riescono a sentire, forse quelli erano i suoi CD preferiti e provavano a farglieli sentire...
Mi persi a pensare ai Muse e al nuovo album che, una volta uscito dall'ospedale, sarei andato a comprare, e mi distrassi per un po' smanettando al cellulare per cercare la tracklist. Poi mi balenó un'idea. Rischiosa, se " Nico-passione-infermiera" era ancora nei paraggi. Ma forse se avessi spiegato il mio intento ci sarei riuscito.

Tutto Quello Che Ho Di Te Il Marco MengoniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora