- Giovanni de qua, Giovanni de là, e la torta e il caffettino, accomodati così e colá, com'è che con me tutti questi riguardi non li vedo?? - dissi ad Alice prendendola in giro. Il mio bassista era appena andato via, ma io avevo preferito rimanere un altro po' da lei. Dopotutto non l'avrei rivista per un bel pezzo...
- Aaaaah sento odore di gelosia! Scusami caro, ma il tuo bassista è un artista fantastico, io l'ho sempre stimato, dunque l'ho trattato come un ospite di riguardo eh! -
- Scusa? Ahó ma non ero il tuo cantante preferito una volta? Vedi te questa, alla prima occasione me tradisce! -
- Oh siamo presuntuosetti oggi! Eh beh io ho detto cantante mica musicista, bello! Ridimensioniamo l'ego! -
Mi fece la linguaccia. Non era capace a star seria quando faceva finta di offendermi.
- Senti Marco - disse poi, facendosi seria - prima che te ne vada... Ricordi che ti avevo parlato di una sorpresa? Beh più che una sorpresa è un regalo. -
Si diresse in camera sua e ne uscì con una chitarra non troppo grande. Era una chitarra classica ma era probabilmente personalizzata. Aveva degli intarsi sulla cassa, e le chiavi erano in madreperla.
- È bellissima! È tua? Sai suonarla?? -
- Si, la suonavo molto spesso. Adesso non più. -
- Perché? -
- Quando sono caduta dal motorino, oltre ad essere successo quello che sai, mi sono rotta parecchie ossa fra cui entrambe le braccia e alcune dita della mano sinistra. Non riesco più a premere bene le corde, guarda -
Alice tentò un semplice La, ma ne uscì un suono distorto.
- Visto? -
- Caspita. -
- Cantavo anche. Adesso non ho più alcun motivo per farlo, comunque. Ad ogni modo, vorrei che questa la prendessi tu - disse, porgendomi la chitarra - perché la musica non deve mai finire, e questo strumento ha ancora bisogno di essere suonato! Che ne pensi? -
La guardai negli occhi, i suoi begli occhi grandi e verdi come il mare. Non sapevo che dire.
- Oh scusami, se ti sembra una cosa sciocca lascia perdere, fai finta che non abbia detto nulla... - disse poi imbarazzata, vedendo il mio silenzio.
- No, oddio no scherzi?? È che sono senza parole, è la tua chitarra... Davvero vuoi che l'abbia io? -
- Beh si.. Anche se forse ne avrai a decine. -
- Ne ho dodici a dire il vero, ma questa è decisamente la più bella... Grazie Alice... -
- Perché non la provi?? Però mi sa che devi accordarla un po' prima... -
Senza farmelo ripetere due volte improvvisai una versione acustica di Proteggiti da me, dato che le piaceva tanto, poi cercai di strimpellare Fix You dei Coldplay, anche se non ricordavo benissimo gli accordi."Tears stream down your face and I
Lights will guide you home
And ignite your bones
And I will try to fix you"- Beh direi che suona anche meglio delle mie! Che succede Alice?? -
Aveva gli occhi lucidi.
- No niente, è che Fix You è la mia preferita del Coldplay. La smetti di copiarmi le canzoni?? - disse poi ridendo e dandomi una bottarella sul braccio.
- Ah se la prossima volta mi regali un pianoforte ti suono Amsterdam, contenta? -
- Si già tu pensi al prossimo regalo! Pensa casomai a come meritartelo, oh hanno ragione quando scrivono sui giornali che voi artisti siete presuntuosi! -
Poggiai la chitarra sul divano e la abbracciai. Mi resi conto che a minuti sarei dovuto andare via ed ebbi un tuffo al cuore, così la strinsi un po' più forte e le diedi un bacio sulla guancia sana. Alice a sua volta mi gettò le braccia dietro la schiena e appoggiò la testa nell' incavo del mio collo. Fosse dipeso da me, sarei rimasto là per ore, giorni, mesi, anni, tutta la vita.
Sentivo che con la sua piccola mano mi stringeva la giacca, come a non volermi lasciar andare, e in quel momento mi sentii sicuro di me stesso. Mi staccai leggermente dalla presa, facendo in modo che Alice sollevasse la testa e mi guardasse. Restammo occhi negli occhi per un momento che mi parve infinito. Le strinsi i fianchi, e pian piano fummo tanto vicini che riuscivo a sentire il suo respiro.
Poi suonó il campanello.