- Allora, visto che il cappuccino è stato un mezzo fiasco, scegli tu un posto stasera! - dissi.
Alice mi indicò un posticino non troppo frequentato ma molto buono.
Mentre si preparava per uscire erano tornati i suoi genitori, come aveva supposto suo padre non aveva preso affatto bene la storia di Lorenzo. Erano preoccupati che Alice uscisse dopo ciò che era successo, ma finché ci fossi stato io non avrebbe potuto succederle niente.
Avesse provato a torcerle un capello, l'avrei mandato in ospedale.
Alice aveva cercato di nascondere il livido che le era spuntato sotto l'occhio con del trucco, ma rimaneva comunque un'ombra... Quanta tenerezza mi fece.
- Quand'è che parti? -
Non ci avevo nemmeno più pensato. L'ultima cosa che volevo, in quel momento, era partire.
- Martedì prossimo... -
- Così presto?? -
- Si, è per lo studio di registrazione...purtroppo non posso rimandare! Probabilmente ci metteremo meno di quanto abbiamo pensato, e registrare le canzoni, ma con queste cose non si sa mai! A volte capita di dover riarrangiare un'intera canzone! -
- Certo, capisco! Allora prima di partire promettimi che vieni a trovarmi! Ho pensato ad una sorpresa! -
- E cioè? -
- Ma se te lo dico non è più una sorpresa, scusami! - rise lei.
La riportai a casa, promettendole di tornare. La abbracciai e le diedi un bacio sulla guancia, facendo attenzione a non farle male toccandole il livido.
- Grazie Marco - mi disse, senza staccarsi da me - non capisco ancora perché lo fai. Io non ho niente, non sono niente, non sono speciale. Anzi, come hai visto sono portatrice sana di guai! -
- Queste sono cose che credi tu Alice. -
Mi staccai dal suo abbraccio, le accarezzai i capelli e mi allontanai.
Non so perché ebbi quella reazione, ero quasi infastidito dalle sue parole. Più che infastidire, mi avevano fatto male, e in qualche modo riportato alla realtà.
"Io non sono speciale", mi aveva ricordato nuovamente la mia e la sua posizione. In quel momento io ero il suo eroe, ma nulla di più. Forse mi considerava più di quel che sono, se pensava che si dovesse essere "speciali" per ricevere le mie attenzioni e il mio affetto.
Quello che invece non capiva, o meglio non sapeva, è che lei era speciale eccome...
Tornai a casa, mi buttai sul letto senza nemmeno svestirmi e controllai il cellulare. Tra le notifiche comparve la buonanotte di Alice, ma non risposi.