Part seventeen.

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-Ah, sì?- dico abbassando il tono della voce.
-Assolutamente sì.- risponde con un luccichio negli occhi, cercando di avvicinarsi.
Così mi allontano, voltandomi, dicendo un -Grazie.- con estrema nonchalance.
Lui scuote la testa e ridacchia.
-Non mi hai mandato via ma fai di tutto per allontanarmi.- commenta.
-Sei troppo poco chiara.-
-Ah, tu invece sei chiaro come il sole, no?- ribatto, e lui ridacchia.
Frugavo nello zaino per trovare il libro di matematica, e appena mi rialzo, trovo Ashton a fissarmi.
-Sì, mi piace decisamente troppo questo vestito.-
Arrossisco di colpo tirando giù i lembi del capo che avevo indosso.
-Aaah ma andiamo, perché ti vergogni così tanto? Preferisco quelle intraprendenti a quelle timide.-
-Non sto cercando di essere quella che preferisci, infatti.-
-Pft, codarda.- sussurra.
-Cosa?- rispondo minacciosa.
Lui alza la voce, -Codarda. Non sapresti attrarre un ragazzo neanche se lo volessi.-
-Tu dici?-
La parte intelligente di me mi dice di star ferma, e sa benissimo che cerca solo di provocarmi.
La mia parte estremamente competitiva però ha la meglio.
Perciò mi avvicino ad Ashton, e comincio a lasciargli baci languidi sul collo.
Sento il suo respiro affannarsi, e nonostante questo, il suo egocentrismo lo porta a dire -Tutto qui ciò che sai fare, Amy Hemmings?-
Nel frattempo la Amy intelligente era rinsavita, -Non si può avere tutto.-
Lui si avvicina nuovamente, ma lo blocco dicendogli che devo studiare.
Cosa che comincio a fare sul serio.
Dopo esser stato circa trenta minuti sul mio letto con il cellulare, si alza, prende una sedia e si mette accanto a me.
Lo guardo dubbiosa, e lui fa finta di non accorgersene.
Comincia dapprima a fissarmi, e poi mette la mano sul mio ginocchio destro, picchiettando con i polpastrelli.
Io lo lascio fare.
Pian piano sale sempre più, fino ad arrivare al tessuto del vestito.
Allora gliela sposto, mettendogliela sulla sua coscia.
Indugio tenendo la mia mano qualche frazione di secondo in più, e sentendolo sussultare sotto il mio tocco.
Ridacchio.
-Come sei sensibile.-
-Simpatica.-
Così riprendo a svolgere i miei esercizi, che in realtà avevo finito, ma Ashton non doveva saperlo.
Rimette la mano sulla mia gamba, stavolta saltando il ginocchio e partendo direttamente con il sollevare il vestito.
-Ashton.- lo ammonisco, guardandolo negli occhi un po' più del dovuto. Il giusto per fargli capire che non mi dispiaceva affatto averlo vicino.
Sono stata troppo stupida, però, a lasciarlo trasparire in questo modo.
Lui sembra afferrare il concetto al volo, perciò si avvicina, prende la penna dalla mia mano e la poggia delicatamente sul tavolo.
Mi prende entrambe le mani costringendomi a girarmi verso lui.
Io contraccambio lo sguardo, e non mi rendo conto che avesse ripreso il suo giochino con il mio vestito.
Si stacca successivamente, mi prende in braccio a mi stende sul letto, dove comincia a baciarmi il collo, e ad accarezzarmi contemporaneamente le gambe.
-Ashton, basta.-
Ma che diavolo stavo facendo?
-Basta.-
Stavo facendo ciò che IO volevo fare. Dovevo pentirmene?
Forse sì.
-Tocca a me.-
Ma in quel momento la cosa più giusta, e magari più stupida, che mi fosse venuta in mente era quella di prendere l'iniziativa.
Di essere intraprendente.

Mi sposto su di lui, gli blocco entrambe le mani in alto, e lo bacio a lungo, ma superficialmente.
Lui però riesce a liberarsi dalla presa, e fissa le mani ormai libere tra i miei capelli, sul mio viso.
Aveva provato a  raggiungere il sedere ma non gliel'avevo permesso, perciò si era accontentato.
Mi piaceva avere il potere, la situazione in mano.
Ti senti a capo di tutto, ma anche pieno di responsabilità.
Decidi tu quando cominciare, ma anche quando finire.
Ed è per questo che proprio mentre il bacio si faceva più appassionato, mi sono staccata, lasciandolo da solo.

•••
        Così, completamente random.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 20, 2016 ⏰

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