Azione

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Sto andando nel laboratorio dove ieri tutto è iniziato e dove domani, tutto finirà. Clint Barton mi sta scortando verso quella maledetta porta che nasconde, dietro di se, quello che la mente umana riesce a fare oltre ogni limite.
Barton si è scusato del suo comportamento e, abbiamo deciso, di iniziare col piede giusto.
È venuto a bussare alle 8.30 del mattino, svegliando me e Stark. Ricordo ancora la sua faccia quando ha visto il pigiama di Iron Man.
"Lo sto già odiando."
Avevo detto, riferendomi al tizio di latta.
Scaccio via quei pensieri e mi fermo davanti alla porta, prendendo un'enorme respiro. Qualunque cosa succeda, devo pensare a quando finirà, quando sarò cambiata. La mano di Clint stringe la mia spalla, lo guardo e lui annuisce, aprendo la porta. I due cervelloni sono già pronti, aspettano solo che la preda arrivi per poi catturarla.
"Abbiamo deciso di aumentare la vista."
Dice Bunner, indicando il solito lettino per gli esperimenti. Come sempre la vita mi rema contro, appena dico che non voglio che accada, o che mi succeda qualcosa, la vita fa accadere esattamente quello che non desidero. Allora è un vizio, Dio mi ha preso per una pedina del suo gioco e sta puntando tutto su di me, prima di fare lo scacco matto.
Tony si avvicina e avvolge le sue dita con le mie, trasmettendomi un po' di calore che riscalda un pochino il mio corpo.
"Stark, non è la tua ragazza, vacci piano."
La voce inconfondibile di Clint mi fa sorridere, adoro quando provocano Tony. Se già gli dà fastidio il fatto che lui mi prenda la mano, non oso immaginare cosa avrebbe fatto ieri quando Stark ha perso il controllo.
"Perché ti preoccupi? È forse la tua ragazza?"
Dice Stark, dando inizio ad una serie di insulti che non ho intenzione di sentire e così decido di smorzare la cosa alla radice.
"Va bene bambini, volete smetterla o vi devo prendere un ciuccio ed infilarvelo in bocca per farvi star zitti?"
Si zittiscono subito quando li rimprovero, guardandomi abbastanza male. Il mio sguardo si sposta su Clint.
"Che c'è Barton, vuoi uccidermi con quello sguardo?"
"Forse."
"Non dovevamo iniziare col piede giusto?"
"Okay, avete dato abbastanza aria ai polmoni, Clint puoi andare."
Bruce interrompe la nostra conversazione e Occhio di Falco esce dal laboratorio. Hulk si passa una mano fra i capelli e sospira.
"Stavo solo chiedendo."
Mi giustifico e Bruce fa un mezzo sorriso.
"Sei peggio di Stark a volte."
Mi dice e io spalanco gli occhi.
"Non riuscirei ad  essere così insopportabile."
Bruce ride e Tony ignora il mio commento, lo ammetto, mi sto divertendo a stare con gli Avengers.
Se mio fratello si salva, potrei anche chiedere di restare. Entrare negli Avengers sarebbe un sogno realizzato...ma so già cosa farà la vita: mi remerà contro.
Mi sono anche dimenticata perché sono qua, ottimo direi.
Mi fanno stendere sul lettino e si accertano che io mi addormenti. Conto fino a dieci e inizio a sognare dopo tanto tempo che non lo facevo.
Il mondo è in guerra, un tizio senza volto sta seminando il caos col suo esercito di...non riesco a capire cosa sono.
Sembrano una specie di goblin verdi con delle mani fatte di roccia e le gambe avvolte da delle fiamme.
Riescono a volare e il tizio indossa una felpa smanicata, con un cappuccio che copre la testa.
I suoi arti sono fatti di metallo e hanno una forza disumana. Tutto intorno è dolore, lamenti, morte e distruzione.
Una voce profonda e potente fa tremare la terra.
"Dovevi morire."
Mi sveglio di soprassalto, come se stessi per affogare, respirando a fatica. La mia mente sta ancora lavorando sul sogno e ci mette un po' prima di tornare alla realtà. Sento un dolore agli occhi e cerco di chiuderli, solo una cosa attira la mia attenzione: vedo tutto meglio di prima, i colori, tutto. Riesco a vedere la polvere sui mobili e come è fatto il tessuto delle lenzuola. Vedo oltre la porta aperta due donne che parlano, sposto lo sguardo e mi metto a sedere, fissando Bruce e Tony che mi fissano per aspettare una mia risposta. Riesco a contare i peli della barba di Stark, le venature degli iridi dei suoi occhioni e anche il gel che avvolge ogni singolo capello della sua testa. Vedo una macchia quasi invisibile sul pantalone di Bunner. È una sensazione strana, davvero.
"Cosa vedi?"
Chiede Tony. Io osservo la polvere che si posa sul pavimento e continuo ad osservare ogni dettaglio della stanza.
"Tutto."
Rispondo, scendendo dal letto. Mi dirigo verso la porta, voglio vedere oltre.
"Sei sporco sul pantalone Bruce e un capello di Tony non ha il gel."
Loro si guardano e mi raggiungono, chiedendomi dove voglio andare.
"Mentre dormivo, ho sognato qualcosa di strano...non sembrava neanche un sogno...era una sorta di visione."
Stiamo camminando per il corridoio e io continuo ad osservare ogni particolare.
Passano delle persone e non posso fare a meno di osservare ogni dettaglio di loro.
"La tua spilla è leggermente arrugginita e tu sei sporco di inchiostro sotto le unghie, vai in infermeria te, hai una piccola ferita sotto l'orecchio."
Loro mi guardano straniti e continuano per la loro strada. Vedo Natasha che sta camminando per un altro corridoio che si incrocia col nostro, se non ci fermiamo andiamo a scontrarci con lei.
Fermo i miei due cervelloni poco prima di scontrarci con Nat che si ferma a fissare i miei occhi.
"Gli avete modificato la vista? Non mi sembra molto efficiente."
"Hai i pantaloni bucati e il mascara ti sta rovinando le ciglia, la tua pistola è perfettamente lucidata ma la fondina è da cambiare, hai un capello fuori posto e continui a muovere la gamba perché i pantaloni ti stanno stretti e desideri indossare degli shorts per stare più libera. I tuoi occhi esprimono rabbia, verso di me presumo. Mi stai per tirare un pugno e non te lo consiglio se non vuoi avere le nocche bruciate."
Finisco il mio monologo e la fisso come se non fosse successo niente.
"Dicevi?"
Chiedo, guardandola in modo gentile. Non voglio farmela nemica in nessun modo.
"Scusa se ti ho offeso o alterato le tue emozioni, io vorrei essere tua amica."
Gli porgo la mano e lei me la stringe, forte. Ricambio la stretta solo per non pensare al dolore che mi stava facendo.
Il tempo passa veloce, facendomi ritrovare nel letto assieme a Stark. Ho raccontato del sogno a tutti gli Avengers, loro hanno detto che era un effetto collaterale dell'operazione e non mi hanno creduto, o meglio, hanno trovato un modo carino per dirmi che non mi credono. Domani è il gran giorno, dovrò affrontare gli scienziati cattivi.
La notte è passata lenta e ora sono stretta fra le braccia di uno scienziato dell Hydra. Stanno cercando di farmi sedere su una sedia che sembra tutto fuorché una semplice sedia. Io cerco di divincolarmi ma l'uomo stringe la presa sul mio stomaco, rischiando di farmi vomitare la colazione. Le mie speranze sono concentrate sul l'allarme che Stark dovrebbe darmi. Urlo, scalcio, faccio di tutto pur di non sedermi sulla sedia. Mordo una mano al tizio che urla e mi libera, facendo un grave errore. Io gli tiro un pugno in faccia e gli rompo il naso, facendolo cadere. In men che non si dica, delle mani si avvinghiano a me, immobilizzandomi. Una donna con i capelli biondi e con gli occhi blu si avvicina con una specie di frusta elettrica in mano. L'angoscia sale e inizio a sospettare che questa sia la vendetta di Tony. Le mani che mi avvolgono mi stringono fino a farmi fermare il flusso del sangue. Quella donna mi sorride, perfida.
"Vediamo se così ti calmi, ragazza degli elementi."
Detto questo fa roteare la frusta e la scaglia contro di me, squarciando il tessuto di pelle della mia pancia.
Oltre al bruciore interno, sento una scossa che invade il mio corpo e mi fa urlare come se fossi sotto tortura.
La mia vista si annebbia e finalmente sento l'allarme di Tony. Prima di scappare guardo la donna.
"Comunque no, non mi do una calmata."
Detto questo, il fuoco avvolge i miei arti, liberandomi dalle mani e permettendomi di scappare.
Mi fiondo verso la porta e la apro, vedendo Captain America, Iron Man e Vedova Nera che sono pronti ad entrare.
Steve osserva la ferita sulla mia pancia e si rivolge a Clint, che è dietro di loro.
"Porta la signorina in infermeria, subito!"
Una mano si serra sul mio polso e mi trascina via da lì, permettendomi di osservare i tre che entrano nel laboratorio.
La testa comincia a farsi leggera e neanche la vista inizia a funzionare come prima.
Un braccio di Barton avvolge le mie spalle e l'altro braccio è sotto le mie ginocchia. In due secondi lui mi prende in braccio a mo di sposa e corre verso un salone che corrisponde all'infermeria. L'ultima cosa che vedo sono gli occhi vicini di Clint e la sua voce che mi dice qualcosa che non riesco a capire.

*saalve! Sia chiaro che non ho nulla contro Natasha...ha solo un bel caratterino. Ora, dopo aver detto questa cosa che a nessuno fregherà un ciufolo, me ne vado. Commentate e votate altrimenti vi crucio..*
Qua da Shinimal è tutto
Al prossimo capitolo.

*Qua da Shinimal è tutto Al prossimo capitolo

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Lo so, non c'entra niente. MA GESÙ SANTO, GUARDATE QUANTO È POPO FIERO ROBERT!
ANCHE JEREMY NON SCHERZA!! Adesso galoppo per le terre di Asgard con il mio fidato lamagongo di pianura...SCIAO GARI!

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