- Marco, ma cos' hai? -
Giovanni, il mio bassista, aveva raggiunto me e Marta, che nel frattempo era andata a prendere delle patatine.
- Cos' ho? - risposi senza capire.
- Non lo so Marco sei strano. È da mezz'ora che io e Marta parliamo della partenza, e tu non hai spiccicato una parola che sia una! Sicuro che vada tutto bene?? -
- Non lo so Giovanni... Ultimamente questa cosa della partenza mi mette un po' di ansia, starò via un sacco di tempo... Certo sarà fantastico, registreremo il disco in un vero studio di registrazione, ma sarò così lontano da qui... -
- È per Alice. -
- Non lo so... Davvero, non so che dire... -
- No Marco non era una domanda. È per Alice. Tu non vuoi lasciarla qui mentre te ne vai negli Stati Uniti...
- Beh dopo quello che è successo ieri sera un po' lo capisco! - intervenne Marta mentre poggiava le patatine sul tavolo e si rimetteva a sedere.
- Solo che non è una cosa che puoi controllare tu, Marco. Non puoi appostarti sotto casa sua e prendere a calci Lorenzo appena si avvicina... A quello al massimo ci penserà il padre! Devi stare più tranquillo, staremo via qualche settimana e comunque Alice la puoi sentire tutti i giorni! - continuò lei, mettendomi un braccio attorno alle spalle. Menomale che c'era Marta a riportarmi con i piedi per terra. Finimmo il nostro pranzo, e dopo aver fatto una sosta al bar per un caffè, Marta scappò a casa a finire i bagagli mentre io e Giovanni ci dirigemmo verso casa di Alice. Le avevo promesso che sarei passato e avevo pensato di farle conoscere Giovanni, visto che era lì con me.
Arrivati sotto casa sua vidi un motorino. E su quel motorino una faccia conosciuta. Stavo per andargli in contro ma non appena mi vide ripartì in tutta fretta.
- Era quello Lorenzo?? - chiese Giovanni.
- Si, vedi cosa fa? Si apposta sotto casa in attesa che Alice esca da sola o che i suoi la lascino sola in casa. -
- Da non credere... -
Suonammo il campanello.
- Chi è? - disse la voce ovattata di Alice da dietro la porta.
- Alice sono io, Marco! -
Aprì la porta e si fiondó ad abbracciarmi, senza neanche accorgersi chi c'era con me.
- Avevo paura che fosse Lorenzo. L'avevo visto dalla finestra... Ma ero pronta ad accoglierlo, guarda! -
Mi indicò un punto nel soffitto e vidi una piccola videocamera.
- L'ha messa mio padre stamattina. Se riprova a toccarmi con un dito la denuncia stavolta non gliela toglie nessuno! E poi guarda! - disse tirando fuori dalla tasca uno spray al peperoncino - sono armata! -
Scoppiai a ridere. Lo zigomo di Alice era completamente viola scuro.
- Oh ma non vuoi vedere chi ti ho portato?? Dai fammi entrá che sento profumino di torta da qui! - scherzai.
Quando vide Giovanni, Alice sgranó gli occhi. Si perse in mille convenevoli da donnina di casa, ci fece accomodare tutti in cucina, che poi altro non era che una specie di open space dove cucina e sala da pranzo erano collegate. Mi piaceva l'atmosfera di quella stanza. Tirò fuori dei piattini bianchi con il bordo azzurro e un minuscolo motivo floreale su un lato, e in ognuno poggió una fetta di dolce abbondante.
- Che profumo! Cos'è?? - chiese Giovanni, che guardava con aria famelica la torta che Alice aveva preparato.
- Torta paradiso! In realtà non è niente di trascendentale, è piuttosto facile da preparare, se avessi saputo che c'eri anche tu avrei preparato qualcosa di più particolare! -
- Ma no ma scherzi? Ahó ammazza che bona sta torta - disse lui, mangiandone un pezzo.
- Ah quindi per me andava bene la torta e per lui volevi fa' qualcos'altro?? Brava brava, me lo ricorderò! - dissi scherzando. Rise di gusto, sedendosi accanto a me e di fronte a Giovanni.
- E quindi domani è il grande giorno della partenza? - chiese, cambiando espressione.
- Si! Il volo è alle 10, ci aspettano 8 ore di viaggio! -
- Beh allora vengo in aeroporto a salutarvi! Anzi, mettimi in valigia così vengo anch'io! Tanto ci entro, sono piccolina! - scherzó.
Magari, pensai io. Sarebbe stato bello portarla con me, una piccola Alice sempre nel taschino, come un portafortuna. Lontana da qui, da Lorenzo, da tutto.
Ti proteggeró da tutto non temere mai.