Molti mi hanno chiesto il perché nel titolo c'è il nome Kim Jongin (ossia Kai) ma lui non è ancora comparso, beh tra poco
lo scoprirete date tempo al tempo
;) buona lettura.🍀🍀🍀
Era così vicino e la sua frase mi compariva a tratti nella mente.
Quelle semplici parole continuavano a risuonare come un tormentone estivo nel mese di agosto.Poi si allontanò e sorrise "devo averti traumatizzato" mi disse. Poi lì tornai in me e una dolce risata illuminò il mio viso, ero così sorpresa e fu lì che mi accorsi che era la prima volta che provavo tutte queste emozioni assieme, nello stesso istante.
"Tranquillo, va bene" dissi sorseggiando ancora il caffè che ormai si era raffreddato.
"Va bene a cosa? A quello che ti ho detto?" chiese lui sorpreso di quello che avevo appena detto.
"Si, va bene" gli risposi sorridendo.
Allora lui fece lo stesso poi prese il caffè e si alzò in piedi."Che ne dici se ti accompagno a casa? Devo andare a fare delle commissioni adesso" disse lui aspettando che mi alzassi.
"Oh sì scusa" dissi alzandomi."Prima ti accompagno a casa" mi disse convinto lui, e fu lì che tutti i muscoli del mio corpo diventarono tesi, i miei occhi erano leggermente più spalancati del solito e la bocca un filino aperta.
Come se per davvero avessi visto un fantasma, qualcosa di spaventoso.Decisi di mentirgli, mi sarei inventata una strada,
non so come, mi sarei fatta portare in un luogo non preciso per poi trovare un posto dove dormire.Nel frattempo lui era più avanti di me che continuava a camminare, così lo raggiunsi correndo e accettai la sua proposta.
"Va bene andiamo" disse cominciando a camminare verso il parcheggio dove aveva lasciato il suo motorino.
Erano passati circa 5 minuti da quando giravamo tra piccole strade a seconda delle mie indicazioni quando all'improvviso vidi che c'era un parco e poco distante una casa così gli indicai quella mentre dentro di me il panico prendeva il sopravvento.
Scesi dal motorino e mi tolsi il casco.
"Grazie mille" dissi inchinandomi e porgendogli il casco "allora io vado" dissi indicando il cancello di quella casa sconosciuta.Lui mi sorrise ma non voleva andarsene.
Poi il cervello non riuscì a fermarmi, le parole uscirono da sole.
"Vai io aspetto qui fino a quando non parti con il motorino"
E finalmente accese il motore, "ci vediamo domani" disse prima di partire, io non aspettai troppo a lungo e corsi verso il parco cercando una panchina.Ne trovai una che era poco distante da me,
ormai era notte e le palpebre iniziarono a farsi pesanti così da spingermi sulla panchina per passarne la notte.Ma mi sentivo al centro dell'attenzione come se qualcuno mi stesse fissando. Aprì gli occhi e persi quasi un battito, Jongdae era lì che mi guardava con sguardo interrogativo.
"Cosa ci fai qui?" mi chiese con sguardo interrogativo e sorpreso "io ti avevo accompagnato a casa,perché non sei entrata?" continuò.
"Ti ho mentito. Io non ho una casa" dissi sedendomi sulla panchina e iniziando a guardare la punta delle mie scarpe consumate.
"Non hai una casa?!" Quasi gridò lui.
Poi mi prese per il braccio e mi fece alzare.
"Perché non me l'hai detto prima?!" Continuò sempre gridando.
In quel momento, che sembrava durare un eternità stavo morendo dalla paura.
Le gambe tremavano, i miei occhi non smettevano di guardare giù, mi sentivo soffocare, non riuscivo a respirare, mi veniva da vomitare.Poi mi lascio il braccio facendomi cadere quasi al suolo, non riuscivo a tenermi in piedi e l'unica cosa che mi permetteva di farlo era la sua mano che mi reggeva, ma adesso aveva smesso di farlo.
"Avrei potuto aiutarti" mi sussurrò abbassandosi alla mia altezza.
"Ti avrei invitato a dormire da me anche per un mese, fino a quando non avresti trovato un lavoro part-time, ti avrei potuto aiutare non chiedendoti un affitto mensile, ti avrei aiutato"
Disse cercando di farmi rimettere in piedi."Vuoi che io ti aiuti?" Mi chiese.
Quelle temute lacrime che stavo cercando di trattenere uscirono, non lo avevo mai fatto ma lo feci il mio cuore stava comandando le mie braccia, lo abbracciai iniziando a piangere e bagnandoli appena la camicia azzurra che portava dentro i suoi jeans skinny bianchi.E inaspettatamente le sue braccia toccarono le mie.
"Ti prego aiutami" dissi tra le lacrime.
Forse le parole di mio padre erano vere, avrei dovuto ascoltarlo, non volevo più stare sola, non volevo lavarmi di nascosto, non volevo dormire con la paura che iniziasse a piovere."Vieni con me" disse sciogliendo l'abbraccio e prendendomi per mano iniziando a camminare.
"Io lo sapevo" disse ad un tratto serio.
"Cosa?" Gli chiesi sconvolta.
"Che non avevi una casa" rispose tranquillo una volta che ci eravamo avvicinati alla sua vespa passandomi il casco."Come?!" Chiesi sorpresa della sua affermazione.
"Quel giorno che ti ho aiutato in piscina" disse mettendosi il casco.
Poi si girò a guardarmi, dato che ero dietro di lui.
"Avevo visto che stavi dormendo lì e mi avevi incuriosito, così ti ho seguito" disse salendo sul motorino.
"Se non mi fossi avvicinato a te avresti potuto rischiare la vita.
Sai cosa importa ad un pervertito ubriaco della tua innocenza quando ti passa d'avanti durante la notte?" Forse ero stata stupida a scappare di casa, a tutto ciò non ci avevo mai pensato ma non importava stavo realizzando il mio sogno."Non importa ho sonno andiamo a casa" disse lasciandomi salire sul motorino.
E poi partì come una freccia sulle strade cupe della notte.
Adesso ero al sicuro.🍀🍀🍀
Come ho già detto tra poco pubblicherò
una nuova storia sui bts ,
sarà intricata perciò
aspettatela con ansia!!!

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LITTLE GIRL :|| chen/kai
Fanfiction"Qualsiasi cosa potrà cambiare ma molto probabilmente resterà tutto per sempre uguale.„ --- Troppi problemi d'amore, troppi intrighi... lavoro? amore? dipendenza? nessuno lo saprà mai... Due port...