Part thirteen.

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Cammino mentre il vento mi viene in faccia, travolgendomi.
Faceva parecchio freddo, e cercavo di coprirmi come meglio potevo col mio maglioncino nero, oramai largo.
Finalmente mi sentivo meglio con me stessa. Ero riuscita a perdere molti kg, non che avessi tanto appetito, dati gli ultimi avvenimenti, ma mi sentivo comunque soddisfatta, nonostante non avessi raggiunto a pieno i miei obiettivi. Ma mancava poco, ed io ero determinata a completare ciò che mi ero detta di fare.
Scorgo casa mia non appena svoltato l'angolo.
Girate le chiavi nella serratura, apro la porta, richiudendola subito dopo alle mie spalle. Immediatamente una sensazione di malinconia, si impossessa di me. Decido quindi di concentrarmi solo ed esclusivamente su ciò che avrei dovuto fare, cercando di lasciare alle mie spalle il resto, come se non provassi emozioni.
Perciò, come ero solita fare, appoggio le chiavi sul tavolo della cucina, per poi salire a passo rigido al piano di sopra.
Mentre facevo colazione, stamattina, avevo notato un anello sulla credenza, probabilmente appartenente a Karen. Questo mi aveva ricordato quello che mia madre mi dette quando avevo circa sette anni.

-Tesoro, questo è per te.
-Cos'è, mamma?
-Un anello.- Rispose, sorridendomi.
La guardai con una faccia confusa.
-Un anello?
-Era della nonna, e poi, all'età di sette anni, lo donò a me.- Spiegò.
-Amy, mai nella vita dovrai perdere la speranza. E se ciò dovesse succedere, questo anello ti ricorderà che non tutto è perduto. Anche quando ti sembra che lo sia.
Mi sorrise, mettendomelo al dito, mentre io la guardavo con occhi curiosi. Era una semplice fedina d'argento, che posizionò sull'anulare della mano destra.
-Ora va' a giocare, Luke ti aspetta.

E la lasciai lì, seduta sul divanetto del nostro giardino, mentre guardava i suoi due figli rincorrere una palla.

___

Arrivammo circa 20 minuti prima al cinema, così da prendere i biglietti per la prima del film, e Michael, quel giorno, era ancora più attraente del solito. Il suo colore di capelli era cambiato dal rosso al biondo, e gli stavano dannatamente bene.

-Abbiamo fatto bene a venire prima, guarda che fila c'é ora.- dissi, mentre con il pollice giravo il mio anello.
Michael annuì.
Arrivò il nostro turno, e la ragazza che ci timbrò il biglietto lanciava occhiate d'intesa al ragazzo biondo. Lui non sembrava essersi accorto di nulla.
Lei era davvero bella, alta, bionda e con gli occhi verdi. Tutto il mio contrario, insomma.
Le lanciai un'occhiataccia quando timbrò il mio biglietto, e successivamente seguii Michael all'interno della sala. Non appena trovammo i nostri posti, ci sedemmo.
Michael prese un cestino di pop-corn che poggiò nell'apposito contenitore situato sul bracciolo della poltrona, rigorosamente rossa.
Il brusio creatosi cessò quando le luci si spensero, segnando l'inizio del film.
Prestavo attenzione al grande schermo, ma appena ne avevo l'occasione mi voltavo, ammirando il profilo del ragazzo al mio fianco. Era così bello.
A un certo punto lo vidi ridacchiare con un sorrisetto sulle labbra. Si girò e mi guardò, avvicinandosi poco dopo al mio orecchio.
-Mi stai fissando.- sussurrò, ancora sorridendo, facendomi trasalire.
Restò ancora per qualche secondo con la bocca vicino al mio orecchio, e io con lo sguardo sulle mie mani, che si intrecciavano per il nervosismo.
-Torno subito.- dissi, alzandomi e dirigendomi verso il bagno.
Avevo bisogno di staccare il suo sguardo di dosso, e mi sembrava l'unica via d'uscita.
Presi un respiro profondo, con le mani sul lavandino. Mi osservai per un po' allo specchio, e ripassai il trucco.
Non volevo tornare in sala, mi vergognavo troppo, ma non potevo restare per sempre lì.
Uscii dal bagno, facendomi coraggio, e tornai all'interno, prendendo posto e senza guardare dalla parte di Michael. Mi concentrai sul film per tutto il resto della sua durata.
Anche quando finì, non mi voltai, finché non sentii qualcuno toccarmi il braccio.
-Amy, hey.-
Mi voltai.
-Il film è finito, andiamo.- disse dolcemente. Recuperai il mio maglione, e mi alzai, sgranchendomi le gambe.
Scoppiai in una fragorosa risata, come per liberarmi di tutta la pressione accumulata precedentemente.
Mi guardò, curioso, ma io cominciai a camminare verso l'uscita.
Mi bloccai non appena scorsi una figura familiare. Era Ashton. Non volevo parlargli, nè salutarlo, mi sarei sentita troppo in imbarazzo, dopo quel bacio. Non mi aveva più cercata, nè mi aveva dato una spiegazione.
Mi voltai verso Michael prendendolo per il braccio e portandolo dietro una delle colonne che adornavano il cinema.
-Che c'è?- disse lui.
-Michael non possiamo uscire di lì.- dissi.
-E perché?-
-C'è..ecco, una persona che non voglio vedere.-
Michael guardò verso l'uscita.
-No non guardare.-
-Amy ma, è Ashton.- disse sgranando gli occhi.
-Dimmi cosa ti ha fatto.- aggiunse facendosi più serio.
-Nulla.-
-Dimmelo.-
-Michael, davvero, nulla. Lui mi ha..-
-Ti ha cosa?-
-Mi ha baciata.-
-Ah.- esitò qualche secondo.

-Se n'è andato?- domandai io, che nel frattempo mi ero fatta sempre più piccola nascondendomi dietro Michael.
Quest'ultimo controllò.
-Sì, ora sì, possiamo andare.-
Annuii, e ci dirigemmo verso l'uscita.

-Quando?- domandò, interrompendo il silenzio che era calato tra noi due mentre camminavamo per tornare a casa.
-Cosa?-
-Quando ti ha baciata?-
-Quando mi accompagnò a casa.-
-E perché non vuoi vederlo?-
-Perché mi ha presa alla sprovvista, si é avvicinato e mi ha baciata, e poi è andato via.-

È ormai passata una settimana da quel giorno, e Michael non mi aveva più rivolto la parola, se escludiamo i freddi "ciao" a colazione. E io, d'altro canto, non avevo avuto il coraggio di chiedergli nulla, nonostante la voglia di chiedergli cosa avesse mi divorasse.
Non parlava con nessuno. A malapena con sua mamma, abbastanza però da permetterle di non preoccuparsi. Neanche a scuola lo vedevo chiacchierare con i suoi amici come al solito.
Ashton sedeva ad un altro tavolo rispetto a quello di Michael. Era tutto molto strano, nell'aria c'era una tensione palpabile.
Era come se però io vivessi in una bolla e guardassi tutto dall'esterno.

La prossima ora scolastica sarebbe stata di matematica, e sinceramente, non ne avevo la minima voglia. Così decisi di saltarla, standomene nascosta in cortile.
Mi posiziono sotto un albero qualche minuto dopo il suono della campanella, dietro la scuola, con la mia agenda e la mia penna, aspettando che l'ora passasse e sperando che nessuno si accorgesse della mia mancanza.

-Devi dirmi cosa succede. È una settimana che non parli con nessuno, Mike.-

All'udire di quelle parole, provo a decifrare la loro provenienza.
Guardo meglio, e noto Michael e Ashton dietro la porta dell'uscita d'emergenza, discutere.
-Niente Ash, lasciami stare.-
-Te lo scordi, o mi dici cosa succede o ti costringo a dirmelo comunque.-
-D'accordo, ho capito, ma questo rimane tra me e te, intesi?-
-Intesi.-
-Ho saputo che hai baciato Amy.-
-E beh?- rispose il riccio.

-Hey voi due! Dritti in classe o chiamo il preside!

Mi nascondo dietro l'albero mentre mille pensieri si insidiano nella mia mente senza lasciarmi via di scampo.

Cosa c'entravo io in tutto ciò?

•••
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Vorrei, in ogni caso, terminare la storia al raggiungimento di 20 capitoli.
Cerco di mettercela tutta nell'aggiornare almeno una volta a settimana, incrociamo le dita!

INSOMNIA// m.g.cDove le storie prendono vita. Scoprilo ora