Ritorno

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Sono di nuovo in casa mia, come se niente fosse successo. Mio fratello ha fatto l'operazione ed è sopravvissuto, adesso sta su una sedia a rotelle per non faticare troppo. Si inizia di nuovo allora, stessa canoa per andare sul fiume, stesso binocolo per vedere gli animali, stesso lavoro e stessa lapide da andare a trovare.
Non posso negare che i ragazzi mi mancano, insomma, tutte quelle cose che abbiamo fatto, la festa, Tony...avranno un posto speciale nel mio cuore, per sempre.
Ma come dice un certo attore, molto simile a Stark, devi sapere cosa fare quando il sole non splende.
Ed eccomi qui, mentre sono stesa sul divano, senza sapere che fare, fissando le piccole imperfezioni delle pareti di casa.
"Perché sei tornata?"
La voce di Charlie mi arriva come uno schiaffo, risvegliando la mia mente dai ricordi.
"Devo stare con te."
Rispondo con voce assente, troppi ricordi dei giorni scorsi, troppe esperienze oltre la mia immaginazione, troppo.
"La conosco quella voce, se vuoi tornare da loro vai."
"Non posso, ho fatto la mia scelta, tutto finito."
So già che vuole convincermi a tornare da loro solo per vedermi felice, solo che non capisce.
"Io posso stare con papà."
"Tu non starai con lui."
Deve sempre infierire su questo argomento? Non posso trovare una risposta a tutto quello che mi chiede o dice.
"Un giorno capirai."
Lui spinge la sedia a rotelle, finché non si trova davanti a me.
Il mio sguardo indugia sui quadri appesi alla parete per poi posarsi nei suoi occhi marroni, come quelli di lui.
"Lo sai che io non so perdonare, specialmente papà."
Quasi sbuffo mentre nomino quell'uomo.
"No. Non è che non sai perdonare, tu non vuoi perdonare."
"Avanti, dimmi dove vuoi arrivare e poi torna a leggere i tuoi amati libri."
Io ero tornata per lui, e lui, mi ringrazia facendomi la ramanzina? Dovrei essere io fargliela visto che sono più grande.
Fisso quei due occhi di un ragazzo di 14 anni, ma che sembra sia al mondo da 50 anni.
"Ti fermi solo sui suoi errori, perché vuoi vedere solo quelli. È stato duro con te? Si. E adesso che lavoro fai, la commessa? Vivi sotto i ponti?"
"Me la sono cavata da sola Charlie, lui ha cercato di tarparmi le ali."
Mi metto a sedere, senza mai staccare il contatto visivo, lui non distoglie lo sguardo.
"Lui ti ha aiutato, a suo modo, ma ti ha aiutato. Perché non vedi oltre la punta del tuo naso?"
"Io ho visto quello che ha fatto, tu non puoi capire. Ha lasciato mia madre morire, sua moglie."
"Forse perché aveva già capito che non c'era speranza per lei?"
"Potevamo salvarla, poteva farlo."
"Non fare la stupida, quando non c'è speranza è inutile far finta di vederla, ti illudi e ti fai solo male."
Okay, sarà difficile stare con lui dopo sta discussione, ha ragione, lo sento, ma c'è come una sorta di muro che mi impedisce di credere a ciò che dice.
"Pessimista."
"Realista."
"Quindi è così? Io torno da te, lascio quella vita da supereroe per te e tu mi stai palesemente mandando via? È vero allora, le persone di cui ti fidi sono le prime a deluderti."
Ringhio, alzandomi e dirigendomi verso la porta.
"Quando supererai l'orgoglio che ti acceca?"
"Questo orgoglio è il motivo per cui non sono caduta, il motivo per cui mi sono rialzata dopo innumerevoli scivoloni."
Charlie sospira.
"Non è forte chi cade e si rialza, ma chi impara dalla sua caduta."
Ignoro la saggezza di quella frase e esco, cuffie nelle orecchie e demoni nel cuore.

*la frase l'ho fatta io, mi è venuta in mente e devo dire che sono stupita di aver trovato la mia fottuta frase. Ho scritto tutto il capitolo ascoltando Demons degli Imagine Dragons e, aspe, adesso è partita Chances Are di RDJ😍. Commentate e votate altrimenti vi crucio...*
Qua da Shinimal è tutto
Al prossimo capitolo.

The Queen Of The ElementsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora