Mi svegliai con luce che entrava dalla finestra, ma non ero nella mia stanza.
Alice dormiva su un fianco girata verso di me, mi ero addormentato sulla sedia.
È che non volevo andarmene. Non volevo che si svegliasse e non mi trovasse.
- Buongiorno! - le dissi quando vidi che si era svegliata.
Mi sorrise in risposta.
- Scusami se sono rimasto qui ma mi sono addormentato! - mi giustificai, rendendomi conto che doveva essere abbastanza inquietante trovarmi là.
- Non ti preoccupare - disse piano.
D'un tratto mi ricordai che dovevo andare a farei i prelievi prima di colazione, perciò le promisi che sarei tornato il prima possibile e tornai in camera mia ad aspettare il medico.
- Marco! Ma dov'eri?? - chiese Marta non appena mi vide.
- Ero da Alice! Peter ti ha raccontato quello che è successo? -
- Si, mi ha chiamato ieri sera! Mi sono anche messa a piangere, bravo P! - disse abbracciandomi.
Arrivò il dottore e lo seguii nel laboratorio per le analisi.
- Bene, adesso può uscire dall'ospedale, i risultati delle analisi potrà venire a ritirarle fra tre giorni! -
- Finalmente! La ringrazio dottore! -
Tornai in camera e diedi la notizia a Marta, che mi aiutò a raccogliere la mia roba. Mi cambiai (per fortuna mi aveva portato dei vestiti) e mi sistemai, pronto per andare via.
- Aspetta! Prima voglio andare a salutare Alice, gliel'ho promesso! Marta puoi aspettarmi in macchina? -
- Ok! Ma fai presto, così andiamo a pranzo! Giovanni ha prenotato al ristorante! -
Esultai silenziosamente, ripensando alle "fantastiche" pietanze dell'ospedale, e mi diressi al piano di Alice.
Non era ancora orario di visite, ma vi trovai Annarita.
- Ciao Marco! - disse abbracciandomi - come stai? Ancora qui? -
- Si, ma è tutto ok, anzi stavo proprio per andarmene, perciò volevo salutare Alice! -
- Vai via? - si intromise Alice, che era visibilmente più in forma della sera prima.
- Già! Ho la capoccia dura! - dissi io, ridendo.
- Beh io devo andare adesso - annunciò Annarita - spero di rivederti! Grazie ancora per tutto Marco! -
Ci salutammo e io rimasi solo con Alice.
- Come mai eri in ospedale? - mi chiese.
- Oh! L'altra sera dopo il concerto sono caduto! Mi stavo accendendo una sigaretta e non ho visto dove mettevo i piedi! -
Dicendo questo mi resi conto che, preso da tutta quella faccenda di Alice e del coma, non avevo toccato una sigaretta per due giorni.
- Sai, avrei dovuto esserci al concerto dell'altra sera, se solo non mi fosse successo...quello che mi è successo. -
Preferii non chiederle nulla, era probabile che non le andava di parlarne.
- Beh, mi hai sentito cantare ugualmente! - dissi io, pentendomi immediatamente della battuta squallida e fuori luogo.
- Ah certo! Le condizioni non erano esattamente quelle ideali, ma va bene! - rispose lei ridendo.
- Marta mi aspetta di sotto...devo andare! Ma torno a trovarti! -
- Me lo prometti? -
- Ma certo! Per adesso rimango a Milano, e comunque fra tre giorni devo venire a ritirare i risultati delle analisi! Hai la mia parola! - dissi tendendole la mano, come a voler suggellare un patto. Ma Alice, invece di ricambiare la stretta di mano, si sollevò con fatica dal letto e si avvicinò a me, tendendo entrambe le braccia. La abbracciai piano, sempre con l'impressione che se l'avessi stretta troppo forte avrebbe potuto rompersi, e mi scappò una lacrima.
- Grazie Marco. Mi hai salvato la vita, ma me l'hai salvata sul serio. -Cari lettori, perdonate la mia assenza! Tra vacanze, promozione scaduta, e altre varie cose non avevo avuto modo di scrivere! Spero di rimettermi al passo! Buona lettura!