Part fourteen.

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La vibrazione del telefono mi distrae dalla lettura del mio libro.
Sbuffo. Non era stata per niente una giornata facile, e Michael ancora non mi parlava. Avevo i nervi a fior di pelle.
Sblocco il telefono, e visualizzo il
messaggio.

Da: Call if you need me

Dovevo necessariamente ricordarmi di cambiare quel nome.

Ho notato che ti piace origliare.

Immediatamente un senso di vergogna si propaga in me.
Mi aveva vista, allora. E Michael?
No, altrimenti non mi avrebbe nominata, penso. Inoltre sembrava stesse per dire qualcosa che non voleva che qualcun altro oltre Ashton sapesse.
Decido di non rispondere e di continuare a leggere il mio libro.
Cosa che non mi è risultata molto facile, dato che i miei pensieri erano rivolti altrove.
Affondo la faccia nel cuscino mentre un gemito frustrato proveniente dalla mia gola spezza il silenzio che c'era in casa. Sono sola in casa, Karen lavora e Michael è uscito, ovviamente senza salutare.
Ma avevo deciso di non pensarci più, non mi voleva parlare? Bene, neanche io l'avrei fatto. Anche se la cosa mi faceva stare piuttosto male. Ma il mio orgoglio era troppo forte.

Un rumoroso -Che palle!- fuoriesce dalla mia bocca, mentre mi sdraio a pancia su e guardo il soffitto.

-Come siamo volgari oggi.- sento dire da una voce per niente lontana.
Mi metto seduta per guardare meglio e vedo un esemplare di Ashton Irwin in tutta la sua stronzaggine. Quando si prese cura di me pensavo addirittura di sbagliarmi sul suo conto.
Purtroppo però non era così, il lupo perde il pelo ma non il vizio. Era appoggiato con il braccio allo stipite della porta, aveva i piedi intrecciati tra loro e le mani nelle tasche degli skinny neri.
Sarà una nuova moda questa degli skinny neri sui ragazzi, ma devo dire che non mi dispiace affatto.

-Noto con piacere che non sono l'unica a cui piace origliare.- sputo acida. -Come hai fatto ad entrare, Irwin?-
-Ho preso le chiavi da sotto il tappeto fuori casa.- fa spallucce.
-E i padroni di casa lo sanno che prendi le loro chiavi?- chiedo.
-No, non hanno bisogno di saperlo.- e mi fa l'occhiolino.
Non lo avrei comunque detto a Michael o a Karen, non mi sarei messa in mezzo, ma provo uno strano e perverso senso di piacere nel provocare Ashton, perciò attacco.
-Bhe, potrei comunque dirglielo io, se non vuoi scomodarti.- abbasso di pochissimo la tonalità della mia voce, rendendo la frase quasi una minaccia.
-Oh, non lo faresti.-  dice staccandosi dalla sua postazione e camminando verso il mio letto, sul quale ero ancora seduta a gambe incrociate. 
-Chi te lo dice?- dico sfregiante.
-Sei talmente attratta da me che, ora come ora, non muoveresti un dito per fermarmi.- dice avvicinandosi e mettendomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio, gesto che provoca l'immediato rossore sulle mie guance, messo in risalto dalla pelle troppo chiara.
E aveva ragione, ero attratta da lui.
Con tutta la forza di volontà che ho in corpo, mi scosto, finendo dall'altra parte del letto, per poi mettermi in piedi.
Ashton mi guarda attentamente, ridacchiando. Successivamente si siede sul letto, prendendo in mano il libro che leggevo fino a qualche minuto prima e rigirandoselo tra le mani.
-Quindi ti piace Shadowhunters, eh?-
-Sì.- rispondo seccata, -e mi farebbe piacere poter riavere il mio libro.- dico avvicinandomi e prendendolo.
-E Clary?-
-Cosa?-
-Dovrebbe stare con Jace o con Simon?- domanda serio.
-Jace.- rispondo, attendendo una sua reazione.
-Quindi sei per le cose complicate.- dice sorridendo.
-Ash perché sei qui? Michael non è neanche in casa, e lo sapevi che non c'era, altrimenti non saresti entrato con le chiavi.- domando esasperata.
-Perspicace.- ribatte.

A quanto pare anche a lui piace provocarmi.
Mi reco verso l'uscita della mia camera, mostrando il braccio teso verso l'esterno.
-Esci di qui, vai in fondo al corridoio, scendi le scale, gira a destra e vattene a fanculo prima che ti ci mandi io a calci.-
-L'avevo detto che eravamo volgari oggi.- dice alzandosi e ridendo -e a quanto pare anche aggressivi.-
-Sei un tale coglione.- ribatto.
-Ma questo non cambia il fatto che tu sia attratta da me.-
-Non lo sono.- non potevo dargliela vinta.
-Ah, no?- dice con tono di sfida.

Dopodiché si avvicina, mette una mano sui miei fianchi e mi lascia un bacio umido sul collo, cosa che mi fa perdere tutta la mia razionalità.

Perciò tendo il collo in modo da dargli più spazio per continuare ciò che stava facendo. Lui non se lo fa dire due volte, stringe la presa sui fianchi e continua a risalire coi baci, fino ad arrivare alle mie labbra.
Mi coinvolge un bacio passionale, molto più di quello dell'altra sera.
Gli metto quindi le mani dietro il collo tirandogli leggermente i capelli mentre mi lascio trasportare da lui.
La sua lingua mi stuzzica le labbra, costringendole ad aprirsi per concedergli maggiore contatto con la mia.
Dopo qualche secondo si stacca. È come se mi fossi appena svegliata da un incubo, ma in questo caso non c'era nessun mostro a rincorrermi.
Quello era il mio primo vero bacio.

-Ed ecco confermato ogni dubbio.- dice guardandomi come se la mia aria spaesata gli desse soddisfazione. E probabilmente è così.
Subito dopo scompare scendendo le scale, dalla mia vista.

Dio che nervoso.
Perché sono attratta da uno stronzo del genere? Non ho provato nulla durante il bacio, di certo non m'innamorerei di lui. Solo che c'è qualcosa che mi spinge verso questo ragazzo.
È pura e semplice attrazione, e penso mi basti, detto sinceramente.

Alcuni rumori di sotto mi fanno riprendere da quello stato di shock.

Mi affaccio dalla rampa di scale e noto Michael, appena tornato a casa, che chiede ad Ashton cosa ci facesse a casa sua, quasi fosse infuriato.
Non riesco a sentire la risposta di Ashton, ma Mike gli sussurra abbastanza irrequieto un "Via di qui".
Ash ribatte -Sai che non ti riguarda.- con tono duro ed esce di casa.
Ma che sta succedendo qui? Non ci capisco più nulla.
Rientro in camera prima che Michael salga le scale.

____
-Amy!- sento una voce limpida e per niente gracchiante, gridarmi alle spalle.
Mi volto appena, e Cel mi travolge in un abbraccio. -Heey. Cos'è tutta questa dolcezza oggi?- chiedo, stranita dal suo comportamento.
-Nulla, sono felice.- dice con un sorriso a trentadue denti.
-Mh, cos'è successo?- chiedo, mentre un sorriso si fa spazio sul mio volto, adoravo vederla felice.
-Ho conosciuto un ragazzo.- arrossisce.
-No aspetta, ora mi racconti tutto.- dico spalancando gli occhi.
-Ma non abbiamo tempo, dobbiamo andare in classe, su, muovi il culo.- dice ridendo.
-Almeno dimmi come si chiama, daii.- la supplico.
-Calum.- dice.
-Hood? È amico di Michael, me l'ha anche presentato! Beh, gran bel figo, no?- e le faccio l'occhiolino.
Lei mi dà una gomitata, e ci incamminiamo verso la nostra aula.
Mr. Thompson entra urlando per riportare il silenzio nella classe, e annuncia che avrebbe interrogato.
Merda.
Non avevo studiato nulla.
Fa' che non chiami me, fa' che non chiami me.
-Signorina Black.- chiama una mia compagna di classe.
Si chiama Ellie; è una ragazza molto carina, coi capelli neri come la pece, lunghi e mossi. Non ci avevo mai parlato moltissimo, ma sembrava simpatica.
Tiro un sospiro di sollievo, e mi rilasso sulla sedia.
Troppo stress in pochi giorni, e non ho dormito neanche tanto, come al solito.
Non so, è come se, di notte, la mia mente si accendesse, e non ne volesse sapere di smetterla di girovagare nei dettagli che continuano a tormentarmi. Come se quello fosse il momento perfetto, per qualsiasi cosa, fuorché dormire. La notte è buia, ma sincera. Ti sbatte in faccia la verità, e porta a galla i pensieri che di giorno non hai il coraggio di stare ad ascoltare.
E per me funzionava così.

Arriva la fine dell'orario scolastico, e io non posso che esserne contenta.
Nel cortile mi muovo a passo svelto, come per non essere notata. Ma una figura alta e muscolosa mi si piazza davanti, impedendomi di passare.
-Piccola, dove vai così di corsa?-
È Ashton.
-Chiamami un'altra volta "piccola", e io farò diventare piccolo qualcos'altro.- gli sorrido.
-Senti- dice, ignorando la mia risposta, -oggi ti va di venire a casa mia? Non so, ci vediamo un film e mangiamo qualcosa? Ho voglia di cucinare e non mi va di cenare con piatti prelibati da solo.- dice sorridente e speranzoso.
Ashton Irwin che cucina, la cosa potrebbe diventare addirittura esilarante da guardare.
In fondo non ho nulla da fare, quindi, perché rifiutare? Mi sarei divertita a provocarlo.
-Sempre molto modesto.- ridacchio
-E va bene.- sospiro.
-Perfetto, ti passo a prendere io intorno alle 19:00.- e gira i tacchi.

Sento degli occhi puntati dritti verso di me. Mi guardo intorno, e tra i tanti ragazzi e ragazze, impegnati, chi a parlare, chi a ridere, chi a baciarsi, scorgo Michael fissarmi.
Non mi parla neanche, perché ora mi fissa?

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INSOMNIA// m.g.cDove le storie prendono vita. Scoprilo ora