09. Blue sky

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E sì, Harry era nel letame.

«Ora spiegami, Edward, come pensi di nasconderti da ora in poi? Hai pensato al fatto che da questo momento non potrai più muoverti tranquillamente senza che qualcuno possa vederti? Sai che c'è come pena la caduta negli Inferi per gli angeli che si mostrano?» lo rimproverò Niall, non appena Louis si addormentò.

Non che il ragazzo volesse dormire, ma un po' di polvere del sonno non aveva mai fatto male a nessuno, secondo Niall, ed inoltre riteneva fosse obbligatorio fare un lungo discorso ad Harold, date le ultime novità.

Quest'ultimo, alzò un dito per replicare, ma Niall lo precedette, «So che sei un demone, ma sta di fatto che non hai mai visto gli Inferi, e non essendo completamente "cattivo", diciamo così, in quel posto staresti male.»

Il riccio annuì e sospirò, «Niall, io non volevo mostrarmi. C'è stata una rapina al negozio di giocattoli, Lou era lì da solo e l'ho aiutato prima che lo uccidessero. Ho ucciso il ladro perchè- oh insomma, mi infastidiva. Poi siamo tornati qui a casa e lui ha cominciato a parlarmi e io l'ho solo guardato negli occhi, non ho fatto altro. Poi ad un certo punto è successo,» si indicò, «questo.»

Niall trattenne il fiato e sgranò gli occhi, deglutendo e puntando lo sguardo preoccupato a terra.

«Cosa?» chiese il demone, in ansia, ripensando al suo discorso per accertarsi di non aver bestemmiato o imprecato. Ma no, non l'aveva fatto. Allora perchè quella reazione da parte dell'angelo? Sbuffò e si accomodò meglio sul pavimento, voltandosi a guardare Louis dormire beato. Era davvero stupendo, dolce, tenero e terribilmente stupido, inutile, una persona che odiava a morte e che presto avrebbe fatto fuori.

Sì, già.

«Non basta il fatto che commetti errori, no! Ovviamente mi ignori mentre parlo del tuo problema. Grazie, Edward.» lo rimproverò Niall, tirandogli un piede. Harry sobbalzò e riportò l'attenzione sull'angelo custode, dando un'occhiata a Louis di tanto in tanto.

«Il fatto è questo: da una parte, la cosa non sembra essere grave come mi è sempre stato detto.» riprese Niall, grattandosi il mento con fare pensieroso.

«Perchè?» lo interruppe Harry, sistemando seduto a gambe incrociate. Sembrava non riuscire a stare fermo.

«Perchè ogni volta che si parla del mostrarsi, tutti corrono via a gambe levate, ogni angelo ha paura di mostrarsi per le leggende che narrano di angeli caduti a causa dei peccati commessi. Un po' come la storia di Lucifero. Ma ora che è successo a te, non noto conseguenze. Quindi, o le leggende sono storie inventate, oppure c'è un qualcosa che ti tiene qui, che blocca la tua caduta.» riflettè il biondo, a voce alta, mordendosi il labbro e continuando a parlare dopo alcuni minuti, durante i quali Harry aveva semplicemente fatto ciò che negli ultimi anni faceva di continuo: osservare Louis.

«D'altra parte, il fatto che Louis ti abbia visto, potrebbe non essere tanto grave, a patto che gli altri non ti vedano.»

Il demone annuì e portò una mano sulle proprie ali, passando le dita fra le piume nere rovinate. Era combattuto: sentiva che qualcosa non andava, che stava perdendo la grinta, la sua cattiveria e il suo senso di vendetta si concentrava nuovamente su Louis, perchè era colpa del ragazzo (come sempre) e se avesse potuto sarebbe sparito dalla vita di Louis William Tomlinson; ma sentiva anche che qualcosa lo tratteneva a quel ragazzo iperattivo.

«Non sappiamo cosa accadrà quando Louis si sveglierà. Potrebbe credere che sia stato tutto un sogno, come potrebbe cercarti per tutta la città come un pazzo, quindi starai nascosto e a meno che lui non ti chiami, non ti farai avanti. Chiaro?»

Harry annuì nuovamente e si alzò dal pavimento, guardando Niall e facendo un gesto con la testa, prima di aprire la finestra, annerendo la parte appena toccata, uscendo e chiudendola con un gesto rapido, alla fine.

Spalancò le grandi ali nere e spiccò il volo, procedendo sicuro al lato della strada, per verificare se i suoi timori fossero veri: le persone, potevano vederlo? Guardò le macchine a appena vide un'Audi nera volò sul tettuccio e scivolò sul vetro dell'auto, aspettando una sbandata o urla ansiose, ma nulla. Sporse la testa e notò che il guidatore continuava a guidare tranquillamente. Agitò la mano e nulla.

Sorrise, non proprio un vero sorriso, ma quella strana smorfia che faceva di solito, perchè si sorride se si è felici, e un demone non può essere felice.

Si diede una spinta e riprese il volo, guardando dall'alto il movimento delle auto, le luci spente delle case, i palazzi dormienti.

Sospirò, cercando di scacciare il pensiero di Louis dalla testa.

Ma come poteva, se su di sè aveva a disposizione un cielo stellato di un blu che non faceva altro che riportarlo al ragazzo che avrebbe dovuto odiare?

Black Wings 》L.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora