Perdono

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Seguo Tony fino ad una porta dove dietro di essa ci sarà il suo monolocale dello S.H.I.E.L.D.
Apre la porta e io entro, guardandomi intorno. Le pareti sono grigie, al centro della stanza che deve essere la sala c'è un tavolino basso da soggiorno, davanti al tavolino c'è un'enorme televisore con un impianto audio sopra, la lampada che pende dal soffitto riproduce la luce solare. Dietro al tavolino c'è un divano con sopra tre quadri appesi al muro.
C'è un grande scaffale pieno di libri e cd sopra l'impianto audio. La cucina è formata da un tavolo rotondo, i piani cottura e un frigorifero. Il bagno invece è normale, tranne la doccia che è super tecnologica. La stanza da letto invece è occupata da un letto a due piazze, un armadio, un comodino e una lampada uguale a quelle delle altre stanze. Tutti i mobili sono grigi, nessun colore acceso. La voce di Tony mi riporta alla realtà.
"È triste vero? Dovrai farci l'abitudine, non preoccuparti, quando dormiremo io non  farò nulla contro la tua volontà."
Dice con fare ammiccante, facendomi infastidire tanto da tirargli un pugno sugli addominali scolpiti, cogliendolo di sorpresa. Lui si riprende e mi prende in braccio, caricandomi sulla sua spalla come un sacco di patate. Io ridacchio, tirandogli dei pugni sulla schiena. Lui mi butta sul letto e si mette sopra di me, facendomi il solletico. Io inizio a ridere come una pazza e lo ripago della stessa moneta, facendo ridere anche Iron Man. Sembriamo due fratelli che giocano oppure due adolescenti appena fidanzati, io opto per la prima ipotesi, non posso stare con Tony Stark che attualmente sta con la sua Pepper. Ribalto la situazione, mettendomi a cavalcioni su di lui con le mani sul suo petto, vicino al reattore ARC. Il mio respiro è affannoso per colpa delle risate e anche quello di Tony è uguale al mio. I nostri respiri si fondono, le mani di lui mi accarezzano il viso e spostano una ciocca di capelli dalla faccia. I nostri occhi non smettono mai di fissarsi. All'improvviso tutto il mondo sembra sparire quando sento le sue labbra sulle mie.
Il suo profumo mi avvolge, facendomi impazzire. So che non è giusto quello che sta facendo e cerco di staccarmi ma le sue mani sono sulla mia nuca e mi impediscono di scappare. Sento l'aria spostarsi e mi ritrovo sotto di lui, cercando di liberarmi dalle sue mani che esplorano ogni parte del mio corpo. Mi sento debole, non posso fare niente per fermarlo e ho paura che possa andare avanti. Le sue labbra affondano nel mio collo, accendendo un campanello di allarme nella mia testa. Non si sta controllando, lo vedo. Cerco di scansarlo invano, lui mi blocca ogni parte di uscita.
Un pensiero attraversa la mia mente e decido di assecondarlo. Assumo il potere  dell'acqua e, dal palmo della mia mano avvolta dall'acqua, esce un getto di acqua ghiacciata che si infrange sul suo viso, facendolo tornate nel nostro mondo.
Lui si accorge di quello che stava facendo e si scansa subito, sedendosi sul bordo del letto. Io torno normale e lo guardo mentre si passa una mano tra i capelli bagnati, in un gesto disperato. Non ho mai provato pietà o compassione per le persone che hanno cercato di farmi del male, ma con lui è diverso. Mi fa quasi tenerezza vederlo mentre si copre il viso con le mani. Mi siedo accanto a lui e cerco di calmarlo, mettendo una mano sulla sua spalla. Il suo viso scatta verso il mio e mi guarda in modo dispiaciuto.
"Non ero in me, perdonami. Ti capisco se adesso vorrai un'altra stanza e  se mai ti toccherò ti autorizzo a bruciarmi vivo."
La sua voce è debole e spezzata dai singhiozzi che tormentano il suo petto, facendolo sussultare violentemente.
Dentro la mia testa ci sono due vocine: una mi dice di andarmene e lasciarlo solo e l'altra mi dice di perdonarlo e consolarlo. Ho sempre dato ascolto alla vocina che mi dice di non perdonare quindi, per la prima volta in vita mia, ascolto la vocina del perdono. Accarezzo le sue guance e lo costringo a guardarmi.
"Ti perdono."
Dico in un sussurro. Quelle parole sono difficili da dire per una come me, e mi danno uno strano effetto.
Accarezzo i suoi capelli umidi e gli faccio appoggiare il viso sulla mia spalla. Massaggio i muscoli tesi della sua schiena e esercito una leggera pressione quando li sento contratti. Le sue mani accarezzano i miei fianchi, salgono fino alle spalle e poi tornano giù.
"Dov'è finito il Tony Stark genio, miliardario, playboy, filantropo?"
Chiedo cercando di farlo ridere e calmare, riuscendo nel mio intento.
Lui si stacca da me e mi guarda col suo ghigno.
"Devo dire che baci bene per essere una piccoletta."
Spalanco la bocca con falsa indignazione e gli tiro il cuscino in faccia, come l'altra volta.
Lui para il colpo e si alza, prendendomi una mano.
"Tra poco bisogna dormire, ti farò portare dei vestiti adatti a te e ti ricordo che dopo aver arrestato gli scienziati cattivi ci sarà una festa e tu sei invitata."
Io gli sorrido e lui ricambia.
"Quindi rimaniamo amici noi due?"
Tentenno un pochino per dire quella frase.
"Rimaniamo amici, ho una Pepper io che mi aspetta e tu? Hai qualcuno che ti aspetta?"
È arrivato il momento delle confessioni, lo sapevo.
"Mia madre è morta in un'esplosione mentre eravamo in servizio come vigili del fuoco, mio padre lo odio da morire e mio fratello ha un problema al cuore e io dovrei stare da lui in questo momento, non qua, da voi che siete in un certo senso superiori a noi. La vostra quotidianità è diversa dalla nostra."
Tiro  un sospiro di rassegnazione.
"Mi dispiace, vedrai che tornerai a casa, avrai notizie delle tua famiglia. Me ne occuperò io, anche delle spese ospedaliere di tuo fratello."
Eccolo qua, il nostro Tony Stark filantropo.
Non posso fare a meno di ringraziarlo con un bacio sulla guancia.
Successivamente arriva una donna con dei vestiti per me che posa sul letto per poi congedarsi.
Io chiedo a Tony di voltarsi prima di mettermi un pigiama rosso a maniche corte con al centro disegnata la maschera di Iron Man. Lui dice che lo ha fatto apposta per me e si volta, spogliandosi anche lui per mettersi il pigiama.
Finisco di infilarmi i pantaloncini pieni di piccoli disegni di Iron Man e mi giro, ammirando la schiena scolpita di Tony.
Prima che si accorga che lo sto fissando mi metto sotto le coperte, aspettando anche lui. Se ve lo state chiedendo si, abbiamo cenato. Non mi andava di raccontare il fatto che Stark si è divertito a rubarmi il pollo dal piatto, problemi?
Appena sento le coperte spostarsi mi metto con la schiena rivolta a Tony, non voglio essere osservata né toccata dopo quello che stava per farmi. Passano due ore e io non mi sono ancora addormentata per colpa dei ricordi che continuano a rompermi le scatole. Mi sento vulnerabile a dormire da sola, certo ho Tony di fianco a me ma non credo che gli piaccia dormire abbracciato ad una donna. Ma che sto dicendo, certo che gli piace solo che non voglio scatenare in lui istinti che lo farebbero andare fuori di testa. Non posso andare avanti così, domani la mia vista o il mio udito subiranno un esperimento, devo dormire.
"Stark, sei sveglio?"
Chiedo, girandomi verso di lui.
"Sono sveglio Watson."
Prendo un profondo respiro prima di chiedere.
"P-posso abbracciarti? Non riesco a dormire."
Lui mugugna un flebile "sì" e mi lascia avvicinare. Mette un braccio attorno alla mia vita e mi stringe a se.
Io mi lascio cullare dal suo respiro caldo che si infrange sul mio viso e dal battito del suo cuore, cadendo in un sonno senza sogni.

*questo Tony è un camaleonte di emozioni. La sua parte playboy si è risvegliata da un lungo sonno.
Commentate e votate altrimenti vi crucio...*
Qua da Shinimal è tutto
Al prossimo capitolo.

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