The delegation

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Dopo una settimana di notti insonni e di scatti improvvisi al minimo rumore sospetto, Abraham mi prese da parte e mi chiese a muso duro:
«Si può sapere che ti prende? La tua mano scivola verso la pistola molto più spesso di quanto dovrebbe, Walker!»
Mi guardò con severità: sebbene fosse abituato alla violenza, il mio amico la aborriva con tutto sé stesso ed era uno dei pochi che la domenica presenziava con costanza alla messa.
«Dimmi un po', non penserai davvero di uccidere King?» domandò poi abbassando la voce.

«Ma come ti viene in mente?» sbottai, poi sospirai:
«Ho visto degli indiani, l'altra notte.»

«Cazzo! E cosa aspettavi a dircelo?»

«Erano lontani, Abe, sulle colline, ed erano solo in tre. Forse erano stati mandati in avanscoperta, forse si erano allontanati per cacciare... Quel che è sicuro è che adesso sanno che siamo qui e non ci metteranno molto a scendere sul piede di guerra.»

Abe si grattò la barba, pensieroso, e non rispose subito.
«Non puoi comunque ridurti così. Se continui a logorarti nell'attesa di veder arrivare il pericolo, quando sarà il momento i pellirossa ti coglieranno di sorpresa. E poi non è detto che non cerchino prima una soluzione pacifica: non gli conviene attaccarci, se non vogliono attirarsi addosso l'ira della popolazione americana!»

Io annuii e promisi che mi sarei rilassato almeno un po', ma non ci contavo molto: da quando la guerra era finita il senso di allerta non mi aveva mai abbandonato e di certo non sarei riuscito a tenerlo sotto controllo ora che prevedevo un attacco imminente.

•••

Quella sera, con l'intento appunto di farmi rilassare, Lee e Chuck mi trascinarono nel bordello.
Attorno al campo si muovevano centinaia di individui che con la ferrovia non c'entravano affatto: prostitute, preti, fuorilegge, perdigiorno...
Tutti erano attratti da ciò che l'accampamento poteva offrire e si sistemavano, chi da una parte, chi dall'altra, fino a formare la versione malandata di una città. Probabilmente se gli investitori di Chicago e di Washington avessero visto che razza di gente aveva in mano il destino della loro preziosa ferrovia sarebbero inorriditi.
L'obiettivo di Lee e Chuck era far conoscere al timido ed inesperto Javier le meraviglie dell'universo femminile e, al tempo stesso, spendere lì quei pochi soldi che non avevano dilapidato in whiskey.
A differenza di Abraham, che considerava la prostituzione alla stregua della schiavitù, io apprezzavo la compagnia di quelle ragazze dalle forme generose e invitanti, che potevano appagarmi anche per tutta la notte; il problema sorgeva quando iniziavano a fare domande.

Al campo ero famoso come 'Colt' e la mia reputazione di tiratore si era sparsa in fretta da quando, per scommessa, avevo centrato una bottiglia posta a quattro iarde* di distanza, ma avevo cercato di mantenere un basso profilo per quanto riguardava la mia ferita. L'avevo vista con i miei occhi una volta sola, ma avevo percorso il suo bordo frastagliato migliaia di notti e diventavo nervoso se una puttana la sfiorava o, peggio, iniziava ad accarezzarla: sapevo che doveva essere orribile a vedersi e gesti del genere mi davano la nausea.
L'ultima volta mi ero rialzato e rivestito in fretta, pagando quanto avevamo pattuito, ed ero uscito respirando a pieni polmoni l'aria fresca della notte, mentre le mie mani si contraevano nervose sopra la Colt che portavo con me.

Per questo mi rifiutai di entrare nel bordello con i miei compagni e bighellonai verso i limiti del campo, seguendo le rotaie che erano già state posizionate.
Avevamo percorso molte miglia dalla prima posa ad Omaha, Nebraska: le rotaie all'orizzonte convergevano in un'unica linea e scintillavano argentee nell'oscurità.
Un fruscio e un'ombra acquattata nei cespugli risvegliarono i miei sensi: senza neanche pensare impugnai la pistola e la puntai verso gli alberi, ringraziando poi il Signore che avessi l'abitudine di portarla sempre carica e pronta all'uso. In quel momento non avrei avuto tempo, infatti, di infilare la polvere nella canna.

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