Capitolo 11

229 18 1
                                    

- Marco? Ma dove sei? -
Era Marta. Aveva provato a chiamarmi durante la mattinata, ma io non avevo completamente guardato il telefonino per tutto il tempo, preso com'ero stato a cercare Alice.
- Ehi Marta! Scusami, sono stato da Alice! Pensa che l'avevano spostata in un altra clinica e ho dovuto fare i salti mortali per trovarla! -
Dopo aver spiegato quello che era successo, Marta mi disse che voleva che facessi un salto in studio. Stavo già preparando le nuove canzoni, e tra poche settimane sarei partito per Los Angeles a registrarle, quindi avrei dovuto dare un'ultima occhiata ai miei lavori.
Arrivai allo studio e trovai Peter che armeggiava con la chitarra.
- Che ne dici se nel ritornello del secondo pezzo uso il distorsore?? Senti come viene! - disse lui, facendomi sentire un riff.
- Bello! Possiamo provare a vedere come suona, nel complesso della canzone, ma mi sembra ottimo! -
- Lo immaginavo! La vuoi una sigaretta? -
Le sigarette. Avevo lasciato il pacchetto a casa. A dire il vero ne avevo accese si e no due al giorno...e quella mattina nemmeno una.
- Si grazie! -
- Marta ha detto che stamattina sei andato a trovare quella ragazza! Come sta? -
- Si! Beh credo bene, pian piano si sta riprendendo! Oggi era molto più colorita in viso, e non si addormenta più spesso come all'inizio! -
Finii la sigaretta e mi misi al lavoro. Passai l'intero pomeriggio a mettere a punto i testi e le melodie, e nemmeno mi resi conto che avevo saltato il pranzo. Tornato a casa, mi preparai tre sandwich enormi e li feci fuori in niente, davanti alla TV.
Oziai per un po' sul divano, lasciando di proposito il telefonino in cucina, su Sky stavano trasmettendo Big Fish, di Tim Burton. Ma durante la scena degli asfodeli sentii vibrare insistentemente il cellulare. Non avevo voglia di rispondere e lo ignorai per almeno venti minuti, dopodiché mi arresi e andai a vedere chi era.
- Mamma! Eh sì scusa, ero mezzo addormentato sul divano! È stata una giornata piena oggi... -
Mi rituffai sul divano, parlando per un altro po' con mia madre, poi riagganciai.
Fissai per un momento lo sfondo del mio telefono, poi senza pensarci troppo presi il bigliettino di Alice dal portafogli. Volevo scriverle un messaggio.

" 'E quanti piedi che si incroceranno andando'
Sono contento che i nostri cammini si siano incrociati, anche se in circostanze poco gradevoli! Riprenditi in fretta, che mi farebbe piacere vederti fuori dall'ospedale e offrirti una cioccolata calda! E poi ho un premio da riscuotere ancora!!
Un abbraccio, Marco."

Rilessi il messaggio almeno dieci volte, ma più lo leggevo più mi sembrava ridicolo, perciò decisi di cancellarlo. Solo che per errore permetti invio.
- Bene. Il danno è fatto. Farò la figura del maniaco sessuale. - parlai ad alta voce.
Fissai la piccola spunta di WhatsApp. Era doppia, quindi l'aveva ricevuto, ma non l'aveva letto. Probabilmente già dormiva. Mi diedi dell'idiota bimbominkia, che andavo a pensare alle spunte di WhatsApp, così staccai internet e andai a dormire, ero distrutto visto che la sera prima non avevo chiuso occhio. Mi addormentai vestito.

Fu un sonno profondo e privo di sogni, per quanto ero stanco, e mi svegliai ben riposato.
Erano le 9, avevo dormito quasi dieci ore. Mi ricordai che alle 11:30 dovevo passare in radio per un'intervista sul nuovo lavoro, avrei perso non più di mezz'ora. Ma era ancora presto, per cui mi diressi con tutta calma in cucina e preparai la macchinetta per il caffè. Preparai anche una tazza con un po'di latte e ci feci la schiuma per il cappuccino.
Mentre facevo colazione, come tutte le mattine, presi il cellulare e controllai le notifiche. Lessi alcuni messaggi di mia cugina, di Peter e del tizio dell'intervista. Poi, mi balzò all'occhio la conversazione di un numero non memorizzato in rubrica, il numero di Alice. Aveva risposto al mio messaggio, e pregai che non mi avesse preso per un deficiente.

"Ciao Marco! Che bello che mi hai scritto, grazie! Anche io sono contenta, non sarei viva altrimenti! I dottori ieri sera hanno detto che fra quattro o cinque giorni possono dimettermi! Mi riprendo velocemente a quanto sembra! Comunque adesso ho una compagna di stanza. È simpatica come le zanzare a luglio. Pensa che cinque minuti fa avevo le cuffie, stavo ascoltando Mezzanine, mi ha chiesto di farle sentire e poi mi ha detto "ma non ce l'hai Rovazzi??"
Io non so nemmeno chi sia Rovazzi xD credo che chiederò ripetizioni di musica degli ultimi sei mesi a mia sorella!
Spero che puoi venire a trovarmi ancora!"

Un sorriso da ebete si stampò sulla mia faccia. Risposi subito.

"Certo che vengo, te l'ho promesso! Posso aiutarti io a rimetterti al passo con i tempi, sai sono usciti un bel po' di nuovi album! Ti porterò quello di Pupo, la sua svolta rock è sorprendente sai??"

"Che???"

"Dai scherzo! Si è solo fatto la cresta viola!"

"Marco sei malefico! Sappi che potrei ritirare il premio per oltraggio ai giudici esaminatori!"

"Ok, mi faccio perdonare, i Coldplay vanno bene?"

"Ecco, già si ragiona."

Alle 11 dovetti interrompere il nostro scambio di messaggi, dovevo andare in radio, ma riprese subito dopo.

- Marco oggi sei costantemente appiccicato al telefono! Chi è, un ragazza?? -
Guardai Davide, che beveva il suo caffè e mi guardava con una faccia da cretino.
- Ma no, è Alice! La ragazza dell'ospedale! -
- E allora vedi che è una ragazza! - disse lui, dandiomi una gomitata. Gli lanciai una bustina di zucchero.
- Le ho scritto per sapere come sta, tutto qui! -
In realtà non era "tutto qui", ma questi non erano affari di Davide. In fondo, non me n'ero reso conto nemmeno io.

Salve followers! Se questa storia vi piace, vi consiglio di andare a leggere l'altra mia Fan fiction già completa sempre su Marco, "Non so chi mi aiuterà a dimenticarti"! Inoltre mi farebbe piacere se poteste dare un'occhiata al mio One Shot, "Fearless on my breath"! http://my.w.tt/UiNb/6RSErYQGnw

Tutto Quello Che Ho Di Te Il Marco MengoniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora