«È finita quindi.» sussurrò Harry, seduto sul cornicione della camera di Louis, intento a guardare il ragazzo studiare.
«Harry.» lo chiamò terrorizzato Niall, facendolo voltare e assumere un'espressione scocciata, «Senti, Horan, ho già un mezzo istinto omicida verso te. Quindi dovresti chiudere la bocca.»
Il biondo scosse la testa e indicò le ali dell'altro, che le aprì e aggrottò le soppracciglia e si lasciò scappare un verso di sorpresa.
«Sono- oddio» borbottò toccandole.
«Sono guarite. Sono guarite, Harry.» mormorò Niall guardando le ali nere spalancate senza più ferite. Impressionante.
«Solo io non sto capendo un'emerita minchia? Non dovrei essere già all'Inferno sotto-» Harry non finì per parlare che le ali si avvolsero attorno al suo corpo, stringendosi senza alcun controllo da parte del riccio che gridò cercando di liberarsi da quello strano bozzolo, inutilmente. Le ali che per anni lo avevano protetto, lo stavano risucchiando creando uno strano vortice nero. Niall rimase immobile a fissare la scena, sapendo di non poter intervenire. Il vortice avrebbe preso anche lui. Sentì Harry gridare, pronunciare parole sconnesse dettate dall'ansia e sapeva che la punizione del demone all'Inferno sarebbe stata pesante.
Pochi minuti dopo, tutto sparì. Il vortice, Harry, le urla e una parte di Niall. Sospirò e si rannicchiò contro al muro. Non era riuscito a proteggerlo. Ancora una volta aveva lasciato che il suo protetto morisse. Aveva chiesto lui stesso il permesso di badare a lui, nella strada demone-angelo, ma aveva fallito ancora una volta. Guardò Louis che si era appena fermato dallo studiare e si rimproverò nuovamente. Aveva permesso che entrasse nella sua vita, aveva permesso che tra i due nascesse qualcosa e poi aveva dovuto cancellare tutto. Si sentiva un tale idiota.
Se solo quel dieci gennaio 1994 non avesse lasciato che Harry venisse investito da quell'auto. Ma come avrebbe potuto? Era davvero troppo veloce e i suoi riflessi a quel tempo non erano ancora sviluppati del tutto. Vide Louis uscire dalla stanza e lo seguì sconsolato e confuso un secondo dopo, appena lo vide uscire anche di casa. Lo seguì come al solito e notò che si fermò in giardino e si sedette sulla neve. Non capiva che stava facendo.
Il ragazzo prese della neve in mano e la tenne ferma aspettando qualcosa che Niall non capì, fino a quando Louis non sussurrò un «Non togli la neve? È fredda e mi potrei ammalare, ricordi?» che gli fece accaponare la pelle. Harry gli aveva fatto dimenticare tutto, ne era sicuro.
Louis fece un sorrisino amaro e scosse la testa rigettando la neve a terra.
«Tu sapevi di Harry.» rifletté Niall, «Tu lo avevi già visto quel giorno. Che accidenti sta succedendo?» borbottò prendendosi la testa fra le mani.
Che tutto non fosse finito, e che quella tragica fine fosse solo un inizio?
Se Louis aveva intravisto Harry durante gli anni passati e i ricordi cancellati erano solo degli ultimi mesi, questo voleva dire che il ragazzo era ancora interessato a trovare il demone. Semplice curiosità, certo, ma voleva farlo. E no, Niall non capiva il perché.
«Mi rinchiuderanno in manicomio se continuo a parlare da solo e sentire voci.» sbottò Louis alzandosi e rientrando in casa.
«Calmo Niall, calmo. Rifletti, pensa con attenzione.» disse cercando di pensare razionalmente. Ma il fatto era che no, non poteva pensare razionalmente dopo tutto quello che era successo a quello che ormai reputava suo fratello. Strinse i pugni e si innalzò nel cielo ad una velocità inaudita, superato nuvole e quel sottile strato che separava l'altra parte dalla Terra. Si strofinò gli occhi e volò velocemente fino a quella che definiva SDC, ossia Sede Di Controllo e si inoltrò fra i corridoi fino ad arrivare alla stanza di George, colui che comunivava le sue decisioni. Bussò tre volte come da regolamento e dopo l'avanti entrò. Non diede tempo al capo di parlare che si pose davanti alla scrivania e prese un respiro prima di parlare. George stette in silenzio sapendo cosa Niall doveva dire.
«Dimmi James.» disse poi pacato per infondergli coraggio.
Niall alzò gli occhi azzurri su di lui e annuì, «Prendete me al suo posto. Lasciate che faccia ciò che non ha mai potuto fare: vivere.»
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Black Wings 》L.S.
FanfictionÈ bastata una notte, una sola notte per distruggere i suoi sogni. Una notte per far cessare l'esistenza di Harry Styles sulla terra. Ma non è ancora pronto per riposare in eterno in paradiso, il suo animo non è puro a tal punto da permettere alle al...