Un tocco leggero sulla spalla mi sveglia. Apro leggermente gli occhi, e li stringo quando noto un po' di luce arrivarmi direttamente sul viso.
-Amy, dai su sveglia, devi andare a scuola.- dice una voce calda e rassicurante.
Mi sollevo con un po' di sforzo sui gomiti, stropicciandomi gli occhi e stiracchiandomi, sotto lo sguardo del ragazzo di fronte a me. Era già pronto per uscire, ed indossava un paio di jeans neri stretti, una canotta lunga e una felpa grigia. Ai piedi aveva delle Converse nere abbastanza rovinate dal tempo. E' stupendo.
I capelli erano un po' scompigliati, ma pur sempre bellissimi. Amava tingerli, ed era solito, almeno una volta al mese, cambiarne il colore. Adesso li ha rossi, e devo dire che fino ad ora è il colore che gli sta meglio di tutti, a mio parere.
Quando riesco a mettere a fuoco, mi rendo conto di aver dormito nel letto di Michael.
-Dio Mike, ma tu hai dormi-
-No, tranquilla, ho dormito nel tuo letto.- risponde ridacchiando e senza neanche permettermi di terminare la domanda.
Si avvia verso la porta della sua camera affinché io possa uscire e tornare nella mia.
Sulla soglia della porta si ferma di colpo, girandosi -Vieni con me in auto?-
-D-di solito prendo l'autobus.-
-Potresti non prenderlo.-
-Ci sono abituata.- rispondo facendo spallucce.
-D'accordo.- ed esce dalla stanza.
Mi catapulto fuori dal letto, percorro il piccolo tratto di corridoio che separa la mia camera dalla sua, ed attraverso la porta della mia stanza, chiudendola dietro di me.
Sfilo velocemente i leggins e la maglia che indossavo la sera precedente e vado in bagno. Faccio una doccia veloce, e lascio che le gocce d'acqua scivolino sul mio corpo, scomparendo poco dopo, come se si scottassero al contatto con la mia pelle.
Dopo qualche minuto esco, avvolgendomi il corpo con un asciugamano.
Decido di mettere un paio di jeans ed una felpa, infilo le mie Vans color cobalto, e torno in bagno per una spazzolata veloce ai miei capelli e un velo di trucco per coprire le occhiaie, rese più visibili dalla vena che si trova proprio sotto l'occhio. Non amavo essere appariscente, soprattutto a scuola. Prendo il cappotto e metto lo zaino in spalla, dirigendomi al piano inferiore.
-Buongiorno signora.- dico alla mamma di Michael, intenta a preparare la colazione.
-Oh Amy buongiorno, non ti ho sentita arrivare.- e mi rivolge un sorriso.
-Ti vanno dei pancakes?- domanda gentilmente.
-No grazie, sto bene così.- e sorrido. -Ora vado o perderò l'autobus, a dopo signora.-
-Puoi chiamarmi Karen.- dice sorride dolcemente.
-D'accordo, allora a dopo, Karen.-
Mi giro e mi dirigo alla porta d'ingresso.
Una volta fuori casa riesco a sentire il rumore delle onde infrangersi sugli scogli, e l'odore del mare.
Infilo le cuffie nelle orecchie, e mi incammino verso la fermata dell'autobus, a pochi isolati da casa Clifford.
Involontariamente la mia mente mi riporta a mia madre.
Penso a quanto mi manchi anche solo parlare con lei. In questi anni che io e Luke avevamo trascorso da soli, avevo molto sentito la sua mancanza, che ogni giorno si faceva più evidente. Lei e mio padre erano tornati in Italia per motivi di lavoro, e noi eravamo rimasti qui perché lei non voleva che cambiassimo scuola. -Finite le superiori, tornerete.- erano state le sue parole, ed io la capivo, si preoccupava semplicemente per noi.

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INSOMNIA// m.g.c
FanfictionA volte avrei voluto tornare bimba, e ritrovare la felicità nelle piccole cose, come in quel castello di sabbia, come quei bambini, completamente consapevoli che il loro lavoro è inutile, perché il castello andrà distrutto dal vento, o dal mare, se...