Tornai a casa con il pilota automatico. Volevo far passare un bel pomeriggio ad Alice, e invece era andata in tutt'altro modo. Quello che mi aveva raccontato era tremendo. E io che quasi mi ero infastidito quando avevo visto la catenina con il nome...
Aperta la porta di casa mi buttai sul divano, e rimasi una buona mezz'ora a fissare il televisore spento, indeciso sul comportamento da adottare dopo ciò che era successo. Alice aveva detto di sentirsi meglio dopo avermi raccontato quello che era successo, ma non sapevo se non toccare mai più l'argomento o chiederle di più. Magari voleva parlarne. Magari no.
- Che problemi ti fai? - mi aveva detto più tardi Giovanni, dopo avergli raccontato in grandi linee il mio pomeriggio per avere un consiglio.
- Sei un suo amico, perciò se vorrà riparlarne lo farà lei. Ti fai troppe seghe mentali! -
Quel "sei un suo amico" mi fece il cuore piccolo piccolo. Ormai era inutile negarlo anche a me stesso, volevo che il rapporto tra me e Alice si evolvesse. Ma c'erano fin troppi casini tra questa idea e la sua realizzazione. Intanto lei era probabilmente ancora molto attaccata al ricordo di Manuel. Inoltre stavo quasi per dimenticarmi di Lorenzo. Alice non me ne aveva ancora parlato, probabilmente perché era collegato al motivo del suo stato di coma. Infine, io sarei partito a giorni per registrare il video del singolo di lancio del cofanetto che sarebbe uscito a breve, e sarei stato via per un bel pezzo. Alice non lo sapeva ancora. Avevo paura che quello che si era creato si spezzasse, ma dovevo dirglielo. Presi il cellulare e aprii la chat di WhatsApp. Rimasi a fissare lo schermo aperto sulla chat, non sapendo come iniziare. Nello stesso momento vidi Alice andare on-line, poi vidi che stava scrivendo. Strabuzzai gli occhi e chiusi immediatamente la chat, per non farmi cogliere in flagrante. Aspettai che mi scrivesse il messaggio e aspettai un minuto per leggerlo.
Bimbominkia.
"Guarda cosa ho fatto stasera!"
Sotto il messaggio comparve una foto. Era una torta, e aveva spolverato lo zucchero a velo sopra degli stencil a forma di lettere. Aveva scritto il mio nome.
"Beh, c'è il mio nome su quella torta! Mi spetta di diritto!" risposi io, enormemente sollevato dal sentirla normale come sempre.
"Ok ma ci sono scadenze da rispettare! Hai tempo fino a domani mattina, altrimenti me la scofano tutta io, ho nove mesi di fame arretrata ciccio! No a parte gli scherzi, se non hai da fare allo studio puoi venire...se vuoi!""Beh, sai non è che non voglio ma ho così tante cose da fare, come contarmi le dita dei piedi, aiutare le formiche a salire le scale, allacciare le scarpe al mio millepiedi domestico... ma farò un'eccezione solo per te!"
"Cretino 😂 buonanotte😘 ti raccomando puntuale, altrimenti la torta devo darla al mio ungaro spinato domestico, sai è terribilmente geloso!"
Le avrei parlato domani della mia partenza. Ma non l'avrei lasciata certo a mani vuote! Presi una chiavetta USB, una di quelle a forma di omino con la scatola in testa che faceva parte del mio merchandising qualche anno prima, e inserii dal mio pc personale 5 tracce.