06. Lost in confusion

2.6K 404 43
                                    

Louis tornò a casa accompagnato dalla polizia, che si preoccupò di spiegare attentamente alla donna ciò che era successo all'interno del negozio in cui stava il figlio poche ore prima, per poi rassicurarla sul fatto che il ragazzo non avesse neanche un graffio. La donna annuì durante tutto il discorso, raccogliendo col dito indice qualche lacrima che ogni tanto le cadeva dagli occhi chiari, voltandosi ogni due secondi verso il figlio, per assicurarsi che le parole dell'agente fossero veritiere.

Appena terminarono, la porta venne chiusa e Johannah abbracciò Louis scoppiando a piangere. Il ragazzo ricambiò l'abbraccio e le diede due pacche sulla schiena, per poi scostarsi e sorriderle, «Sto bene mamma, non vedi?» chiese, facendo un giro su sè stesso tenendo le braccia aperte. La donna annuì e aprì la bocca per chiedere altro, ma Louis la precedette, «Sono molto stanco, vado a dormire.»

«Ma Lou, sono appena le sette e trenta, la cena sarà pronta tra poco e- non hai fame?»

Il ragazzo scosse la testa regalando alla madre un altro sorriso, per poi baciarle la guancia ed andare in camera sua, chiudendosi la porta alle spalle. Si spogliò infilandosi il pigiama e sistemandosi sotto le coperte, chiudendo gli occhi.

Non seppe quanto tempo passò, ma iniziò a rigirarsi fra le coperte senza trovare una posizione comoda, senza sentirsi tranquillo, come se qualcosa mancasse.

«Oh beh, di solito c'è Niall ad accarezzarti i capelli.» osservò Harry ridacchiando e sedendosi sul bordo del letto, fissando Louis, nonostante il ragazzo non potesse vederlo. Allungò una mano verso i suoi capelli, ma la ritirò subito dopo.

Lui non era Niall, non era l'angelo custode di Louis, non doveva prendersi cura di lui. Era un demone, nato per uccidere, per fare del male. Ne andava della sua reputazione.

Si risvegliò dai suoi pensieri non appena Louis si mise a sedere, poggiando le proprie mani in grembo e fissandole.

«Premetto che mi sento un coglione a parlare da solo alle,» guardò l'orario nella sveglia, «otto di sera, ma tanto non mi vede nessuno. O forse qualcuno sì? Insomma, un proiettile non rimbalza, avanti! Non sono un sapientone, ma non sono manco così stupido. Deve per forza esserci qualcosa- o qualcuno- che mi ha aiutato. Non penso di meritarmi un angelo custode, okay? Non credo neanche a quelle cazzate da bambini di cinque anni, ma non è strano? Avanti! Un uomo mi sta per uccidere e il proiettile rimbalza, inoltre alla fine è proprio lui a morire. Sono- sono confuso.»

Harry desiderò ardentemente di stargli accanto, di dirgli tutto ciò che in quei giorni Louis continuava a chiedere, ma non poteva. Parole di Niall.

Louis spalancò occhi e bocca e lo fissò. O meglio, fissò un punto dietro di lui dato che non poteva vederlo. Giusto?

Harry si voltò a sua volta ma non vide nulla. Tornò con lo sguardo su Louis e «Ma che diavolo hai?» chiese, stizzito, non capendo il motivo di tanta agitazione.

Louis sbiancò completamente e lo indicò? Il demone non capiva nulla. Abbassò lo sguardo sulle proprie gambe e da quando non erano circondante da quella strana polverina nera? Si alzò all'improvviso dal letto e notò gli occhi azzurri e attenti di Louis che lo seguirono passo dopo passo. Rabbrividì, capendo il motivo dello stupore del ragazzo.

Si era appena mostrato ad un umano.

«C-c-» balbetto Louis, prima di chiudere gli occhi e riaprirli, rimanendo impalato a fissare il demone, che per la prima volta in vita sua si sentì terribilemente in soggezione.

«Mi vedi?» chiese, tanto per assicurarsene.

L'umano annuì in stato di trance e lo indicò aprendo e chiudendo la bocca, senza sapere cosa fare o dire. Harry si maledisse mentalmente e si passò una mano fra i capelli, «Okay, calmo, non urlare, non svenire, non dare di matto, non dire cose strane con il tuo solito tono da sapientino mancato e- no, zitto, fammi finire, non chiamare nessuno, non dire niente di ciò che stai vedendo.»

Louis si alzò lentamente dal letto e tremò nell'accorgersi dello sguardo del coso davanti a lui. Si fermò a pochi passi da Harry, che lo guardò senza capire, e lo indicò, «Mi senti?» chiese poi. Il demone annuì e Louis aprì la bocca per urlare, ma questa fu prontamente tappata dalla mano del riccio.

Black Wings 》L.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora