Capitolo 18

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- Alice...chi era quel ragazzo? Cosa ti ha fatto?? E perché si è appostato sotto casa tua per l'amor del cielo?? -
La tempestai di domande, poi mi calmai un attimo. Era stravolta, così la strinsi a me e le diedi un bacio fra i capelli.
- Non piangere...adesso ci sono io e la prossima volta che si ripresenta lo faccio pentire di essere tornato! -
- Grazie Marco - mi disse, tirando su col naso. - Ma che ci facevi di nuovo qui? -
Ah. Che ci facevo di nuovo lì? Non era certo il caso di dirle il vero motivo.
- Niente, hai presente quando ti ho detto che vado a sentimento? Sentivo che dovevo venire, tutto qui. -
In fondo era anche vero...
- Hai ancora lo zigomo tutto rosso e credo si stia gonfiando, non sarebbe meglio metterci del ghiaccio? -
- Già, andiamo in cucina - rispose lei di rimando. Prese una delle mattonelle del ghiaccio che si mettono nelle borse termiche dal freezer, la avvolse in un panno e se lo poggió sullo zigomo.
- Alice forse sarò un impiccione e tu mi odierai, ma voglio sapere cosa vuole da te, perché se lo prendo gli spacco la faccia! -
Guardando la guancia malconcia di Alice mi era montata su una rabbia che non avevo mai avuto, e avevo quasi urlato. Mi pentii subito di ciò che feci.
Alice mi sorprese con il suo gesto. Invece di cacciarmi a pedate come meritavo, si sedette accanto a me e mi accarezzó una gamba.
- Ma cosa sei, un angelo custode? - mi disse sorridendo. Le accarezzai la guancia intatta, e mi persi guardandola negli occhi.
- Beh a quanto pare oggi è la giornata dei racconti. La storia è questa. Dopo la morte di Manuel, come ti ho raccontato, passai dei periodi completamente neri. Lorenzo era apparso praticamente per caso, ci incontrammo durante un colloquio di lavoro per il quale fummo presi entrambi, così per un po' di tempo ci ritrovammo a essere colleghi. Era molto carino con me, e iniziai anche a volergli bene. Ma non certo come sarebbe piaciuto a lui... Gli raccontai anche di Manuel, ma credeva di riuscire a farmi cambiare idea.
Sai Marco, io mi rendo conto che la mia vita dovrebbe andare avanti, ma in quel momento non me la sentivo di iniziare una nuova storia con qualcuno, non ancora, così glielo dissi apertamente, pensando che mi avrebbe capita. Ma mi sbagliavo...invece di allontanarlo ottenni quasi l'effetto contrario. Mi tartassava di messaggi, si presentava ogni sera a casa mia, dovetti anche licenziarmi. Per un po' di tempo credetti che si fosse rassegnato, non ricevetti più i suoi messaggi. Ma durante una delle mie passeggiate mi resi conto che mi seguiva. Mi pedinava, Marco! Iniziai ad avere davvero paura di lui, tanto che finii per non uscire più nemmeno da sola, che era l'unica cosa che mi era rimasta.
Una mattina però, stanca di tutto, decisi di uscire ugualmente, volevo andare a prendere un libro appena uscito che mi interessava, ma invece di andare a piedi presi il motorino. Da lì i miei ricordi sono un po' confusi, ricordo solo che arrivata vicino alla libreria Lorenzo mi si piazzò davanti. Davvero, non so cosa volesse ancora da me, credo di avergli semplicemente detto di lasciarmi in pace e feci inversione con il motorino, ma lui cominciò a seguirmi. Stando a quello che hanno detto le persone lì presenti, devo aver perso il controllo del mezzo, suppongo per la paura, e caddi. -
- Non avevi il casco?? - la interruppi io.
- L'avevo tolto perché la libreria era proprio là davanti e stavo per entrarci...e quando ho visto Lorenzo credo di aver inforcato il motorino senza pensare ad altro che correre via da lui... Comunque, ho battuto la testa e non mi sono più svegliata...il resto lo sai. -
- Alice, questo qui è uno stalker. Ma perché l'hai fatto entrare poco fa?? -
- Mi credi così scema?? Ero uscita per mettere gli avanzi ai gattini fuori in cortile, e lui era già lì! Ero corsa dentro e avevo cercato di chiudere la porta, ma lui è più forte di me, l'ha spinta prima che ci riuscissi ed è entrato... -
Sbuffai. Era una situazione assurda.
- Menomale che sei arrivato tu. Poco prima che bussassi mi aveva strattonata per un braccio ed ero sbattuta contro la porta della cucina. Ecco come mi sono fatta questo - disse, indicandosi lo zigomo ormai violaceo.
- 'Sto stronzo... Ma i tuoi? -
- Sono al supermercato con Annarita! Tra poco saranno di ritorno...papà andrà su tutte le furie...se potesse mettere le mani addosso a Lorenzo, Dio solo sa cosa gli farebbe! -
"E non solo lui", pensai, ma lo tenni per me.
Alice si tormentava l'orlo della gonna con un'espressione corrucciata in volto. Quanto avrei voluto prenderla e portarla via per sempre in quel momento, lontana da Lorenzo, lontana da suo passato, dalla sua tristezza, dal suo incidente... Ma non potevo. Vidi ancora una lacrima sgorgare dai suoi occhi. La strinsi ancora una volta, più forte di prima.
- Alice...piccolina... - mi sfuggì.
Sentii che stringeva i pugni, dietro la mia schiena.
- Ascolta, ho una proposta! -
Alice mi guardò confusa, con gli occhi ancora rossi e umidi.
- Stasera ti porto a cena! - annunciai allargando le braccia con fare pomposo. Scoppiò a ridere, asciugandosi un'ultima lacrima.
- Marco tu sei tutto scemo! Beh e dove vorresti portarmi? Guardami, sono ridotta un catorcio, una pezza... -
- Punto primo, non sei un catorcio sei bellissima, punto secondo ti porto dove ti pare! Scegli! -
Mi guardò intenerita.
- Pizza famiglia? - sibiló con un mezzo sorriso.
- Con le patatine! Aggiudicato!
- Beh la pizza mica si rifiuta! Va bene allora, mi sistemo un attimo e andiamo... - disse, e mi buttò le braccia al collo stampandomi un bacio sulla guancia.
- Pungi! - urlò, e scomparve in camera sua.

E resterò al tuo fianco fino a che vorrai, ti proteggeró da tutto, non temere mai.

In quel momento feci una promessa a me stesso. Avrei vegliato su di lei, e sarei stato il suo guerrierio. In ogni caso.

Tutto Quello Che Ho Di Te Il Marco MengoniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora